Pagina 13 - Il Tassello

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I cinque sensi
senza andare lontano
bastasse già bastasse già
non ci sarebbe bisogno di chiedere
la carità
dedicato a tutti quelli che
sono allo sbando
dedicato a tutti quelli che
non hanno avuto ancora niente
e sono ai margini da sempre
dedicato a tutti quelli che
stanno aspettando
dedicato a tutti quelli che
rimangono dei sognatori
per questo sempre più da soli
se bastasse una grande canzone
per parlare di pace
si potrebbe chiamarla per nome
aggiungendo una voce
e un’altra poi e un’altra poi
finche diventa di un solo colore più
vivo che mai
dedicato a tutti quelli che
sono allo sbando
dedicato a tutti quelli che
hanno provato ad inventare
una canzone per cambiare
dedicato a tutti quelli che
stanno aspettando
dedicato a tutti quelli che
venuti su con troppo vento
quel tempo gli è rimasto dentro
in ogni senso
hanno creduto cercato e voluto che
fosse così
G
ià…se bastasse una canzone….Ma non è
così, non può essere così e non sarà così.
Ho scelto questo brano di Eros Ramaz-
zotti del 1990 scritto da Natale Cogliati e Piero
Cassano ed inserito nell’album “In ogni senso”
perché è senza dubbio una canzone di speranza
e se non si spera durante il periodo di Natale
non rimane che.. il nulla. Un pensiero e una
dedica per tutte quelle persone elencate nel testo
della canzone che in questo momento sono più
che mai sulle cronache di tutti i giorni..
Disoccupati, sfrattati, senza niente, alluvio-
nati, immigrati eccetera, la lista è lunga.
La guerra dei poveri, la guerra fra i poveri,
quella che si alimenta pian piano tutti i giorni
con tanti piccoli segnali e preoccupanti segni di
insofferenza fra le persone (nota: oggi si usa dire
“la gente” che secondo me è un termine anoni-
mo e spregiativo quasi a mettere tutti su uno
stesso carro bestiame.” La gente vuole”, “cosa
pensa la gente,” “in mezzo alla gente” ed altre
sciocchezze simili, non mi piace...).
Occorrerà subito ritrovare una cosiddetta
“pace sociale” e tutti, a cominciare da chi go-
verna e prende le decisioni, ma proprio tutti
devono lavorare in questa di-
rezione.
Basta. Voglio essere positi-
vo e scorrendo il testo ci sono
un’infinità di buoni motivi di
speranza (tranquilli, è gratis,
non costa niente, ma non la
vendono ancora nei super-
mercati) ed è bello citare un
passaggio: “se bastasse una
buona canzone a far dare una
mano, si potrebbe trovarla nel
cuore senza andare lontano”.
La speranza però con la esse maiuscola non
quella banale tipo “se domani vinco al gratta e
vinci” oppure quella meteo “speriamo che non
piova”, quella che richiede un po’ di impegno
personale. Perché, se domani deve accadere
qualcosa di buono dobbiamo lavorare per fare
succedere la cosa o, se non dipende da noi, dob-
biamo aiutarci anche con la preghiera perso-
nale. Esiste ancora la “provvidenza”, riguarda
tutti anche chi non crede.
Ed ora una domanda.
Cosa c’entra con i sensi (vista, udito, olfatto,
tatto e gusto) questo piccolo articolo?
Forse niente, ma ci vuole un orecchio fine per
sentire in mezzo a tante stupidaggini che ogni
giorno ci propongono qualche verità importan-
te.
Ci vuole un olfatto sviluppato per sentire “la
puzza di bruciato” di una situazione negativa e
cercare di correre ai ripari; occorre buon gusto
per non cadere nel “trash” che oggi ci rincorre
da ogni parte. E ci vuole tatto per certe situazio-
ne delicate, rispetto per le persone e per le cose.
Infine è indispensabile una vista da lince per
vedere tutto quelle che ci gira
intorno ogni giorno per valu-
tare bene i pericoli e agire di
circostanza.
In ogni senso (tanto per ci-
tare il finale del pezzo musi-
cale) ci vuole un motivo per
andare avanti.
E sarà il compito per tutti
per questo Natale.
Giovanni