 XII DOMENICA TEMPO ORDINARIO A
22 giugno 2008
Matteo 10,26-33
RIFERIMENTI : Geremia 20, 10-13 - Romani 5, 12-15 -
Geremia 20, 10-13
Geremia, in questo testo, parla della sua vita e della fatica
che sta facendo per affrontare, nel suo popolo, una linea
coerente verso le scelte di Dio e deve, così, denunciare la
politica disastrosa dei suoi contemporanei. La sua predicazione
contro corrente provoca solitudine e persecuzioni. I nemici lo
voglio denunciare. Lo spiano giorno e notte per coglierlo in
fallo. Qualche volta lo scoraggiamento lo ha tentato, ma ha
scoperto che non deve avere paura. “Io sono con te per
liberarti” dice il Signore (Ger 1,8-19). La lotta con Dio é già
avvenuta e il profeta ha accettato di restare solo con Lui: “Mi
hai sedotto Signore, e io mi sono lasciato sedurre” (Ger 20,7).
Forte perciò di questa presenza e di questa protezione, egli si
sente già vincitore e non ha dubbi sul risultato finale. I
poveri gioiscono perché Dio si mette sul loro cammino e li
accompagna malgrado le esperienze e le impressioni contrarie.
Dio protegge coloro che si fidano di Lui e li sorregge. Egli
vince con loro. Lo ha promesso sul Sinai e continuerà a
mantenere salda la sua parola. Si sente la sensibilità ebraica
di un Dio che vince e ci sono accenti che iniziano il canto del
“Magnificat” della Madonna. Il fedele che lotta con tutte le sue
forze e trova ostacoli si affida totalmente a Dio. Si
intravedono anche la tragedia, la fiducia e l’abbandono di Gesù
al Padre. |
Romani 5, 12-15
S. Paolo, nella lettera ai Romani, dichiara, almeno nella prima
parte, la sua fede nella salvezza portata da Gesù. Il mondo
(l’umanità) é come diviso in due parti: il mondo antico e pagano
e quello di Gesù. Il mondo antico ed estraneo a Cristo è
costituito da pagani senza la legge e da Giudei coscienti perché
conoscitori della legge: questo mondo ha fallito completamente
ed ha peccato. Il mondo di Gesù é invece il mondo della speranza
nuova. Infatti, se la realtà antica, ricapitolata in Adamo, va
verso la rovina, il capofila della Salvezza porta una tale
novità e una tale ricchezza da rendere incomparabile il
confronto. S. Paolo pensa che, dopo il peccato consapevole di
Adamo, l’umanità non abbia più conosciuto la volontà di Dio fino
alla rivelazione della Legge del Sinai (situazione ancora
presente nelle nazioni pagane dove la legge non è diffusa) e
tuttavia il peccato c’era e c’era la morte (vv.13.14). Secondo
la distinzione biblica tra colpe consapevoli e colpe per
ignoranza (Num 5,22-16,35) il peccatore che agisce
deliberatamente deve essere sterminato senza remissione (Num
15,30) mentre la folla che condivide la colpa per incoscienza o
per inavvertenza può sfuggire alla morte mediante un sacrificio
di espiazione per il proprio peccato (Lev 4). Tutti, comunque,
da Adamo in poi, muoiono fino a quando non è stato offerto il
sacrificio per il peccato presentato da Gesù in croce (Rom.
5,6.8.11). Questi porta la vita in abbondanza per tutti e ‘‘per
l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti” (v.
19). |
Matteo 10,26-33
26 Non li temete dunque, poich é
non v'è nulla di
nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. 27 Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. 28 E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. 29 Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra
senza che il Padre vostro lo voglia. 30 Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; 31 non abbiate dunque timore: voi valete più
di molti passeri! 32 Chi dunque mi riconoscerà
davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò
davanti al Padre mio che è
nei cieli; 33 chi invece mi rinnegherà davanti
agli uomini, anch'io lo rinnegherò
davanti al Padre mio che è
nei cieli.
Matteo 10, 26-33
Gesù, nel suo discorso missionario riportato da Matteo, ripete almeno tre
volte “Non temete”. Come in tutto il capitolo 10, il gruppo del discepoli è
visto nella prospettiva di una chiesa missionaria, impegnata a proclamare le
parole di Gesù e a prendere posizione per Lui davanti agli uomini. “Un discepolo
non è da più del maestro né un servo da più del suo padrone” (v. 24) perciò la
prima comunità cristiana, che sente con turbamento la persecuzione ingiusta che
rincrudisce contro di lei, si rifà alle parole di Gesù. - Il vostro dolore come
il vostro messaggio non saranno nascosti, ma, come tutta la vostra vita sarà
svelata a Dio e glorificata per l’amore che portate, così la parola del Vangelo
riempirà il mondo. - “Non temete gli uomini” che non possono fare altro che
intaccare la vostra vita fisica, ma temete Dio poiché ci si può allontanare da
Lui in eterno. Chi teme Dio non teme più gli uomini e se anche questi si
accaniscono contro, noi siamo nelle sue mani. Egli non lascia cadere un passero
senza che lo sappia e perciò non permette che ci accada qualcosa che non sia
utile o bene per i suoi o per la causa loro affidata. - Dio Padre ha resuscitato
Gesù. Egli è fa fonte della vita e la dona. Gesù diventa la nostra speranza e la
nostra garanzia, Egli testimonierà nell’ora del giudizio e ci salverà, ma contro
di noi si trasformerà in accusatore se ci vergogneremo di lui, o diventeremo
paurosi, sclerotici, smemorati della ‘Lieta Novella” del Regno.
|