Pagina 7 - Il Tassello

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Perturbazioni
La bellissima canzone scritta da Paolo Conte e lanciata da Caterina Caselli nel
lontanissimo 1968, in pratica finisce qui, dopo ci sarà solo la ripetizione dell’inciso.
Successo clamoroso dell’anno e pezzo giustamente giudicato fra i migliori “evergreen”
di sempre.
Ma perché questa canzone? Mi è corsa l’idea di “dedicarla” idealmente a tutti i
molestatori (oggi si chiamano “stalkers”) che infestano le nostre città.
La prendo lunga: in una relazione purtroppo ci sta anche il fallimento, il lasciarsi,
l’abbandono. Una perturbazione importante passa sulla vita di due persone e lascia il
segno.
Ovvio, se la perturbazione è breve la pioggia se ne va in fretta, un tempo rale passa e
se ne va. Così come in un normale rapporto si può anche litigare ma poi normalmente
si fa subito pace. Normalmente.
Ma se le nuvole sono tante, se la depressione resiste, se non si riesce a vedere il sereno
ecco che qualcosa si rompe, i litigi diventano abitudinari, non ci si sopporta più, a volte
si tradisce, e alla fine ci si lascia sbattendo la porta.
Da persone civili ci si lascia in modo “amichevole”: si c’è la ferita, si può rimarginare
presto o anche molto tardi, si può tentare di ricominciare un’altra storia, la speranza in
qualcosa di migliore deve esserci sempre.
“Si muore un po’ per poter vivere”, belle le parole di Paolo Conte: sono motivo di
riflessione.
Anche se è difficile, difficilissimo, a volte fa veramente male. Ma la “perturbazione”
passa, arriverà il sole.
Diverso è per chi la prende male e non accetta la realtà. Basta aprire un giornale,
vedere un telegiornale, seguire un social, per scoprire che molti (specie uomini) non
accettano di essere lasciati.
E allora appostamenti, minacce telefoniche, finti appuntamenti per riappacificarsi, a
volte l’uso dell’acido sul volto delle ragazze e poi…ancora di peggio. La violenza non
ha mai fine, gli uomini diventano bestie criminali.
La perturbazione è diventata tempesta, ciclone, uragano, maremoto, terremoto,
catastrofe. La dignità umana è stata calpestata e un bieco egoismo è diventato
protagonista.
Diciamo no e basta a questa inutile catena. Forse mi rendo conto che ho trasformato
una bellissima canzone in un mostro...Ma le canzoni servono anche per riflettere e far
pensare, anche se fuori tra poco comincia una nuova festa. La nostra festa…Speriamo
non sia “perturbata”…
Giovanni