
Occhi nuovi per superare il peccato
IV DI QUARESIMA
2 - marzo - 2008
Giovanni 9,1-41
Esodo 34, 28-35 - Salmo 22 - 2Corinzi 3,7-13.17-18
Esodo
34, 28-35 Nel libro dell?Esodo
Mos? finalmente fiducioso dopo la tempesta che si ?scatenata
sul suo popolo con la ribellione e la costruzione del vitello
d?oro, riceve per la seconda volta le ?Dieci Parole: le parole
dell?Alleanza?. Egli resta ancora una volta con Dio per 40
giorni senza pane n?acqua (la prima volta ?in Es 24,18),
esprimendo la pienezza divina che fa superare il bisogno fisico
dell?umanit?con la sua Parola. Cos?Ges? presentato nel
deserto, digiuno per 40 giorni come Mos? e quindi identificato
come il nuovo legislatore (Mt 4,2), risponde al tentatore: ?Non
di solo pane vive l?uomo, ma di ogni Parola che esce dalla bocca
di Dio? (Deut 8,3). Questa vicinanza e amicizia con Dio investe
Mos?con tutta la divina luminosit? la gloria di Dio che dimora
sul Sinai (Es 24,16) ora ?diventata parte di Mos?stesso ed
abbaglia i suoi. Ma cos? separato dagli altri con un velo,
chiuso nella tenda per parlare con Dio, riproduce il segno di
quel velo del tempio che in mezzo tra la zona de ?il santo? e la
stanza pi?remota della presenza di Dio (?il Santo dei santi?)
serviva a coprire e a separare la presenza di Dio. |
2Corinzi
3,7-13.17-18 Nella seconda
lettera ai Corinzi S. Paolo sviluppa alcune riflessioni su Mos?
in rapporto ai cristiani. Il legislatore riceve la legge (Es
34,29-35), ministero della morte inciso, lettera per lettera, su
tavole di pietra (Es 32,16; 34,1-4). Lo splendore passeggero del
volto di Mos?era il risultato del suo incontro con Dio (Es 34),
privilegio personale che Paolo contrappone alla grazia
universale dei cristiani (2 Cor 3,18). Si parla di ?ministero
della condanna? poich?Paolo insiste sul significato della legge
ebraica che impone sacrifici, obblighi e costrizioni ma non d?
n?forza n?chiarezza sufficiente (?luce effimera) per cui,
alla fine, ci si ritrova travolti da una imposizione che procura
condanna e morte. Mos??legislatore e il suo valore sorpassa
quello di tutti gli altri. Eppure il velo, secondo una
interpretazione rabbinica che San Paolo segue, serve per
mascherare il carattere effimero dello splendore della gloria
divina. Ma per l?ebreo il velo richiama anche quello della
preghiera che il lettore del secolo I dopo Cristo usava. Il
Signore Ges??Spirito. Cristo esprime il senso spirituale e non
materiale delle scritture mentre Mos?resta legato alla lettera,
alla pietra. Noi abbiamo ricevuto la libert?e quindi la
liberazione dalla lettera (Rom 8,2). Quindi contempliamo e
riflettiamo la gloria luminosa del Signore in forma stabile
trasformandoci nella pienezza di Dio. |
Giovanni 9,1-41
Passando
vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: ?Rabb?
chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perch?egli nascesse cieco??.
Rispose Ges? ?N?lui ha peccato n?i suoi genitori, ma ?cos?perch?si
manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di colui che
mi ha mandato finch??giorno; poi viene la notte, quando nessuno pu?pi?
operare. Finch?sono nel mondo, sono la luce del mondo?. Detto
questo sput?per terra, fece del fango con la saliva, spalm?il fango sugli
occhi del cieco e gli disse: ?Va' a lavarti nella piscina di S?oe (che
significa Inviato)?. Quegli and? si lav?e torn?che ci vedeva. Allora i vicini
e quelli che lo avevano visto prima, poich?era un mendicante, dicevano: ?Non ?
egli quello che stava seduto a chiedere l'elemosina??. Alcuni dicevano: ??
lui?; altri dicevano: ?No, ma gli assomiglia?. Ed egli diceva: ?Sono io!?.
Allora gli chiesero: ?Come dunque ti furono aperti gli occhi??. Egli
rispose: ?Quell'uomo che si chiama Ges?ha fatto del fango, mi ha spalmato gli
occhi e mi ha detto: Va' a S?oe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi
lavato, ho acquistato la vista?. Gli dissero: ?Dov'?questo tale??.
