PARROCCHIA
S. MARIA REGINA
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Anno 2002
Numero 5 - Marzo 2002

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AGGIRARE LA SFORTUNA

La sfortuna intesa come dea che ci vede (al contrario della fortuna che invece ?dea bendata), non ?mai stata vista da nessuno! Conosciamo per? lo sfortunato, quella persona che subisce una serie di contrariet?o un complesso di circostanze sfavorevoli. Il poveretto viene consolato, per alleviare le sue fatiche, sapendo che potremmo essere noi al suo posto!

Anche chi non riesce a vincere al lotto o ai tanti giochi d'azzardo incentivati dallo Stato, dice di essere sfortunato, perseguitato da un numero che non esce. Ma la sfortuna dovuta al gioco ?diversa da quella che si vive quando si infilano cose negative. Si tratta di incidenti piccoli o grandi, di malattie, di imprevisti, raggruppati sotto il termine "sfortuna" o un altro termine pi?popolare (sic!). Davanti ad una sfortuna che dura nel tempo, si spera che, come ?venuta, presto se ne vada. Nessuno infatti la cerca, proprio perch??abituata a venire per suo conto.
Inoltre, proprio perch?la sfortuna si accanisce al di l?della nostra volont?o dei nostri desideri, ci troviamo impotenti, incapaci di rimettere le cose per il verso giusto, quasi in balia del futuro.

Mi domando allora se, in qualche modo, non si riesca a combatterla o ad aggirarla, pur sapendo della concreta difficolt? "Bisogna operare il bene? nonostante la sfortuna", ?questa una linea di pensiero che ho trovato in un libro. Un esempio: mi capitano diversi problemi fisici, dolori o acciacchi che toccano la mia persona. Bene, dico io, cercher?di trovare quel sorriso o quella serenit?per non cadere nella depressione che farebbe il gioco? della sfortuna. Preoccupato s? depresso, no! Fin quando rester?in quella situazione, decido di radunare le minime energie positive per non soccombere! Ancora: non riesco a concludere nessuna storia amorosa, quasi fosse una persecuzione. Bene, dico io, accetter?di vivere da single con pi?forza, battendo quel senso di tristezza che l'amica sfortuna vorrebbe che io avessi oppure mi attiverei di pi?per cercare nuovi agganci. E avanti di questo passo. Non voglio essere semplicistico nell'affrontare pesanti situazioni negative che incidono notevolmente sulla vita di ognuno, ma solo immaginare una via di uscita.

Perch?non trasformare, per quanto dipenda noi, quelle situazioni che scombussolano la nostra rotta in una cosa positiva? Avendo in mano la chiave delle decisioni e delle scelte, perch?non cercare di superare la sfortuna con un supplemento di bont?o di impegno? Cos? facendo potrei addirittura servirmi della sfortuna per aumentare la mia personalit? imparando ad essere bastian contrario rispetto ad essa e a quei fatti rognosi che ci tagliano le gambe. Una cosa analoga potrebbe averla vissuta anche il nostro amico di Nazaret, subendo una serie di contrariet? pur "non avendo fatto nulla di male". La sua bravura fu proprio nella scelta di non farsi mettere i piedi in testa da nessuno, neppure dalla morte, aggirando ogni forma di odio e di cattiveria con le armi del perdono. La sua sfortuna o le circostanze negative da lui vissute, si trasformarono in quella ricchezza divina che continuiamo ad ammirare.

La sfortuna non deve avere cio?l'ultima parola, dal momento che ogni persona ?in grado (chi pi? chi meno) di accettarla e combatterla con un supplemento di bravura e di bont? Non cadremmo cos?nella trappola di vivere eternamente scontenti perch?i nostri progetti non si sono realizzati... per colpa sua. Ma che importa, potr?sempre cambiare i vecchi progetti e accettare l'imprevisto, trovando la forza di rispondere con gesti di grande dignit?umana a tutto quello che non funziona! Mi sembra bello infine ricordare che a Pasqua, proprio vedendo quel risorto, attestiamo che della sfortuna... ce ne possiamo fare un baffo!

Don Norberto

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