Pagina 7 - Il Tassello

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La carità tra accoglienza e ririfiuto
Musicisti in strada
S
cendevo dal treno delle ferrovie nord Milano ogni martedì e ogni venerdì alle
ore tredici, per andare ad insegnare in Conservatorio. Dopo aver percorso il
sottopasso mi trovavo nella via centrale che dopo all’incirca un chilometro
arrivava al “Guido Cantelli” mio luogo di insegnamento. Era molto bella quella
passeggiata: gente che si affrettava alla stazione ferroviaria, gente che passeggiava con
in mano un gelato, gente che passeggiava e basta. Si sentiva durante il tragitto una
bella musica, un violinista che al bordo della via suonava; più avanti un fisarmonicista
sgangherato che improvvisava sulla tastiera del suo strumento note senza senso;
ancora più avanti un chitarrista con una chitarra elettrica con davanti alla bocca
un’armonica a bocca sostenuta da un apposito ferro Insomma una via musicale con
artisti sgangherati ma con musicisti impegnati.Quello che però mi faceva molto male
era vedere ai loro piedi una scatola con qualche euro. Sì, erano lì a cercare la carità.
Oh, non è che mancavano davanti alle porte delle chiese bambine che con dei vecchi
seduti con la testa abbassata chiedevano la carità. Insomma nella via principale e più
ricca di Novara, la strada era piena di gente che cercava la carità.
Un giorno, dopo essermelo chiesto parecchie volte, mi feci coraggio e avvicinai quel
ragazzo che suonava il violino. Mi fissò, aspettò di finire l’esecuzione del brano che
stava eseguendo, poi disse: “Buongiorno professor Stoppa”Mi aveva anticipato “Ma tu
mi conosci domandai?”“Ma certo lei è stato il mio insegnante di Armonia una decina
di anni fa ad Alessandria. ” “Scusami ma non mi ricordo di te, sai io ho tanti allievi e
poi ormai sono invecchiato, quest’anno termino il mio mandato e vado in pensione.
Ma piuttosto dimmi: perché sei qua a suonare in strada? Tu ti sei diplomato vero?”
“Sì certo e con un bellissimo voto, ho preso dieci.”“E allora che ci fai qua, a chiedere la
carità, tu dovresti essere a suonare in orchestra.” “Purtroppo ho fatto molte audizioni,
molti concorsi, ma non sono riuscito a entrare.” “E la scuola? Non puoi insegnare?”
“Buoni quelli, concorsi, graduatorie, qualche supplenza di qualche settimana e poi
niente. E così mi sono deciso a suonare in strada, a chiedere la carità. Ho famiglia,
mia moglie è disoccupata, ho un figlio da mantenere.” “Mi spiace molto” “ Professore
siamo in tanti che dopo aver studiato tanti anni, aver cercato lavoro, finiamo sulla
strada.”“Ti dirò, sono orgoglioso di te, permettimi di offrirti questi dieci euro.”“Grazie
professore”. Riprese a suonare, io mi allontanai con tanta pena in cuore. Caro lettore,
se ti capita di passare davanti a questi ragazzi che cercano in tutti i modi di sbarcare
il lunario, non indurire il tuo cuore, se ti è possibile aiutali con un gesto caritatevole.
Musica Maestro!
Maestro Stoppa