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Nuove strade
celeberrima Messa da Requiem
di Mozart, la stupenda Messa So-
lenne in Do maggiore di Beetho-
ven e capolavori come la Messa
da Requiem di Giuseppe Verdi,
scritta per la morte di Alessan-
dro Manzoni ma eseguita poi per
il suo funerale.
Non dimentichiamo che que-
sti artisti come tanti altri han-
no scritto sublimi mottetti come
quello di Mozart
“Ave Verum Cor-
pus”
oppure l’
“Ave Maria”
sulla
scala enigmatica di Verdi. Oggi
valenti musicisti scrivono per la
fede cattolica come: il Rossi, il
Picchi, il Fresina e devo proprio
dire che questi ministri della fede
non hanno niente da invidiare ai
loro predecessori.
Sì, è vero, è una strada lunga
e faticosa quella dell’apprendi-
mento musicale che oggi viene
perpetuato presso il
“Sacro Pon-
tificio Musicale”
o presso le
“Ac-
cademie di Studi Musicali”,
ex
Conservatori; studi impegnativi,
proiettati nell’esecuzione o nella
composizione di sempre nuovi
mottetti, messe, canti sacri. E al-
lora, cari colleghi,
“Camminiamo
sulla strada che han percorso
i
Santi tuoi”
. Un caro abbraccio e
a risentirci .
Un ciao da Gianfranco
Cheddonna on the road
Le avventure di Cheddonna
Q
uando Cheddonna doveva andare in un posto
nuovo apriva la cartina per sapere quale di-
rezione prendere, sceglieva il percorso che le
pareva più breve e poi, immancabilmente,
imboccava una strada diversa.
Non sapeva nemmeno lei per-
ché: forse aveva a che fare con la
sua insofferenza per i libretti di
istruzioni, le ricette e tutto ciò che
in qualche modo era prestabilito.
A lei piaceva improvvisare. Non
era mai riuscita a fare due volte
lo stesso tragitto, né a tornare
dalla stessa strada per la quale
era arrivata.
Ogni volta che scopriva una
strada nuova si sentiva un po’ come Cristoforo Co-
lombo o Neil Armstrong.
Qualche volta finiva col perdersi, e allora sentiva
battere forte il cuore fino a quando non riconosceva,
sulla strada, un segno familiare che le facesse capire
dove si trovava, e le permettesse
di tornare a casa.
“Sei approssimativa” la rim-
proverava ogni tanto Miomarito,
“Perché non segui le indicazioni
del navigatore?”
Ma in fondo a lui piaceva pro-
prio perché era così.
Chiara
Per strada
Scrittori liberi
B
asta davvero poco per perdere la rotta: anche
solo uno sguardo prolungato alle margherite
imprudenti tra le fessure del marciapiedi.
D’improvviso la strada non è
quella nota, sconosciute le case,
scomparsi i punti di riferimento.
Fermarsi e chiedere indicazioni è
un gesto d’altri tempi, un’eloquente
ammissione di un grossolano errore.
Ritornare sui propri passi o prose-
guire così, un po’ a casaccio, speran-
do in uno sbocco poco distante…
Non è poi male il nuovo paesaggio
che si svela ad un tratto ed il viale
fiorito pare un immenso merletto steso ad asciuga-
re. La trepidazione si attenua, si sgonfia la fretta di
un rapido ritorno ai consueti panorami.
Occorre rallentare, ora, magari
chiudere gli occhi, respirare i profu-
mi di prati sconosciuti e indovinare i
cori degli uccelli lassù.
Fuori dagli aspetti risaputi, anche
i pensieri si fanno lievi; con la cer-
tezza che non si è soli si può persino
provare una sottile ebbrezza che as-
somiglia alla felicità.
Marisa