 Domenica dopo l’Epifania: Battesimo di Gesù
12 gennaio 2014
Matteo3, 13-17 Riferimenti : Isaia:55, 4-7-
Salmo 28 - Paolo agli Efesini. 2, 13-22
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Isaia:55, 4-7
Così dice il
Signore Dio: Ecco, l’ho costituito testimone
fra i popoli,principe e sovrano sulle
nazioni. Ecco, tu chiamerai gente che non
conoscevi; accorreranno a te nazioni che non
ti conoscevano a causa del Signore, tuo Dio,
del Santo d’Israele,che ti onora. Cercate il
Signore, mentre si fa trovare, invocatelo,
mentre è vicino. L’empio abbandoni la sua via e
l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al
Signore che avrà misericordia di lui e al
nostro Dio che largamente perdona.
In questo testo il profeta
intravede il tempo della liberazione e parla ad
un popolo che vive a Babilonia, scoraggiato
dal lungo esilio e deluso che il Signore non
sappia o non voglia provvedere. In questo
testo c’è un invito ad un banchetto nei primi
versetti: “O voi tutti assetati, venite
all’acqua, voi che non avete denaro, venite,
comprate e mangiate; venite, comprate senza
denaro, senza pagare, vino e latte. Perché
spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su,
ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete
cibi succulenti. Porgete l’orecchio e venite
a me, ascoltate e vivrete. Io stabilirò per voi
un’alleanza eterna, i favori assicurati a
Davide” (55,1-3). Per riprendere forza nulla può
sostituire un grande pranzo con un invito
gratuito a mangiare e a bere, oltre che ad
ascoltare, a somiglianza di alcuni inviti per
la casa della Sapienza (Pr 9,5-6; Sir 24,19-21).
Con la differenza che là parlava la Sapienza
e qui è Dio stesso che incoraggia a venire e
garantisce. Il Signore assicura che i suoi
giuramenti saranno rispettati e ci sarà una
discendenza per il misterioso nuovo Davide.
E’costituito testimone per i popoli e tra essi
proclamerà le lodi di Dio. Dopo la
garanzia e la presentazione del personaggio
capace di “Alleanza eterna”, sconosciuto ma
promesso a Davide, l’invito ripropone di
“cercare il Signore”. E’ il linguaggio dei
profetiche iniziano spesso con l’impegno del
servizio al tempio, ma poi si aprono e si
allargano alla fede, concretizzandola in
atteggiamenti di coerenza verso la giustizia e
la fraternità. Come sempre accade, il profeta
invita alla collaborazione, a partire da una
verifica di responsabilità e di onestà,
cercando quello che è costruttivo e coerenza con
la parola e la presenza del Signore. Esiste
sempre l’invito alla collaborazione, alla
ricerca di significati. Rimettiti a cercare
poiché i tesori di Dio sono sempre disseminati
sul tuo cammino e i tempi porteranno novità.
