Pagina 11 - Il Tassello

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Attesa del Natale
Notizie dalla Parrocchia: Giovani
Giovani per il vangelo
Q
uest’anno la Chiesa sta guardando ai giovani
con un amore e attenzione particolare, tanto
che anche la veglia missionaria tenutasi in
duomo lo scorso 27 Ottobre aveva come titolo “Giovani
per il Vangelo”. La veglia missionaria è sempre un
momento intenso, di mandato per tutti coloro che
partono nel mondo e di accoglienza per quelli che
arrivano. I nomi che abbiamo sentito sono stati tanti:
Sri Lanka, Bangladesh, Nigeria. Però anche Lainate,
San Giuliano, Milano. Essere missionari: una missione
per tutti e dappertutto! La veglia è stata presieduta dal
nostro Arcivescono Mario Delpini, che un giovane
del nostro gruppo ha avuto addirittura la possibilità di
conoscere direttamente. I missionari suscitano domande: “capisci il senso di quello che
leggi? capisci il senso di quello che vivi? capisci il disegno che guida la tua storia e la
storia del mondo?”. Così vanno i missionari per le strade della terra, come gente che
raccoglie domande. Raccolgono domande, ma hanno forse dimenticato le risposte. Si
lasciano inquietare dalle inquietudini. Si inoltrano nello smarrimento. La confusione
li confonde, la complessità li disorienta. Salgono sul carro che scende verso Gaza e
lasciano alle spalle Gerusalemme. Entrano nell’incertezza e nella nebbia dell’enigma
e vedono scomporsi il disegno così chiaro e persuasivo, la legge così precisa e
rassicurante, le idee così chiare e distinte che si imparano a Gerusalemme.Questo
ci comunica l’Arcivescovo: che non possiamo essere discepoli che solo raccolgono
domande, che soccorrono cioè, senza dare risposte, senza raccontare ciò che è successo
a Gerusalemme. Come suor Angela Bertelli, che parlando della sua missione in Sierra
Leone e poi in Thailandia ha toccato i nostri cuori. Una testimonianza (facilmente
trovabile googlando sul web) toccante, soprattutto quando, raccontando dei 56 giorni
di rapimento nel cuore dell’Africa ha detto: “Nel volto dei nostri rapitori (età massima
25 anni) potevamo riconoscere solo il volto di fratelli”. Qui, nessuna legge di Gaza
valeva più.Ma l’esempio di Filippo incoraggia coloro che sono inviati ad annunciare
il Vangelo, ad annunciare Gesù. Gli inviati non hanno ideologie con cui indottrinare,
non hanno culture da esportare, ma una parola da dire ce l’hanno, una risposta da
offrire è per loro irrinunciabile. Annunciano Gesù.Ecco chi è il missionario, allora:
un discepolo che, capace di raccogliere domande, è anche capace di dare risposte, di
comunicare Gesù mentre soccorrono chi chiede aiuto!
Gesù è la cura che guarisce, non il palliativo che dà
sollievo. Tutti possiamo essere missionari, tutti possiamo
(o forse dobbiamo) scendere da Gerusalemme sulla
strada per Gaza per raccogliere domande e dare l’unica
vera risposta: Gesù!
i giovani della parrocchia