Pagina 10 - Il Tassello

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Dopo la quarantena
“P
ace e Bene!”
La tua voce al telefono è allegra e
gioiosa: quanta gratitudine nel ve-
dere che la nostra amicizia spirituale, nata du-
rante la Missione ’07, ci unisce ancora come un
sottile ma resistente filo d’acciaio, nonostante
la lontananza e le vicende della vita.
Ricordi i giorni in cui
lo Spirito faceva vi-
brare i nostri cuori
e tu e i tuoi cari confratelli
delle Marche eravate una presenza viva, entu-
siasta e feconda? Come ringraziare il Signo-
re per quell’evento straordinario, che per
ciascuno di noi parrocchiani si è sviluppato
in incontri ed esperienze dal-
le mille diverse sfumature…
A me sei rimasto tu, caro
fr. Luciano, tu che m’incontravi,
conoscendo di me solo il nome, e
ogni volta ripetevi:
“Prega, Maria Lu-
isa, prega!”
Io ti guardavo, sulle prime
un po’ stupita, e pensavo
tra me e me che in fondo già
pregavo, pur con tutti i miei limiti, io un
po’ pregavo…
Finchè quella domenica mattina mi son
seduta vicino a te per la recita delle Lodi e alla
fine abbiamo parlato un po’, un colloquio breve
ma intenso, di cui ricordo alcune tue parole più
volte ripetute:
DOLORE e AMORE, MORTE e
RISURREZIONE
.
A pensarci bene, mica abbiamo parlato di
niente, del tempo, della salute o altro. E l’ho
scoperto solo dopo, molto tempo dopo, che sei
anche un uomo stupendo, di una simpatia ful-
minante, con la battuta sempre pronta, il sor-
riso contagioso e un vocione tonante, qualche
volta impertinente!
Quel giorno tu con me parlavi sottovoce, mol-
to serio, ed io ti ascoltavo, ugualmente seria e
attenta. Avevamo poco, pochissimo tempo, per
cui siamo andati subito “al sodo”, niente meno
che DOLORE e AMORE, MORTE e RISURRE-
ZIONE… Sai, fino ad allora pensavo alla morte
e alla risurrezione, cioè ad una morte, alla qua-
le segue una risurrezione: mi hai insegnato che
la vita è un continuo morire a se stessi, ai
propri desideri e bisogni per risorgere
un
po’ più puri e leggeri, un po’ più santi di volta
in volta,
“di gloria in gloria”
, come dice l’apo-
stolo Paolo; di dolore in dolore, traducevo io.
Con te ho capito che nel dolore è possibile
già intravedere una luce, quando è l’Amore che
guida i nostri passi e perfino davanti alla morte
si può
provare a scorgere il primo riflesso di
una nuova alba di risurrezione, quando il
Volto di Dio risplende nel cuore.
Per questo, ora capisco, mi
spronavi ad alzare gli occhi e a
guardare in alto (“Prega, Ma-
ria Luisa, prega!”) perché è Lui che
c i insegna ad amare, Lui ci prende per
mano e, sulla scia di Gesù, ci guida sulla via
pasquale:
Lui ci fa risorgere e riempie di
luce la nostra vita
. Ciò che possiamo fare
noi è cercare con dolce ostinazione
di distinguere, fra le tante che ci
bombardano, quell’Unica Voce
che nel silenzio sussurra con te-
nerezza al nostro cuore: “Tu sei mio Figlio,
mia Figlia, ti voglio bene... Lasciati invadere
dal mio Amore e fa’ come me: ama con tutto te
stesso, non importa quanto ti costa! Sono io la
tua salvezza; gettati con fiducia tra le mie brac-
cia e non aver paura: io ti farò risorgere e la tua
vita già da oggi sarà nuova, tanto più ricca e
piena, perchè Io sono con te!”
Caro fr. Luciano, non so come hai fatto a
lasciarmi intravedere tutto questo in così poco
tempo: diciamo che hai offerto con generosità
la tua umanità risorta
e Qualcuno da lassù ha
fatto il resto.
Per questo la nostra amicizia resiste al tempo
e alla lontananza: perché c’è Lui fra me e te.
Ancora grazie, con immenso, profondo e dol-
cissimo affetto!
Maria Luisa
Caro Fr. Luciano