Da discepoli incontro al mondo
23 Gennaio 2005
Matteo 4,12-23
Riferimenti : Isaia 8,23-9,3; 1 Corinzi 1,10-13.17
Da allora Gesù cominciò a
predicare e a dire: "Convertitevi, perchè il regno dei cieli è vicino". Mentre
camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e
Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poichè erano pescatori. E
disse loro: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini". Ed essi subito, lasciate
le reti, lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedeo, loro
padre, riassettavano le reti; e li chiamò. Ed essi subito, lasciata la barca e
il padre, lo seguirono.
Gesù inizia il suo
ministero dopo aver saputo che "Giovanni era stato arrestato". E' un'annotazione
che va oltre il semplice significato cronologico. E' già una prefigurazione della
sorte che attende lo stesso Gesù: come tutti i profeti e come Giovanni Battista,
anche Gesù subirà il martirio. Era logico aspettarsi che l'annuncio messianico
partisse dal cuore del giudaismo, cioè da Gerusalemme, ed eccolo invece partire
da una regione periferica, la Galilea, generalmente disprezzata e ritenuta
contaminata dal paganesimo. Ma proprio ciò che costituisce una sorpresa è per
Matteo il compimento di un'antica profezia e il segno rivelatore del messianismo
di Gesù: un messianismo universale che rompe con decisione ogni forma di
particolarismo. L'annuncio di Gesù - un annuncio abituale, ripetuto
("da allora cominciò a predicare") - E' riassunto
da Matteo in una formula di estrema concisione: l'arrivo del Regno ("il Regno di
Dio è vicino") e l'imperativo morale che ne consegue ("convertitevi").
L'episodio della chiamata dei primi discepoli è collocato sulla riva del lago,
dove Gesù stava camminando e dove gli uomini erano intenti al loro lavoro.
L'appello di Dio raggiunge gli uomini nel loro ambiente ordinario, nel loro
posto di lavoro. Nessuna cornice sacra per la chiamata dei primi discepoli, ma
lo scenario del lago e lo sfondo della dura vita quotidiana. I tratti essenziali
di questo racconto sono quattro. Primo: la centralità di Gesù. Sua è
l'iniziativa (vide, disse loro, li chiamò): non è l'uomo che si autogenera discepolo, ma è Gesù che trasforma l'uomo in un discepolo. Il discepolo, poi,
non è chiamato ad impossessarsi di una dottrina, neppure anzitutto a vivere un
progetto di esistenza, ma a solidarizzare con una persona ("seguitemi"). Al
primo posto c'è l'attaccamento alla persona di Gesù. Secondo: la sequela esige un profondo distacco. Giacomo e Giovanni, Pietro e Andrea lasciano le reti, la barca e il padre. Lasciano, in
altre parole, il mestiere e la famiglia. Il mestiere rappresenta la sicurezza e l'identità sociale, il padre rappresenta le
proprie radici. Si tratta, come si vede, di un distacco radicale. Terzo: a
partire dall'appello di Gesù, la sequela si esprime con due movimenti (lasciare
e seguire) che indicano uno spostamento del centro della vita. L'appello di Gesù
non colloca in uno stato, ma in un cammino. Quarto: le coordinate del discepolo
sono due: la comunione con Cristo ("seguitemi") e una corsa verso il mondo ("vi
farò pescatori di uomini"). La seconda nasce dalla prima. Gesù non colloca i
suoi discepoli in uno spazio separato, settario: li incammina sulle strade degli
uomini.
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