VIII DOMENICA DOPO PENTECOSTE
DIO SI PREOCCUPA DI NOI
3 AGOSTO 2014
 Matteo 4, 18-22
Riferimenti : Samuele 3, 1-20 -  SALMO 62 (63) - Efesini 3, 1-12
Solo in Dio riposa l'anima mia; da lui la mia salvezza. Lui solo è mia rupe e mia salvezza, mia roccia di difesa: non potrò vacillare. Fino a quando vi scaglierete contro un uomo, per abbatterlo tutti insieme, come muro cadente, come recinto che crolla?

Samuele 3, 1-20

La guerra tra la casa di Saul e la casa di Davide si protrasse a lungo. Davide con l'andar del tempo si faceva più forte, mentre la casa di Saul andava indebolendosi. In Ebron nacquero a Davide dei figli e furono: il maggiore Amnòn, nato da Achinoàm di Izreèl; il secondo Kileàb, da Abigail già moglie di Nabal da Carmel; il terzo Assalonne, nato da Maaca, figlia di Talmài re di Ghesùr; il quarto Adonìa nato da Agghìt; il quinto Sefatìa, figlio di Abitàl; il sesto Itreàm, nato da Eglà moglie di Davide. Questi nacquero a Davide in Ebron. Mentre durava la lotta tra la casa di Saul e quella di Davide, Abner era diventato potente nella casa di Saul. Saul aveva avuto una concubina chiamata Rizpà figlia di Aià. Ora Is-Bàal disse ad Abner: "Perché ti sei unito alla concubina di mio padre?". Abner si adirò molto per le parole di Is-Bàal e disse: "Sono io una testa di cane, di quelli di Giuda? Fino ad oggi ho usato benevolenza alla casa di Saul tuo padre, favorendo i suoi fratelli e i suoi amici, e non ti ho fatto cadere nelle mani di Davide; oggi tu mi rimproveri una colpa di donna. Tanto faccia Dio ad Abner e anche peggio, se io non farò per Davide ciò che il Signore gli ha giurato: trasferire cioè il regno dalla casa di Saul e stabilire il trono di Davide su Israele e su Giuda, da Dan fino a Bersabea". Quegli non fu capace di rispondere una parola ad Abner, perché aveva paura di lui. Abner inviò subito messaggeri a Davide per dirgli: "A chi il paese?". Intendeva dire: "Fà alleanza con me ed ecco, la mia mano sarà con te per ricondurre a te tutto Israele". Rispose: "Bene! Io farò alleanza con te. Però ho una cosa da chiederti ed è questa: non verrai alla mia presenza, se prima non mi condurrai davanti Mikal figlia di Saul, quando verrai a vedere il mio volto". Davide spedì messaggeri a Is-Bàal, figlio di Saul, intimandogli: "Restituisci mia moglie Mikal, che feci mia sposa al prezzo di cento membri di Filistei". Is-Bàal mandò incaricati a toglierla al suo marito, Paltiel figlio di Lais. Suo marito la seguì, camminando e piangendo dietro di lei fino a Bacurim. Poi Abner gli disse: "Torna indietro!" e quegli tornò. Intanto Abner rivolse questo discorso agli anziani d'Israele: "Da tempo voi ricercate Davide come vostro re. Ora mettetevi al lavoro, perché il Signore ha detto e confermato a Davide: Per mezzo di Davide mio servo libererò Israele mio popolo dalle mani dei Filistei e dalle mani di tutti i suoi nemici". Abner ebbe colloqui anche con gli uomini di Beniamino. Poi Abner tornò solo da Davide in Ebron a riferirgli quanto era stato approvato da Israele e da tutta la casa di Beniamino. Abner venne dunque a Davide in Ebron con venti uomini e Davide fece servire un banchetto ad Abner e ai suoi uomini.

Questo è un racconto di vocazione profetica. Sono molti gli sviluppi del tema della vocazione nei profeti: Amos (7,15), Isaia (6,1-10), Geremia (1,4-10), Ezechiele(cc. 2-3) ma si risale ad Abramo (Gen. 12,1-3), ed a Mosé che svolge il ruolo di liberare di schiavi (Es.3). Si esprime così l'idea fondamentale che la storia degli uomini e del mondo è nelle mani di Dio che indirizza verso progetti che solo lui conosce con la forza della sua Parola.
Samuele era figlio di Anna, una donna sterile che - pregando il Signore a Silo, dove era sacerdote Eli - ottiene di partorire un figlio, mettendo così fine alla sua afflizione. Essa ha offerto, in ringraziamento, come voto al Signore, il suo primogenito facendolo servire presso il santuario di Silo, dove risiedeva l'arca del Signore (1Sam 1-2).
Il racconto è drammatico poiché proprio l'intermediario: Eli, che aiuta Samuele a scoprire la voce del Signore, sarà rifiutato con tutta la sua famiglia e tuttavia egli sosterrà con forza il giudizio di Dio, riferito da Samuele bambino, di una condanna per la troppa accondiscendenza di sé, padre verso i propri figli malvagi (22,22-25). Eppure in lui, sacerdote del Signore, colpito da castigo, continua la grande dedizione di chi non teme di perdersi, pur di garantire la continuità della Parola di Dio al suo popolo, visto che "la Parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti" (3,1). E Samuele ogni volta che viene chiamato è disponibile all'obbedienza verso il vecchio sacerdote e si vedrà compensato in un dialogo diretto con Dio.

