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Dopo la quarantena
Il gruppo missionario propone questo testo per una riflessione inerente al cammino
Quaresimale.
Carità e capacità di Dono
(Card. Carlo Maria Martini)
“Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre,
Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e
lì accanto il discepolo che egli amava disse alla madre: “Donna, ecco
tuo figlio!” Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!” E da quel
momento il discepolo la prese nella sua casa”. (Gv 19,25-27.)
Il dono è qualcosa di attivo, qualcosa che si fa e non che si pensa,
qualcosa che si mette in essere. Sulla croce Gesù non ha più niente
da dare e tuttavia vede il discepolo a cui vuole bene e che è ancora
troppo giovane per andare avanti da solo.
Giovanni ha bisogno di essere seguito, aiutato e Gesù gli dà Maria, sua madre. E alla
madre che rimane sola dà il discepolo.
Così Gesù esprime il dono nel momento culminante della sua vita.
Donare significa comunicare ciò che veramente possediamo, poco o molto che sia, senza
domandarci se è poco o se è molto. Ci deve bastare poter dare ciò che abbiamo.
Il dono implica uno sbilanciamento, un rischio . Esso coinvolge anche in un giudizio
di valore che ha qualche cosa d’imprevedibile perché va al di là del calcolo egoistico,
delle convenienze, dei diritti.
Il dono entra e scava nel mistero della persona e può non essere capito con i parametri
ordinari perché talora esprime in gesti che sembrano strani, quasi folli.
C’è poi un momento in cui il dono raggiunge la sua espressione perfetta. Il dono è
allora qualcosa di assolutamente gratuito e immeritato, è un tale sbilanciamento della
persona verso l’altra da essere impensabile o inimmaginabile.
La parola che meglio esprime questo dono assoluto è PERDONO.
Perdono è capacità di un dono talmente gratuito che è al di là di ciò che uno può
ricevere o che l’altro può meritare.
Perdono è un dono perfettissimo.
Perdono è il dono che Gesù dalla croce, nel momento dell’offerta suprema di sé, fa
all’umanità: un’umanità peccatrice che viene addirittura accolta in figliolanza.
Per questo la croce è il segno inequivocabile dell’amore totalmente gratuito, la
rappresentazione inesauribile e insuperabile del perdono.
Per questo i Santi non si stancano di contemplare nel Crocefisso il mistero del dono
perfettissimo di Dio, il mistero del perdono offerto all’uomo peccatore, cioè il dono
della riconciliazione.
Il Gruppo Missionario