PARROCCHIA
S. MARIA REGINA
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Anno 2008/2009
Numero 8 - giugno 2009

SOMMARIO

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Bellissimo così

Ricomincio da qui
e battezzo i miei danni
con la fede in me
senza illudermi
ma con un principio da difendere
punto a pieno su noi
è bellissimo così
meglio tardi che mai
ascoltami
posso essere io
l'occasione che aspetti da una vita
ed io
sarò di più
io sarò la certezza
che chiedevi tu
è innegabile
che da quando tu mi vuoi
punto tutto su noi
sorprendimi
lascia il tuo passato com'è
e porta il meglio da me
nel tuo presente
spezza le parole
di chi non ti ama e ti dice si
non è sufficiente
e lasciati guardare un po’ di più
come un bagliore
splendi di rivoluzione tu
bellissimo così
vieni a me come sei
fallo immediatamente

non voltarti mai
l'essenziale l'hai tu
lo nascondi ai miei occhi
ma vale di più
sei perfetto così
coi tuoi denti lucidi
punto a capo da qui
ascoltami
lascia il tuo passato com'è
lo porterai insieme a me
nel tuo presente
mezza vita è molto per chi
ti vuole e ti dice si
e lo fa per sempre
lasciati ammirare un po’ di più
senza pudore
provochi la mia reazione tu
bellissimo così

sono trasparente lo sai
io quando parlo di noi
quasi indecente
canto sottovoce ma c'è
un suono dentro di me
così prepotente
e lasciati guardare un po’ di più
come un bagliore
splendi di rivoluzione tu
bellissimo così
bellissimo così
bellissimo

La canzone è carina, orecchiabile, e la Pausini, specie in concerto, la canta con un’energia trascinante.  E' anche piuttosto recente essendo tratta dall’ultimo lavoro della cantate romagnola, ma il testo che propongo è solo un pretesto, interessante, per parlare – male - del bello nel senso d’effimero, volatile, senza futuro. Cito dei pezzetti qua e là': "Lasciati guardare un po’ di più, come un bagliore",  "Sei perfetto cosi’coi tuoi denti lucidi", ed ancora "Provochi la mia reazione tu, bellissimo cosi."Insomma, il festival dei belli, quelli perfetti ,quelle "Top" che sfilano in passerella che per molte ragazze (ma anche ragazzi) rappresentano un mito da raggiungere, costi quello che costi Sì passa dalle imitazioni innocue   (ci si veste tutti allo stesso modo) a quelle pericolose: il culto o la mania del fisico perfetto, e per questo si fa di tutto. Si spendono dei soldi in palestra, oppure nei centri di bellezza o peggio, molto peggio, si arriva a ridurre le quantità di cibo, facendosi del male anche pesantemente..  E qui mi fermo. Provate a pensarci : arrivare fin quasi ad un punto di non ritorno per diventare "perfetti" e bellissimi è una cosa che decisamente mi spaventa e mi viene da dire, ricordando un vecchio presidente , "Non ci sto".  Non ci sto perché non è possibile buttarsi via solo per apparire,. Per "alleggerire" un po’ il discorso devo dire che c’è anche il rovescio della medaglia. Ho riscoperto un vecchio testo di un cantautore romano, Paolo Frescura, che alla fine degli anni settanta ha scritto "bella dentro" una composizione assai delicata e semplice che consiglio di andare a riascoltare su youtube in internet. Per ritornare alle cose banali c’è una nuova brutta frontiera ed a questo proposito mi viene in mente una vecchia canzone di Donatella Rettore "Splendido spendente", datata 1980, il cui testo, ad un certo punto, diceva cosi:’"Avrò una faccia nuova grazie ad un bisturi perfetto".  Incredibile ma verissimo: qualcuno arriva anche a questa misura, infatti le spese per gli interventi di chirurgia estetica fra i giovanissimi sono in progressivo aumento.

Viviamo nella società dell’apparenza, dell’essere bello, perché solo se sei bello puoi arrivare; il tutto centrifugato e mixato in quell’immenso contenitore chiamo in inglese Gossip. Personalmente in questo mondo di plastica mi sento molto straniero. Mi ritroverei benissimo su un barcone che anziché arrivare parte dalla costa per l’alto mare lontano da questo tipo di sirene. In fondo un'unica considerazione: l’alta marea della finta bellezza prima o poi finirà . Aspettiamo tutti sulla riva l’ora del ritorno della bassa marea, e se allora avremo le scarpe sporche e l’aspetto un po’ trasandato, e magari anche qualche ruga, sarà bello ugualmente dirsi: ma dove eravamo rimasti?

Giovanni

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