![]() Un amore che sfugge alle parole Matteo 16,13-20 SALMO 137
Matteo 16,13-20
.La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo? La risposta è bella e al tempo stesso sbagliata: dicono che sei un profeta, voce di Dio e suo respiro. Gesù pone la seconda domanda, preceduta da un «ma»: Ma voi " come se i Dodici fossero di un altro mondo, mai omologati al pensiero dominante " voi chi dite che io sia? La terza domanda è implicita, diretta a me: tu chi dici che io sia? Gesù non chiede: Cosa avete imparato? Che parola vi ha colpito? Qual è il centro del mio insegnamento? Ma: chi sono io per te? Tu con il tuo cuore, con la tua fatica, la tua gioia e il tuo peccato, tu cosa dici di Gesù Cristo? Le parole più vere sono sempre al singolare, e mai parole d'altri. Non servono libri o catechismi, non studi, letture, o risposte imparate, ma ciascuno dissetato alle fonti di Dio, inciso un giorno dalla spada a due tagli della sua Parola, ciascuno, caduto e risorto, può dare la sua risposta. Tu sei per me un «crocifisso amore». L'amore ha scritto il suo racconto sul tuo corpo con l'alfabeto delle ferite, indelebili come l'amore. Tu sei per me un «disarmato amore», che mai sei entrato nei palazzi dei re, mai hai radunato eserciti, e in questo mondo di arroganti hai detto: «Beati i miti, gli inermi, i tessitori di pace». Tu sei per me un «inseparato amore», perché nulla mai, né angeli né demoni, né cielo né abisso, nulla mai ci separerà dal tuo amore di Dio (cf. Rm 8, 39). Nulla, mai. Due parole assolute, perfette, totali: inseparabile sono dall'amore. I due simboli di oggi sono la chiave e la roccia. Pietro è roccia nella misura in cui ancora trasmette Cristo, tesoro per l'intera umanità. È roccia nella misura in cui mostra che Dio è vivo fra noi, crocifisso amore, disarmato amore, inseparato amore. Ma ogni discepolo è roccia e chiave. Chiave che apre le porte belle di Dio, roccia su cui far conto per costruire la casa comune. Chiamato a legare e sciogliere, a creare nel mondo strutture di riconciliazione. Voi chi dite che io sia? Non mi basta dire Dio; Cristo non è ciò che dico di lui, ma ciò che vivo di lui, come la vita non sta nelle mie parole sulla vita, ma nel mio patirla: Mi guardano negli occhi / e rimangono estatici / perché capiscono che io ti ho visto / ti ho sentito / e che qualche volta almeno / ti ho anche tradito (Alda Merini). Non una dottrina, non una morale, il cristianesimo è una Persona, un dolcissimo sogno sempre tradito, ma di cui non ci è concesso stancarci. Gesù è arrivato con i suoi all'estremo nord di Israele, nella regione di Cesarea di Filippo, e, improvvisamente, decide di sollevare alcuni interrogativi di verifica sulla propria identità, quasi a simbolo della conclusione di un itinerario ed una esperienza tra la gente che lo ha portato lontanissimo da Gerusalemme. "Chi sono Io per la gente?”. La risposta è semplice, ma ricca. La gente ha colto in Lui una presenza unica, aperta alla Parola di Dio ed ai valori che la profezia vera sa offrire. Egli è il continuatore della grandezza di famosi profeti, persone legate a Dio e perseguitate (Giovanni Battista, Geremia). Ancora oggi la gente percepisce grandi valori in Gesù e identifica le proprie speranze umane in lui. "Ma voi (in greco c'è il "ma") chi dite che Io sia? " I “ma” suppone dai discepoli anche una risposta diversa. Pietro risponde a nome di tutti e Gesù riconosce vero ciò che ha detto. La risposta è stata "offerta dal Padre e accettata come dono”. Ma poi Gesù impone il silenzio poiché alla risposta corretta non corrisponde un contenuto coerente (lo si scopre dopo alcuni versetti dello stesso testo). I discepoli, infatti, credono che il Regno si debba esprimere nella potenza, nella forza, nei prodigi e Gesù teme che le loro affermazioni possano alimentare questa mentalità. Bisogna però convenire che, fino alla morte di Gesù, tutti i suoi seguaci continuano ad attendere il trionfo e la gloria. Il Gesù dei valori e dell'umanità riscattata, senza questa fondamentale adesione e dignità divina, segnata da Dio, non esiste. Gesù parla di pietra: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa". La roccia, la vera “pietra angolare” (Efesini 2,19-20), "il fondamento" (1 Cor 3,11) è Gesù. Pietro è colui che professa la fede in Gesù e la Chiesa si poggia sulla fede in Gesù che il Padre rivela a Pietro. Ma Pietro ha continuamente bisogno di maturazione, di approfondimento, di impegno poiché si dovrà scontrare con il male nella storia (è la scoperta di qualche versetto più avanti). Ricevere le chiavi significa aprire e non bloccare, così come facevano i rabbini rimproverati da Gesù "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il Regno dei cieli davanti agli uomini, perché così voi non vi entrate e non lasciate entrare quelli che vogliono entrarci" (Matteo 23,13). Significa anche verificarsi coraggiosamente sulla parola di Gesù e quindi misurare e misurarsi sulla fede in Gesù, diventando quindi modello del gregge (1Pt 5,3). Pietro, che compare sempre primo nell'elenco dei discepoli, è chiamato a pascere agnelli e pecore ed a sostenere la fede dei fratelli e delle sorelle. Ireneo di Lione (secolo II d.C.) dice che il vescovo di Roma " è colui che presiede alla carità". |