Rispose: ?Non lo so?. Intanto condussero dai farisei quello che era stato
cieco: era infatti sabato il giorno in cui Ges?aveva fatto del fango e
gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo
come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: ?Mi ha posto del fango
sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo?. Allora alcuni dei farisei
dicevano: ?Quest'uomo non viene da Dio, perch?non osserva il sabato?. Altri
dicevano: ?Come pu?un peccatore compiere tali prodigi??. E c'era dissenso tra
di loro. Allora dissero di nuovo al cieco: ?Tu che dici di lui, dal
momento che ti ha aperto gli occhi??. Egli rispose: ??un profeta!?. Ma i
Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato la
vista, finch?non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista.
E li interrogarono: ??questo il vostro figlio, che voi dite esser nato cieco?
Come mai ora ci vede??. I genitori risposero: ?Sappiamo che questo ?il
nostro figlio e che ?nato cieco; come poi ora ci veda, non lo sappiamo,
n?sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l'et? parler?lui
di se stesso?. Questo dissero i suoi genitori, perch?avevano paura dei
Giudei; infatti i Giudei avevano gi?stabilito che, se uno lo avesse
riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i
suoi genitori dissero: ?Ha l'et? chiedetelo a lui!?. Allora chiamarono di
nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: ?Da' gloria a Dio! Noi sappiamo
che quest'uomo ?un peccatore?. Quegli rispose: ?Se sia un peccatore, non
lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo?. Allora gli dissero di
nuovo: ?Che cosa ti ha fatto?
Come ti ha aperto gli occhi??. Rispose loro: ?Ve l'ho gi?detto e non mi
avete ascoltato; perch?volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi
suoi discepoli??. Allora lo insultarono e gli dissero: ?Tu sei suo
discepolo, noi siamo discepoli di Mos? Noi sappiamo infatti che a Mos?ha
parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia?. Rispose loro quell'uomo:
?Proprio questo ?strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto
gli occhi. Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno ?
timorato di Dio e fa la sua volont? egli lo ascolta. Da che mondo ?
mondo, non s'?mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato.
Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla?. Gli
replicarono: ?Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi??. E lo
cacciarono fuori. Ges?seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo
gli disse: ?Tu credi nel Figlio dell'uomo??. Egli rispose: ?E chi ?
Signore, perch?io creda in lui??. Gli disse Ges? ?Tu l'hai visto: colui
che parla con te ?proprio lui?. Ed egli disse: ?Io credo, Signore!?. E
gli si prostr?innanzi. Ges?allora disse: ?Io sono venuto in questo mondo
per giudicare, perch?coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino
ciechi?. Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli
dissero: ?Siamo forse ciechi anche noi??. Ges?rispose loro: ?Se foste
ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro
peccato rimane?.
Giovanni 9, 1-41
San Giovanni presenta il ?segno? del cieco che vede attraverso la potenza di
Ges? Il testo ?un fine racconto che aiuta coloro che si preparano al Battesimo
ad incontrare Ges?Signore ed ha come tema centrale il peccato. L?episodio
inizia con una domanda dei discepoli che svelano un interrogativo, sempre
presente, nella sensibilit?degli esseri umani: ?Chi ha peccato, lui o i suoi
genitori??, ma conclude con chi, nella presunzione di vedere, cade nel peccato e
si fa cieco. In mezzo c??la domanda su Ges? ?E? un peccatore?? Si finisce col
dire che ha peccato contro la legge, poich?ha impastato un p?di fango con
terra e saliva e lo ha messo sugli occhi del cieco: ?Impastare era una delle 39
azioni escluse dal sabato perch?considerate gesti di lavoro?. Il cieco non
chiede nulla, ma Ges?interviene perch?vuole togliere le conseguenze della
condizione di sofferenza. Ges?desidera restituire al mondo la gloria di Dio e