La situazione di un popolo ormai rassegnato e
senza entusiasmo obbliga a scuotersi poiché
non c’è più nulla che resista o aiuti a operare
con entusiasmo. Altrimenti l’unica espressione
del cuore che conosce è quella della sfiducia,
del della stanchezza, della delusione. Così non
cresce nulla che valga la pena di far
appassionare. Il Signore, attraverso il profeta,
sta dicendo di scuotersi, di svecchiare i
sentimenti e le rassegnazioni. Il mondo è nuovo
ed egli è sempre presente, disponibile a
riprendere cammini e attenzioni, desideroso di
riconoscere responsabilità e fedeltà. Il
Signore sa anche la fatica e la pena che a
ciascuno porta l’incapacità di riprendere
entusiasmo e di gustare ciò che è bello e ciò
che è vero. Egli stesso scuote,iniziando da
un grande pranzo, per ritrovare lena, fiducia, e
scrollare di dosso la sfiducia e la
stanchezza. |
Paolo agli Efesini. 2, 13-22
br>Fratelli, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani,
siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo. Egli
infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa
sola,abbattendo il muro di separazione che li divideva,
cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne. Così egli ha
abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per
creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo
la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo
corpo, per mezzo della croce,eliminando in se stesso
l’inimicizia. Egli è venuto ad annunciare pace a voi che
eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo
di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al
Padre in un solo Spirito. Così dunque voi non siete più
stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e
familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli
apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso
Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben
ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche
voi venite edificati insieme per diventare abitazione di
Dio per mezzo dello Spirito. Paolo sta ripensando ai cristiani che egli ha conosciuto ed alle
comunità da lui fondate che cercano di essere fedeli al
Signore. Mentre è in carcere a Roma, probabilmente, attorno agli
anni 61-63, vuole incoraggiare gli abitanti della città pagana
di Efeso che, probabilmente,sentono la profonda diffidenza e
il disagio di credenti ebrei che non accettano o sopportano
male la presenza di pagani convertiti. Ovviamente hanno stili e
sensibilità diverse, non provenendo dal mondo ebraico e
quindi urtano magari in piccoli gesti o comportamenti gli
altri credenti. Paolo vuole incoraggiare dicendo che, “se un
tempo voi, pagani per nascita,eravate senza Cristo,… ora
siete diventati vicini grazie al sangue di Cristo” (2,11-13).
Paoloha sempre, davanti agli occhi quel muro che a
Gerusalemme, alto un metro e mezzo,circondava l’area
religiosa del tempio, e su cui erano disposti 13 piccole lapidi
di marmo su cui era inciso, in latino e greco, il divieto ai
pagani di entrare nel recinto sacro, sotto pena di morte. E
proprio con questa immagine Paolo può garantire che con la sua
morte Gesù ha cancellato ogni divisione ed ha abbattuto
questo muro, costituendo un popolo solo, dei due, di prima,
nemici, diffidenti e lontani. Così Gesù è la nostra pace,
abolendo la separazione e riconciliando i due popoli. Anzi ha
riconciliato cielo e terra con la sua morte, rappacificando i
popoli con Dio. Paolo ci offre una immagine splendida di
processione di tutti i popoli salvati,pagani ed ebrei, in
cammino verso il Padre, in un solo Spirito (2,18).La
conclusione è ricca di speranza poiché tutti siamo garantiti di
essere “concittadini dei santi e familiari di Dio” (2,19).
Edificati sugli apostoli e sui profeti, con “Gesù, pietra
angolare, tutti crescono in un edificio che è tempio santo
nel Signore” e quindi “edificati insieme per diventare
abitazione di Dio per mezzo dello Spirito”.Si è passati,
nell’immaginario di Paolo, nel ricordo nostalgico del tempio
alle nuove costruzioni dei templi disseminati nel mondo
poiché ogni persona credente, qualunque sia la propria
origine, ospita la presenza di Dio per lo Spirito. La nostra
fede dovrebbe aiutarci a cogliere questa profonda novità e
presenza. Quando siamo in luoghi affollati, in metropolitana
o treni, nel supermercato o per le strade, sia pure
nell’anonimato di una folla, là c’è la presenza del Signore e,
comunque, ognuno di noi portala presenza di Dio mediate il
