Pagina 10 - Il Tassello

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Se non si conoscono le lingue è un po’ un
problema capire! Poi in questa frase
“inventata”, forse anche un po’ eccessiva ci
sono cinque lingue diverse!!
Ok! Niente paura, dizionario alla mano
quando si viaggia, ma quanto tempo per tradur-
re una frase se si vuole chiedere qualcosa. Con-
siderando che ogni nazione, per esprimere e
comunicare i pensieri, ha la lingua ufficiale con
il suo sistema grammaticale e lessicale e in più
numerosi dialetti; ne sappiamo qualcosa anche
noi italiani che ne abbiamo tantissimi, più o
meno stretti e alle volte davvero intraducibili.
La cosa peggiore è poi parlare con una pronun-
cia accettabile, vengono fuori di quelle frasi
strampalate! Ma associando un po’ di mimica,
il tutto risulta divertente e si risolve tutto o
quasi!!
Tutto questo miscuglio di lingue sembra
ancora la scia della “confusione” che c’era sot-
to la “torre di Babele”. Dio, per punire la
“superbia” degli uomini, creò disordine tra di
loro facendo in modo che le persone parlassero
lingue diverse e non si capissero più.
Certo che presso la
“torre” quel giorno, è
successo un bel pastic-
cio! Ma un linguaggio
esplicito, comprensibile e
chiaro a chiunque in tutto
il mondo ce lo ha lasciato
lo stesso: il silenzioso, ma allo stesso tempo
frastornante” linguaggio del creato”.
Quindi, pur essendo in terra straniera, ho
provato felicità alla vista delle dune di sabbia,
dei fiori, del vento, l’oceano. Ho sentito l’emo-
zione di un tramonto regalato, perché in quel
momento è stato una sorpresa inaspettata vede-
re il sole scivolare dal cielo per andare ad ab-
bracciare la terra con i suoi raggi, inondando
tutto lo scenario con i caldi colori d’oro arancio
rosso.
È bello lasciarsi meravigliare e vedere
che ci sono anche altri occhi incantati davanti
al creato e che additano ancora la luna, tanta è
la sua bellezza!
A
NTONELLA
B.
LA TORRE DI BABELE
Qué guapa
e doux
es
the
stimme
de la
natureza !
Il verbo educare è uno
di quelli un po’ fuori moda,
quasi in disuso. E’ usato sola-
mente ormai dagli addetti ai
lavori ma anche tra esperti c’è
una certa confusione.
Spesso, il termine edu-
care, si preferisce sostituirlo
con altri verbi come: animare/
istruire/preparare/addestrare/
allenare/insegnare/abituare e
via dicendo svuotando di si-
gnificato una parola che in sé
“suona bene”; infatti, la paro-
la educare deriva dal latino ed
ha il significato di condurre
fuori (ex ducere), cioè di par-
tire da una situazione per arri-
varne ad un’altra. Anzi, più
precisamente, di uscire ( è il
significato della radice latina
ex) da una condizione per
raggiungerne un’altra.
E’ quindi un verbo di
movimento e di cambiamento
che contiene in sé l’idea che
ci sia una persona che condu-
ce ed una che è condotta. Non
si tratta solo di un fatto mec-
canico: è un verbo che chiede
di farsi carico dell’altro e che
ci sia una relazione significa-
tiva e bella tra le persone per-
ché, in caso contrario, non si
tratta di educazione ma schia-
vitù o asservimento.
La questione si intrec-
cia: c’è un prima, c’è un poi,
ci sono delle persone, c’è una
relazione positiva tra loro ma
manca qualcosa. Sì perché
d’altronde sarebbe abbastanza
semplice essere educatori: mi
trovo una persona da educare,
la tratto bene e la “conduco
fuori” dalla sua situazione ed
il gioco è fatto. E’ uno sche-
LA SFERA DI CRISTIALLO
È il titolo della rubrica curata da
Andrea Inzaghi
LA SFERA DI CRISTALLO