![]() Domenica dopo l’Epifania Matteo 3, 13-17
Matteo 3, 13-17 a
Nel Vangelo di Matteo, rispetto agli altri Vangeli, il battesimo di Gesù presenta alcune diversità: in particolate l'obiezione di Giovanni e la proclamazione del Padre in terza persona: “Questi è” invece della seconda: “Tu sei”. Gesù si accosta umile, condivide le miserie umane poiché si mescola con le persone che si purificano dal male. Il battesimo, già anticamente, con l'immersione nell'acqua, indicava l'abbandono della vita precedente e quindi la morte per emergere, come in una nascita, in una realtà nuova. Giovanni stava predicando per rinnovare il cuore del suo popolo e fare discepoli in attesa del Messia. Ma per inserirsi nelle fila di chi aspettava il battesimo, bisognava riconoscersi i peccatori. Per questo farisei e i sadducei non seguono Giovanni perché si ritengono giusti (Lc 7,30). Matteo vuole spiegare il battesimo di Gesù attraverso il dialogo con Giovanni. Giovanni, infatti, si rifiuta di battezzare Gesù poiché attende un Messia che concluda la storia con un giudizio definitivo già nel momento del battesimo. Mentre vuole trovare un tempo e un ruolo corretti, si ritrova ad assolvere una funzione di potere. Gesù lo invita "ad adempiere ogni giustizia": non è venuto a mettere fine alla storia ma a compierla secondo il disegno di Dio. La giustizia sarà sviluppata nei discorsi delle beatitudini: la si cerca con il Regno ogni giorno, si adempie seguendo la legge e i profeti, si accetta lo stile nuovo di Gesù. Egli opererà un perdono totale sulla croce. Così la giustizia somma diventerà somma misericordia, mentre Gesù si confonde con i peccatori, accettando umiliazioni e sofferenze fino alla croce per ottenere misericordia. Tutta la comunità cristiana dovrà rendersi conto che la giustizia di Dio è mettersi in fila con gli ultimi per garantire che ciascuno è amato. Matteo offre allora tre immagini per aiutare a capire ciò che è avvenuto. * L'apertura dei cieli indica l'investitura ufficiale per il ministero di Gesù (come per Ezechiele: Ez.1,1) e, nello stesso tempo, è l'inizio della comunione tra Dio e il mondo: dono e servizio del suo popolo. Squarciare cieli ricorda l'incomunicabilità con Dio e la preghiera che Isaia ci ricorda: "Se tu squarciasse il cieli e scendessi! Davanti a te sussulterebbero i monti” (63,19). Gesù apre finalmente il mondo di Dio per lasciarlo spalancato. Dio si manifesta in pienezza: il Padre, il Figlio, lo Spirito: (la voce, Gesù, il segno della colomba). Tutto si svolge sotto gli occhi del popolo che Dio ama tanto da offrire suo Figlio. * La colomba è riferita allo Spirito, alla presenza di Dio e spesso si è manifestata come fuoco che scende dal cielo, come acqua del diluvio che ha distrutto il mondo vivente. La venuta dello Spirito è aspettata come purificazione dalla presenza dei malvagi. E invece la colomba è amore, tenerezza, affetto, attenzione al proprio nido. Gesù è la nuova casa dello Spirito * La voce. Viene qui posta la sintesi della fede che si è fatta strada nella comunità cristiana dopo la Pasqua. Angosciati dallo scandalo della morte di Gesù, Matteo garantisce: "Gesù è il Figlio (Salmo 2,7). Dio si riconosce in Lui e accetta di essere riconoscibile nel Figlio. · Egli è il prediletto: è l'unico, l'amato come il figlio di Abramo: Isacco. (Gen. 22), che Dio sacrifica per la salvezza. · Dio "si compiace" nel servo di Dio (Is. 42,1): profeta sofferente e glorioso. Gesù esce dall'acqua e inizia il suo cammino per un popolo libero. |