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Scegli (il) bene
Scrittori Liberi
Laudato si’
A
volte scegliere un percorso volto al bene
(o quantomeno a vivere in un modo il
più onesto e giusto possibile) comporta
delle tappe che la vita impone alle persone di
attraversare, una serie di fasi di cambiamento
che, chi più chi meno, forma gli uomini e le
donne e il loro modo di comportarsi e relazio-
narsi con gli altri in ogni situazione: in fami-
glia, al lavoro, nella propria comunità, a volte
nella malattia. Superare queste fasi oppure no
ci rende ciò che siamo.
Negli ultimi anni si parla praticamente ogni
giorno (i Simpson trattano l’argomento fin dal-
la fine degli anni ’80) del fenomeno del bulli-
smo: prendersi gioco di chi è più debole carat-
terialmente, derubarlo, picchiarlo, umiliarlo in
mille modi. Un comportamento francamente
poco accettabile che ogni genitore con un po’
di sale in zucca dovrebbe stigmatizzare (non
sempre avviene, anzi…), ma che esiste e non
si deve ignorare. Una volta usciti dall’età delle
stupidaggini si comincia a ragionare diversa-
mente e, vuoi per una naturale maturazione o
per le maggiori responsabilità, la maggioranza
dei bulli diventa una persona onesta con dei
valori, solo pochi elementi si trasformano in
delinquenti e imbroglioni. Ciò non significa
non fare errori, tutti sbagliamo, ma sbagliare
in buona fede è lecito. Ovviamente non tutti
sono stati bulli o ne sono stati vittima (e meno
male), c’è chi ha scelto il bene in modo del tut-
to naturale. Ora facciamo un salto all’indietro.
Nel passato c’è chi non si è limitato a sceglie-
re il bene, c’è chi il bene lo ha proprio vissuto
venendone travolto, e lo ha regalato agli altri
in modo disinteressato; li chiamiamo Santi. Si
potrebbe stare a discutere su chi meriti questo
titolo e chi no, ma non ho le conoscenze adatte
e meno ancora ne ho l’autorità, e soprattutto
non ne ho voglia.
Giovanni di Pietro Bernardone, poi ribattez-
zato Francesco dal padre commerciante di stof-
fe, nacque nel 1182 ad Assisi. Nel 1202 parte-
cipò alla battaglia di Collestrada, combattuta
all’interno della guerra tra la città ghibellina di
Assisi e la guelfa Perugia. Quest’ultima vinse e
Francesco venne rinchiuso in prigione per un
anno prima che il padre pagasse per liberarlo;
l’esperienza del carcere, unita alla rinuncia a
partecipare alla Crociata, cambiò radicalmente
l’animo del giovane, il quale iniziò a guarda-
re gli ultimi e gli emarginati con occhi diversi,
unendosi a loro nella povertà.
Scegliere il bene come San Francesco d’As-
sisi sarebbe un atto coraggioso e miracoloso,
ma non dovrebbe essere troppo difficile vivere
correttamente con sé stessi e con gli altri.
Matteo