Mons. Claudio Livetti
Prevosto e Decano di Busto Arsizio

Non so come saranno a Busto, le cose nel 2050 quando - presumibilmente - la popolazione sarà per metà afro/asiatica con culture e religioni diverse.
So per certo che a tutt'oggi nella nostra città ci sono venticinque Chiese cattoliche, oltre le cappelle interne delle Case delle suore, degli Oratori, dell'Ospedale e della Casa di Riposo.
Un segno della "civitas cristiana".
Questo opera artistica è, per cosi dire, il testamento di Pietro Giavini, che amava definirsi "Pierino ul pitùi"
Sono fiero di questa opera, essa è testimone che Busto non è solo città di lavoro e di soldi ma anche, ed in maniera eminente, di antica fede cattolica! Le venticinque Chiese ne sono la più fulgida testimonianza.

ARTISTICO E MORALE


il pittore
Pietro Giavini

da "l'INFORMAZIONE" settimanale dell'altomilanese. (OTTOBRE 1999)
E' un "pezzo" di pace. Parla di chiese. Desidera entrare nel cuore e nelle case della gente di Busto. Per scuotere un pò senza sussulti. In omaggio a un grande Amico, Pietro Giavini.
E' una straordinaria opportunità per l'
AVIS (Associazione Volontari Italiani Sangue), beneficiaria delle ultime opere di Giavini, presentarsi alla cittadinanza per sensibilizzarla alla donazione.
In "pista" ci sono pure le Parrocchie. TUTTE UNITE coi Parroci in testa, a distribuire, ai rispettivi fedele, un documento di grandiosa importanza sia sotto l'aspetto artistico (i quadri di Giavini sono capolavori) sia sotto l'aspetto morale (ogni fedele vedrà raffigurata la propria chiesa accanto a tutte le altre).
E' una iniziativa che unisce. E che invita i bustocchi a "veder" l'
AVIS sotto l'aspetto della solidarietà. Il sangue è uguale per tutti. Anche il sangue di un ateo può salvare un cristiano. E il sangue d'un delinquente può salvare il proprio carceriere.
Vediamola cosi. Nulla è impossibile di fronte a un opera buona. Compierla insieme, sarà bello per tutti.
E Pietro Giavini, da lassù,apprezzerà.

Gianluigi Marcora

CHIESE PARROCCHIALI

Talune chiese sono sorte assai prima di diventare parrocchie. le prime strutture di santa maria, di san giovanni, di san michele, site nel cuore di busto arsizio, sono anteriori al mille, epoca in cui tutto il cristianesimo della valle olona costituiva, possiamo dire, una sola parrocchia con perno in olgiate olona. in età comunale, segni anch'essi di conquistata libertà, nacquero le prime rettorie, poi denominate parrocchie, che comportavano la presenza di un sacerdote, generalmente presso una chiesa preesistente, al quale sacerdote la comunità locale affidava la cura delle proprie anime.
La situazione di busto e' particolare: la comunità, sulla base delle sue crescenti disponibilità economiche, formò, non uno, ma diversi benefici curati fra il secolo xiii e il xvi, precisamente tre benefici presso la chiesa di san giovanni, due presso san michele, costituendo di fatto una parrocchia presso la prima ed un'altra parrocchia presso la seconda chiesa, mentre santa maria nella piazza del borgo si configurava come santuario, senza incombenze parrocchiali. quando san carlo nel 1583 volle trasferite da olgiate a busto arsizio le dignità ecclesiastiche della pieve cioè del distretto, i curati di san giovanni e di san michele vennero innalzati al grado di canonici, ma ridotti al compito di coadiutori del prevosto nella cura delle anime; busto fu considerata parrocchia unica.l'unico parroco era il prevosto il quale, risiedendo con altri canonici presso san giovanni, comportava per la chiesa di san giovanni il ruolo e il titolo di prepositurale, mentre san michele funzionò come chiesa sussidiaria per l'amministrazione dei sacramenti. indipendentemente dal fatto che le chiese si ricostruirono poi più grandi e più belle e che il borgo divenne città sempre più popolosa, per busto tale situazione di parrocchia unica si trascinò invariata sino all'inizio del secolo xx, quando la rivoluzione industriale determinò più rapido aumento demografico, accelerata espansione urbanistica, nuovi e pressanti problemi pastorale.
Nel 1906 a san michele venne restituita la funzione di parrocchia a pieno titolo sul territorio occidentale di busto. si costruirono,nei rioni di periferia in formazione, nuove chiese, destinate a diventare parrocchiali. la parrocchia di san giovanni rinunciò via via a pezzi del sue territorio per formare le parrocchie dei santi apostoli in via genova(1930), di sant'edoardo (1947), di sant'anna al villaggio omonimo(1961), del sacro cuore (1983),di san giuseppe all'ospedale (1990)
Dallo scorporo delle parrocchie di san michele presero origine le nuove parrocchie di san luigi al rione beata giuliana (1958), di santa maria regina (1964), del redentore (1973).
sui lembi marginali dei territori delle parrocchie di sant'edoardo, di sacconago  e di borsano si e' insediata, ultima nata (1991), la parrocchia di santa croce di brughetto.
borsano e sacconago, ridotti da comuni autonomi a rioni di busto nel corso del novecento, mantengono le qualifiche parrocchiali che godono da molti secoli.
nel cuore della città, santa maria rimane il santuario di tutti i bustesi.