Pagina 11 - Il Tassello

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I cinque sensi
In tutti i sensi…
La cucina di Pippo
“A
lla donna che si
ama si possono
perdonare anche
le corna, a quella che non si
ama non si perdona neppure
una minestra salata”.
Ho scelto questo proverbio
per esprimere, in maniera an-
che un po’ triviale e non pro-
prio così immediata, una veri-
tà, e cioè che l’uomo è l’unico
tra tutti gli esseri viventi che
modifica (e quindi anche sala)
e manipola ciò che mangia, al-
tera il gusto dei cibi, e questo
non solo per motivi fisiologi-
ci: è un qualcosa che di soli-
to ha connotazioni ben più
profonde rispetto al
semplice alimen-
tarsi.
In questo
processo en-
trano in gio-
co tutti 5 i
sensi di cui
siamo dota-
ti: se il gusto
e l’olfatto sono
ovvii, meno im-
mediati ma altrettanto impor-
tanti sono la vista, il tatto o
l’udito (un piatto ben presen-
tato, la crosticina dorata di un
arrosto ben cotto, stimolano
il piacere del cibo con ampio
anticipo. Sentire il crepitio di
una pagnotta fresca di forno,
apprezzarne la ruvidità o il te-
pore, sono altrettanto impor-
tanti e stimolanti). Tutti i no-
stri sensi sono all’erta col cibo
, visto il legame intimo con la
stessa sopravvivenza.
Ma la minestra salata? Può
essere il segno di una mancan-
za d’amore magari anche da
parte di chi la minestra l’ha
preparata (e non necessa-
riamente che il por-
tasale sia caduto
nella pignatta)
e non solo da
parte di chi se
la trova nel
piatto. Anco-
ra una volta
cibo e senti-
menti viaggia-
no di pari passo,
quindi; avviso a
tutti gli aspiranti cuochi: quel-
lo che state preparando non è
solo carburante per il corpo,
ma anche linfa vitale per lo
spirito e non è saggio prepa-
rarlo in modo approssimati-
vo e sbrigativo, ne va anche
dell’equilibrio psicofisico di
chi lo mangerà (oltre al fatto
che così si può evitare la ga-
strite).
Un’ultima cosa: sul rappor-
to tra benessere di corpo ed
anima e cibo, consiglio di ve-
dere, per chi non l’avesse mai
fatto, il film “Il pranzo di Ba-
bette” (o anche leggere il rac-
conto di Karen Blixen da cui
è tratto). Vale 90 minuti del
vostro tempo.
E per la ricetta? Ma ovvia-
mente quella di una salsa, un
“savore”, come si diceva nel
medioevo, quando questa sal-
sa è stata inventata. Qui si può
anche esagerare un pochino
col sale…
Yuk! Yuk!! E buon appeti-
to da Pippo.
Silvio
S
ALSA
VERDE
MEDIOEVALE
Prezzemolo fresco, un mazzetto
Pane casareccio, 1-2 fette (o un panino tipo michetta)
Aceto di mele ed olio q.b.
2-3 foglie di salvia, un pezzetto di zenzero fresco (circa 1 cm o 1/2 cucchiaino se secco in polvere),
2-3 chiodi di garofano, pepe appena macinato, un cucchiaino (almeno) di sale grosso
Bagnare il pane con l’aceto e metterlo nel frullatore assieme al prezzemolo mondato, gli aromi, il sale
grosso e l’olio, frullare sino ad ottenere una purea densa. Servire con i bolliti. Ha un gusto meno deciso
della tradizionale salsa verde; attenzione però, non si conserva a lungo!