Quel potere dato per imparare ad
amare
12 Febbraio 2005 Anno A
Matteo 4,1-11
Riferimenti :Genesi 2,7-9; 3, 1-7; Salmo 50; Romani
5,12-19
In quel tempo, Gesù fu
condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver
digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli
si accostò e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino
pane". Ma egli rispose: "Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni
parola che esce dalla bocca di Dio". Allora il diavolo lo condusse con sè nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: "Se sei Figlio di
Dio, gettati giù, poichè sta scritto: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo
riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perchè non abbia a urtare
contro un sasso il tuo piede". Gesù gli rispose: "Sta scritto anche: "Non
tentare il Signore Dio tuo". Di nuovo il diavolo lo condusse con sè sopra un
monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli
disse: "Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai". Ma Gesù
gli rispose: "Vattene, satana! Sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui
solo rendi culto". Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si
accostarono e lo servirono.
Sostanzialmente il diavolo
suggerisce a Gesù di percorrere una via messianica conforme alle attese
popolari. Lo storico ebreo Giuseppe Flavio racconta - ad esempio - che uomini
fanatici sobillavano il popolo invitandolo a recarsi nel deserto perchè là Dio
avrebbe ripetuto il prodigio della manna, o a recarsi sulla spianata del tempio
dove Dio sarebbe prodigiosamente disceso dal cielo, e assicuravano che il Messia
avrebbe assunto la sovranità sul mondo intero. Conformarsi alle attese del
popolo (per essere in tal modo accettato e popolare) o attenersi alla parola di
Dio? Ecco la prova.
Prima tentazione: "Se sei Figlio di Dio dì a questi sassi che diventino pane".
Non si tratta semplicemente di soddisfare la fame, ma di usare la potenza di Dio
a proprio vantaggio. Gesù più tardi moltiplicherà i pani, ma per la folla, non
per sè. Egli non ha mai sfruttato la sua condizione di Figlio di Dio a
proprio vantaggio, come riconosceranno - sia pure ironicamente - i notabili e i
soldati sotto la Croce: "Ha salvato altri, salvi se stesso se davvero è il
Messia".
Seconda tentazione: "Se sei Figlio di Dio buttati giù". Buttarsi dal tempio può
apparire un gesto che manifesta la grandiosità della potenza di Dio: un gesto
che rivela la sua gloria. Certo soddisfa il discepolo, che in tal modo può
vantarsi della potenza del proprio Dio. Ma nulla, o ben poco, dice dell'identità
del vero Dio, che è amore. Buttarsi dal tempio è spettacolo, non rivelazione.
Terza tentazione: Satana "Gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria
e disse: se ti prostrerai davanti a me sarà tutto tuo". E' la via del potere,
inteso come volontà di dominio che si impone con la forza: una via per molti
efficace e risolutiva, tanto da tentare anche spiriti religiosi. Invece passa
necessariamente per l'adorazione di Satana. In questa terza proposta del
tentatore sono da notare il vocabolo gloria e l'insistenza sull'universalità:
"tutti i regni" e "tutte queste cose". I regni della terra non appartengono a
Satana. Ma la loro arroganza sì. Desiderare di dominare il mondo è idolatria. Su
questo il diavolo è sincero: "Se ti prostrerai davanti a me".
Quanto abbiamo detto non impedisce di ritrovare nella triplice prova di Gesù
anche la dimensione morale, personale e quotidiana, interna a ciascuno: quella
di servirsi persino della potenza di Dio per avere o potere o farsi valere.
Atteggiamenti questi che corrispondono ai canoni del mondo, ma non al Vangelo.
La potenza di Dio è donata per amare e servire, non per avere, potere e farsi
valere
|