Pagina 6 - Il Tassello

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Il momento del Passaggio
Prima Messa sull’altare della Madonna delle Lacrime di Treviglio.Messa solenne il 29 giugno, santi
Pietro e Paolo, in Basilica. Il pranzo? Io con i preti dalle suore in collegio e tutti i miei parenti fuori in
ristorante.Che rabbia! Ma si usava. La domenica dopo festa nella mia frazione delle Battaglie.Qui sì
che si fa festa con tutta la cascina, cavalli e carrozza infiorati e pranzo tutti insieme all’aperto.Non vi
dico l’emozione. Prima destinazione: Arnate, periferia di Gallarate.Anni stupendi con i miei ragazzi
e giovani (mi ricordano ancora).Nel mio oratorio: un campetto di 50 metri quadri e un seminterrato.
Stop.Ma lì sono maturate tre vocazioni sacerdotali.
Domenica 8 marzo 1958 il card.Montini, poi Paolo VI,mi manda a Bedero Valtravaglia, Prevosto,
Vicario Foraneo di otto parrocchie. Basilica romanica del 1100, stupenda! Qui ho gustato la bellezza
di collaborare con 8 Parroci tutti più “giovani”di me: anni di molte esperienza con tanta fatica ma
felice di essere padre spirituale. Se potessi raccontare tutte queste esperienze! Il card.Montini mi ha
mandato una “topolino”.Delicatezza di un santo che mi voleva bene e ora mi protegge dal cielo!
1971. Il card. Colombo mi destina a Verano Brianza dove ho fatto il Parroco per 36 anni.
Troppi? Ma i miei Arcivescovi mi dicevano: stai lì, c’è bisogno. Tante operazioni e tanto lavoro.
Ho collaborato con coadiutori meravigliosi, lavoratori instancabili nella vigna del Signore. Lì
sono maturate 9 vocazioni sacerdotali. Provate a immaginare l’emozione di portare sull’altare
quei miei giovani. Lavoro di evangelizzazione, catechesi, ristrutturazioni: gioie e dolori morali
e fisici. Parrocchia stupenda che rispondeva ai richiami del Vangelo e del Parroco.
Ma venne il giorno del distacco, ero diventato vecchio e stanco. 11 novembre 2007 trasbordo
a Santa Maria Regina di Busto Arsizio. Quanto è difficile lasciare una persona cara, il cuore
ne risente. Mi guardo indietro e contemplo il disegno di Dio. Sono in pensione, ma non mi
manca il lavoro: un gruppo della terza età avido di verità cristiane con catechesi, amicizia,
testimonianza alla comunità. Malati che mi edificano, Messe, confessioni. Fin che la salute me
lo permette. E ora come sto? Come un papa. Con due sorelle che mi indorano, un confratello
che mi vuol bene e con il quale è bello collaborare, una comunità che mi sopporta con amore,
un decanato che mi permette di fare ancora un po’ di bene. E la salute? Beh!, quella va e viene.
Cosa posso pretendere a 90 anni?
Guardo indietro e scopro che la vita è un dono inestimabile, misteriosa, nelle mani di Dio. Come
Geremia posso dire: Tu mi conoscevi prima che uscissi alla luce. L’insensato dice: la vita è breve
e triste, godiamola fin che è possibile. Il
giusto dice: la vita è grazia di Dio che è il
principiodella vita,se vissuta bene,fedele
all’alleanza con la fonte della vita, questa
vita terrena è orientata a quella eterna.
Ora sono in attesa del grande
giorno dell’incontro finale con Cristo
amato, con Cristo servito, con Cristo
desiderato e benedetto nei secoli.
Amen.
donPeppino