Pagina 12 - Il Tassello

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Il campo è il mondo
G
OMASIO
Semi di sesamo (si trovano nei supermercati o nei negozi di macrobiotica)
Sale marino integrale
Tostare brevemente i semi di sesamo in una padella, quindi frullarli e mescolarli al sale, in una
proporzione variabile da 8 a 20 parti in peso di sesamo per parte di sale. È anche possibile non
frullarli e mescolarli a del sale grosso, da macinare al momento con un semplice macinapepe
(pardon! Sale), usandolo al posto del semplice sale come condimento
Sale, poesia & balle di fieno
La cucina di Pippo
D
alla finestra della mia cucina lo sguardo si
stende su campi e boschi, via via sino al
Monte Rosa ( certo, quanto il tempo è bel-
lo, altrimenti si ferma molto prima…).
Subito dopo la recinzione c’è un campo, non
grandissimo. Un paio di volte all’anno arrivano
delle macchine agricole che tagliano l’erba e la
confezionano in grosse balle di fieno. Tutto qui.
Questo campo finora, che io sappia, non ha mai
prodotto uno stelo di grano o altro cereale. Proba-
bilmente non è neppure adatto a produrre altro che
fieno e comunque non è in grado di decidere cosa
produrre. L’unico che può decidere cosa coltivare
è il padrone del campo, magari anche accettando
di far convivere la buona erba con l’ambrosia, pur
di non correre il rischio di strappare per errore le
piante buone prima che possano svilupparsi e ren-
dersi pronte per la falce.
E noi? Noi possiamo scegliere cosa vogliamo
fare in questo campo; se vogliamo sfruttare le ri-
sorse che abbiamo a disposizione per crescere e
dare frutto o se voglia-
mo continuare a
fantasticare aspettan-
do la gran-
de occasione della vita,
magari per lasciarla
scivolare tra le dita,
perdendola.
Mi fermo qui e lascio
la parola ad un grande
poeta, E.L. Masters:
“comperavo ogni
genere conosciuto di
macchine/tritatutto,scorzatoi,piantatrici e falcia-
trici,/macine, sarchi, aratri e trebbiatrici-/ e tutte
stavano alla pioggia ed al sole,/ ad arrugginirsi,
a diventare contorte e scassate/ perché non ave-
vo rimessa per tenerle/ e non sapevo che farne./E
verso la fine, quando ci ripensai,/presso la mia
finestra,vedendo più chiaro/ in me stesso,mentre
il polso mi si indeboliva,/ e guardavo una macina
che avevo comprato/ (non ne ebbi mai bisogno,/
secondo che andò la mia vita, e non me ne ser-
vii)/bella macchina,un tempo verniciata lucida,/e
smaniosa di fare il suo lavoro,/ora tutta dilavata-/
vidi che anch’io ero una buona macchina/ che la
Vita non aveva adoperato.” (Abel Melveny)
Come ricetta ho scelto un condimento: non dico
che può far divenire appetibile anche l’erba del
campo di fronte a casa, ma può rendere sicura-
mente più gradevole l’insalata…
Yuk! Yuk!! E buon appetito da Pippo.
Silvio