Efesini 3, 1-12
Fratelli, io, Paolo, il prigioniero di Cristo per voi pagani... penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero, di cui vi ho già scritto brevemente. Leggendo ciò che ho scritto, potete rendervi conto della comprensione che io ho del mistero di Cristo. Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chia-mate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo, del quale io sono divenuto ministro secondo il dono della grazia di Dio, che mi è stata concessa secondo l'efficacia della sua potenza. A me, che sono l'ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia: annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo e illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell'universo, affinché, per mezzo della Chiesa, sia ora manifestata ai Principati e alle Potenze dei cieli la multiforme sapienza di Dio, secondo il progetto eterno che egli ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, nel quale abbiamo la libertà di accedere a Dio in piena fiducia mediante la fede in lui.

Negli scritti di Paolo e nell'Apocalisse di Giovanni ricorre spesso la parola "mistero", molto poco usato nei Vangeli: "a voi è dato di conoscere i misteri del Regno dei cieli" (Mc 4,11; Mt 13,11). Si vuole identificare il progetto di Dio sul mondo, progetto inaccessibile che gli uomini non possono comprendere perché si colloca molto al di sopra della nostra intelligenza come il cielo è molto al di sopra della terra (Isaia 55,9).
E se al tempo di Gesù si pensava che il progetto di Dio si dovesse rivelare come dono, comunicato attraverso sogni e visioni per alcuni uomini, Paolo richiama che i piani di Dio vengono annunciati dai predicatori, dagli apostoli e dai profeti delle comunità cristiane. Essi raccolgono ciò che Dio opera nel suo popolo ed esse hanno il compito di sviluppare una profonda attenzione dell'azione di Dio tra noi. Attraverso la storia, gli avvenimenti e il richiamo della Parola di Gesù si svela passo passo il piano di Dio.
Paolo sente in se stesso di far parte di queste persone che hanno scoperto il progetto di Dio e quindi sente la responsabilità di offrire il significato della sua vocazione apostolica, "lo Paolo sono apostolo dei pagani perché diventino un popolo solo, salvato, cosciente, credente con il popolo ebraico, in Gesù". Perciò "le genti" (da cui i "gentili" -pagani) sono diventate "coeredi", "incorporati", "compartecipi". Così Paolo esprime il mistero svelato: è importante restituire un'unica Chiesa, corpo di Gesù e popolo di Dio. Questo progetto di unità e l'eredità di Abramo per tutti i popoli, e non semplicemente per Israele, contrasta con un esasperato razzismo che divide i popoli tra ebrei e pagani, greci e barbari, liberi e schiavi, uomini e donne, colti e ignoranti. Sono divisioni che si ripropongono ancora oggi, non allo stesso modo, per alcuni aspetti, ma in forme esasperate per altri: bianchi e neri, stanziali e nomadi, nativi e immigrati. Il progetto di Dio è quello di costituire una realtà sola.

   
Matteo 4, 18-22
Simone,"Prendi il largo e getta le reti......"
Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. E disse loro: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini". Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono.
Dio ci sorprende sempre con il suo amore, prendendo lui l'iniziativa d'intervenire nella vita di ciascuno di noi. Lo fa a modo suo: talvolta in modo appariscente come nel caso di san Paolo. Di solito però il Signore preferisce far udire la sua voce in modo più discreto, come fece con Samuele o persino durante il lavoro quotidiano come capitò ai dodici apostoli. Una cosa è sicura: Dio si preoccupa di noi. Ci ama, anzi, ci ha amato da sempre per primo e continua ad attrarci a sé.
Come emerge dalle pur diverse vicende di Samuele, di san Paolo e dei dodici apostoli, Dio si prende cura singolarmente di ogni persona e preferisce parlare quando tutto tace attorno e dentro di noi." E' nella profondità del silenzio che la Parola attinge la propria forza creatrice. E' nel deserto del silenzio che la Parola trova la propria fecondità",scrive un autore spirituale. Quindi, se in certi periodi non riusciamo a sentire il Signore accanto a noi, chiediamoci: è proprio vero che Dio tace, come spesso lo accusiamo di fare? Non sarà che siamo noi che non creiamo le condizioni favorevoli per ascoltare ciò che egli desidera da noi? Oltre al silenzio e alla preghiera, può essere utile avere una guida spirituale con cui confrontarci, una persona di fiducia alla quale ci sentiamo di aprire il cuore.
Cerchiamo di rimanere sempre in ricerca di Dio, sempre pronti ad accoglierne i messaggi. Non stanchiamoci di continuare a cercare quel Dio "dal Quale allontanarsi è cadere, al Quale rivolgersi è risorgere, nel Quale rimanere è stare saldi, al Quale ritornare è rinascere, nel Quale abitare è vivere". ( S.Agostino