sar?possibile se i sofferenti possono liberarsi. Essi possono andare a lavarsi
alla piscina ?dell?inviato? e possono incontrare il Messia che viene se avranno
il coraggio di essere interiormente liberi e riconoscerlo. Il cieco non lo sa ma
sta svolgendo un itinerario di fede. Egli diventa l?uomo nuovo: nuova materia e
nuovo spirito. A miracolo avvenuto, si aprono le polemiche: i curiosi, i dotti,
i genitori, i credenti. Si risente qui un testo del Deuteronomio (13,2-6): il
Signore Jahv?mette in guardia dal profeta o dal sognatore che propone un segno
e poi insinua: ?Seguiamo gli dei stranieri?. L?interrogativo dei presenti
dell?inizio : ?Come pu?un uomo peccatore compiere tali prodigi? rispetta una
logica seria su cui anche il cieco concorda. Ma poi le strade divaricano. I
dotti concludono nel giudicare Ges?peccatore per la sua violazione del sabato;
il cieco, ormai vedente, conclude nel riconoscere l?autenticit?di Ges?come
profeta. Solo Lui garantisce la luce e la pienezza per chi non vede e quindi il
bene e la gioia dell?umanit? ?Ma questo ?un criterio pericoloso- pensano i
dotti- le certezze crollerebbero, l?onore di Dio dovrebbe passare attraverso il
rispetto, la dignit? la gioia, l?integrit?di ogni uomo. Chi ?malato ?un
escluso- pensano-, altrimenti l?autorit?dovrebbe diventare servizio, la legge
dovrebbe reggere lo sforzo, la fede dovrebbe unirsi all?amore?. Cos?il rifiuto
di Ges?diventa rifiuto del credente. Ma a questo punto Ges?si rivela: ?Credi
tu?? Finora il cieco vedente sapeva solo che il suo guaritore era da Dio (v 33)
ma non chi era. Ora Ges?lo invita alla fede nella presenza di Dio in un uomo
?Credi nel Figlio dell?uomo?? ?Credo, Signore? e si prostr? Dentro la luce
del giorno cerchiamo tutti un'altra luce, come il cieco dalla nascita che scopre
progressivamente la verit?di Ges? ?un profeta, ?il figlio dell'Uomo, ?il
Signore. Come lui, abbiamo bisogno di fede visibile e vigorosa, di fede che sia
pane, che sia visione nuova delle cose. Ges? dopo un gesto iniziale carico di
simboli e di tenerezza, scompare, lasciando la scena alla dialettica degli
altri, tutti a difendersi, ad attaccare, a parlare senza sosta e senza gioia. E
nessuno che provi pena per gli occhi vuoti del cieco; nessuno che si entusiasmi
per i nuovi occhi illuminati. Ges?non ci sta, non ha nulla da spartire con un
mondo fatto di parole e di teorie. Egli ?la ?compassione?, non la spiegazione.
Esattamente ci?che cerca la muta speranza del cieco: mani che lo tocchino, e
qualcuno che sugli occhi spenti metta qualcosa di proprio, come quella piccola
liturgia di mani, di fango, di saliva, di cura, che Ges?celebra. Cerca
partecipazione, non spiegazione. Invece i farisei hanno edificato un mondo di
parole e di sofismi, che non sa pi?ascoltare la vita. Come loro anch'io
talvolta chiudo l'uomo vivente e dolente dentro la griglia della teoria
religiosa o della norma etica. ?un mondo cieco, dove coloro che si dicono
sapienti non sanno pi?parlare alla speranza. Burocrati delle regole e
analfabeti del cuore. Infatti nelle parole dei farisei il termine pi?ricorrente
?peccato: ?noi sappiamo che quest'uomo ?un peccatore?; ?sei nato tutto nei
peccati e vuoi insegnare a noi??. Prima ancora i discepoli avevano chiesto: ?chi
ha peccato? Lui o i suoi genitori??. La loro ?una religione immiserita a
questioni di peccato. E il peccato ?innalzato a teoria che spiega il mondo e
interpreta la realt? E perfino l'agire di Dio. Ma il peccato non ?rivelatore,
rende ciechi, davanti all'uomo e davanti a Dio. E Ges?capovolge immediatamente
questa mentalit? l'uomo non coincide con il suo peccato, ma il bene possibile.
E non parler?di peccato se non per dire che ?perdonato; e per assicurare che
Dio non spreca la sua eternit?in castighi, che non pu?essere appiattito sul
nostro moralismo. Egli ?compassione, futuro, approccio ardente, mano viva che
tocca il cuore e lo apre, porta luce e fa nascere. Egli vive per me e dalle sue
mani la vita fluisce per me, come fiume e come sole, gioiosa, inarrestabile,
eterna. |