Pagina 18 - Il Tassello

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Il momento del Passaggio
N
ei secoli avventurosi della navigazione oceanica avveniva che, al passaggio
dell’equatore, venissero celebrati dei riti, più o meno goliardici, per festeggiare
l’avvenimento: per molti poi questo transito significava anche il passaggio ad
una nuova vita, che si sperava fosse più libera, lontana dalla vecchia Europa e dalla sua
società cristallizzata, dalle sue guerre e soprusi.
In tutte le società poi, sin da quando ci sono testimonianze storiche, riti venivano
celebrati a significare il passaggio dei giovani all’età adulta: il bambino veniva,
simbolicamente, mandato a morire nella foresta, nella savana o in qualche luogo sacro,
per poi tornare al termine della celebrazione come uomo o donna della tribù, con un
nuovo nome ed una nuova dignità.
Nella società moderna, specie in occidente, l’uomo si è scollegato da questo
ciclo temporale legato alla natura, e si è creato una vita artificiosa, che basa i
suoi riconoscimenti sociali a criteri di performance e status symbol, sostituendo
il momento del passaggio con la competizione e l’omologazione a modelli
prederminati…da un punto di vista del tessuto sociale a mio parere, ci abbiamo perso!
Se vogliamo, sino ai nostri giorni, un rito di passaggio è stato, almeno per i maschi, il
servizio militare, che spesso rappresentava il primo vero momento in cui un giovane
lasciava la sua comunità e l’adolescenza per tornare come membro adulto della
comunità a tutti gli effetti, con diritti e doveri ben precisi.
So che vi starete chiedendo cosa c’entri questa tirata sociologica con la Pasqua…beh,
c’entra!
Per gli ebrei la pasqua rappresentava il passaggio fisico da una regione geografica
all’altra, ma soprattutto, da uno stato sociale all’altro, da schiavi a liberi.
Grazie a Gesù per noi che ci proclamiamo suoi discepoli, significa il definitivo
passaggio da uno stato di “infanzia dello spirito” (mi si passi il termine), allo stato
adulto. Credo che se non è chiaro questo concetto, corriamo il rischio di ridurre il
tutto a delle vuote celebrazioni (anche fastose e coreograficamente perfette!).
Per concludere, una piccola citazione di Papa Francesco: “ecco cos’è la Pasqua:
è l’esodo, il passaggio dell’uomo dalla schiavitù del peccato, del male, alla libertà
dell’amore, del bene. Perché Dio è vita, solo vita, e la sua gloria siamo noi, l’uomo
vivente... I cristiani sono i germogli di un’altra umanità, nella quale cerchiamo di
vivere al servizio gli uni degli altri, di non essere arroganti ma disponibili e rispettosi.”
Buona Pasqua a tutti da Pippo
Come al solito per Natale non propongo ricette succulente o raffinate. Quello che
propongo è un piatto, figlio della tradizione, semplice ma ricco di sapore (e calorie).
Yuk! Yuk!! Buon appetito e Buon Natale da Pippo.
Riti di passaggio
Pippo
Rubriche: La cucina di Pippo