suo Spirito..Ci stiamo accorgendo, in questi tempi di
globalizzazione, di crisi, di timori e di speranze, che sta
crescendo l’anelito alla pace ed alla fraternità, soprattutto
tra i poveri di tutti i popoli della terra? Un grande segno
di bellezza e di novità è stata la testimonianza umana, carica e
portatrice di perdono e coraggio, di Nelson Mandela. |
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Il fiume Giordano nei pressi di e
Giovanni battezzò Gesù |
Matteo3, 13-17
In quel tempo. Gesù dalla
Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo:«Sono io che ho bisogno di
essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia
fare per ora, perché conviene chea dempiamo ogni giustizia». Allora
egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si
aprirono per lui i cieli ed eglivide lo Spirito di Dio discendere come
una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva:
«Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Il battesimo che Giovanni utilizza, dopo ogni sua
predicazione, come segno conclusivo della coscienza di peccatore, è per la
purificazione di coloro che, consapevoli, vogliono ricominciare, rinnovato,
il cammino di Dio. Immergersi significa lavare e cancellare il male
nell’acqua che la corrente porta via; e l’emergere porta alla nascita dell’uomo
nuovo. Giovanni compie questo gesto su coloro che accettano di condividere la
sua stessa vita,facendosi discepoli e cambiano vita per prepararsi al
Messia. Ma per inserirsi nelle fila di chi aspetta il battesimo, bisogna
riconoscersi i peccatori. Per questo farisei e i sadducei non seguono
Giovanni perché si ritengono giusti (Lc 7,30).Ma perché Gesù vuole per sé,
da Giovanni, il battesimo? E’ l’interrogativo che si fa Giovanni,ed è
l’interrogativo della comunità di Gesù fin dopo la sua risurrezione. La domanda
di Giovanni riceve una risposta misteriosa: «Lascia fare per ora, perché
conviene che adempiamo ogni giustizia» (3,15). Il tema della giustizia di Dio
con il Messia ha messo in difficoltà tutti coloro che lo hanno incontrato,
compreso gli apostoli, che hanno continuato a pensarlo come il potente, il
re, il dominatore, il vincitore e poi lo hanno visto crocifisso, deriso e
maledetto sulla croce. E’ la giustizia di Dio che vuole che tutti i peccatori
siano i suoi fratelli e le sue sorelle. La giustizia sarà sviluppata nei
discorsi delle beatitudini: la si cerca con il Regno ogni giorno, si adempie
seguendo la legge e i profeti, si accetta lo stile nuovo di Gesù. E tutta la
comunità cristiana dovrà rendersi conto che la giustizia di Dio è mettersi in
fila con gli ultimi per garantire che ciascuno è amato. Le tre immagini ci
aiutano a capire il significato della venuta di Gesù, nel suo battesimo.*
L'apertura dei cieli indica che Gesù, finalmente, apre il rapporto nuovo tra
cielo e terra che per secoli si era chiuso e da secoli non appariva un
profeta. Importante la preghiera che Isaia ci ricorda: "Se tu squarciasse il
cieli e scendessi! Davanti a te sussulterebbero i monti” (63,19).Gesù apre
finalmente il mondo di Dio per lasciarlo spalancato. Dio si manifesta in
pienezza.* La colomba è riferita allo Spirito, alla presenza di Dio. Egli
non si presenta come distruzione,ma “come una colomba”. Essa manifesta
amore, tenerezza, affetto, attenzione al proprio nido. Gesù è la nuova casa
dello Spirito La voce indica la ricchezza e la novità della fede. Viene qui
posta la sintesi della fede che si è fatta strada nella comunità cristiana
dopo la Pasqua. Angosciati dallo scandalo della morte di Gesù, Matteo
garantisce: "Gesù è il Figlio (Salmo 2,7). Dio si riconosce in Lui e accetta di
essere riconoscibile nel Figlio. “E’ il prediletto, l'unico, l'amato come il
figlio di Abramo:Isacco. (Gen. 22). Eppure Dio gli chiede di sacrificarsi
per la salvezza di tutti gli uomini e donne E perciò in lui Dio "si
compiace". E già Isaia lo ha preannunciato quando ha parlato del “servo di
Dio” (Is. 42,1): profeta sofferente e glorioso. Gesù esce dall'acqua e inizia
il suo cammino per un popolo libero. Ognuno di noi cristiani è stato
battezzato e quindi in lui si è svolto lo stesso mistero di Cristo, lo stesso
riconoscimento da parte del Padre, la stessa vocazione della vita di ciascuno
per il proprio tempo. E’ una grandezza offerta a noi per il mondo, offerta al
mondo attraverso noi. Va richiamato il proprio battesimo con libertà, con
discrezione poiché non è esibizione ma comunione, condivisione, accoglienza,
tenerezza, misericordia. Ce lo ricorda papa Francesco. |