 Presentazione del Signore al
tempio 2 febbraio 2014
Luca 2, 22-40
Riferimenti : Malachia3,1-4 - Salmo 23
- romani 15,8-12 |
| Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo
nome. Se dovessi camminare in una valle oscura, non
temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il
tuo vincastro mi danno sicurezza. Davanti a me tu prepari
una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il
mio capo. Il mio calice trabocca. Felicità e grazia mi saranno
compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del
Signore per lunghissimi anni. |
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Malachia3,1-4 Così dice il
Signore Dio: «Ecco, io manderò un mio
messaggero a preparare la via davanti a me e
subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi
cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi
sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli
eserciti. Chi sopporterà il giorno della sua
venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è
come il fuoco del fonditore e come la lisciva
dei lavandai. Siederà per fondere e purificare
l’argento; purificherà i figli di Levi, li
affinerà come oro e argento, perché possano
offrire al Signore un’offerta secondo giustizia.
Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà
gradita al Signore come nei giorni antichi, come
negli anni lontani».
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romani 15,8-12 Dico infatti che
Cristo si è fatto servitore dei circoncisi in favore della
veracità di Dio, per compiere le promesse dei padri; le nazioni
pagane invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta
scritto: Per questo ti celebrerò tra le nazioni pagane, e
canterò inni al tuo nome. E ancora: Rallegratevi, o
nazioni, insieme al suo popolo. E di nuovo: Lodate,
nazioni tutte, il Signore;i popoli tutti lo esaltino. E a
sua volta Isaia dice: Spunterà il rampollo di Iesse, colui
che sorgerà a giudicare le nazioni: in lui le nazioni
spereranno.
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Giotto, cappella degli Scrovegni: Presentazione di Cristo
Secondo la vecchia tradizione ebraica un neonato di sesso maschile
apparteneva al tempio, ma poteva essere riscattato dai genitori |
Luca 2, 22-40 Quando venne il
tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a
Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore:
ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una
coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. Ora
a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che
aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli
aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il
Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e
mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo
prese tra le braccia e benedisse Dio: "Ora lascia, o Signore, che il tuo
servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han
visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele". Il padre e
la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone
li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la
risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano
svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima".
C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era
molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era
ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si
allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del
bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero
tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla
loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza,
e la grazia di Dio era sopra di lui. Il Signore visita il suo
tempio. Egli non viene per giudicare l'inosservanza della legge, ma per
sottomettersi come uomo all'obbedienza al Padre al quale gli uomini hanno
disobbedito. Viene a pagare il debito dell'uomo. Dio non esige il sacrificio
dell'uomo alla propria maestà (questa è la menzogna di Adamo e di tutte le
perversioni religiose), ma esige il riconoscimento di sé come dono e sergente di
vita perché possiamo attingervi in abbondanza. Presentandosi a Dio, l'uomo viene
restituito a se stesso. Riconoscendo che la vita dell'uomo è data da Dio, noi
scopriamo l'altissimo dono della vita. Simeone significa "Dio ha ascoltato". Lo
Spirito Santo era su di lui: per questo ascolta e osserva la Parola. Solo gli
uomini illuminati dallo Spirito sanno spiegare esattamente la Scrittura e
giudicare gli eventi della salvezza. Le braccia del vecchio Simeone
rappresentano le braccia bimillenarie d'Israele che ricevono il fiore della
nuova vita, la promessa di Dio. Il Cantico di Simeone si pone sulla linea della
grande tradizione del Servo di Jahvé: "Io ti renderò luce delle nazioni perché
tu porti la mia salvezza fino all'estremità della terra" (Is 49,6). Ora si
compie quanto era stato predetto: "Alzati, rivestiti di luce, la gloria del
Signore brilla su di te. Poiché, ecco, le tenebre ricoprono la terra, nebbia
fitta avvolge le nazioni; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare
in te. Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere"
(Is 60,1-3). Solo chi vede Gesù salvatore può vivere e morire in pace. Solo
l'incontro con Dio può sanare la vita dal veleno della paura della morte e
guarire l'uomo dalla falsa immagine di Dio. Dietro la porta della morte non ci
attende un abisso di tenebre, ma la sala illuminata del banchetto della vita
eterna. Alla salvezza e alla pace, già presenti nel Cantico di Zaccaria, qui si
aggiunge la luce con una chiara connotazione di universalismo: la salvezza è per
tutti i popoli. Simeone, mosso dallo Spirito, ha riconosciuto Gesù; ora predice
a Maria il destino del figlio. La persona di Gesù è spiegata ancora oggi a noi
dall'Antico Testamento. Gesù sarà insieme causa di caduta e di risurrezione per
le moltitudini d'Israele, perché porta una salvezza "scandalosa" che nessuno è
in grado di accettare. Gesù contraddice ogni pensiero dell'uomo. E' scandalo e
follia. Per questo tutti lo contraddicono, si scandalizzano di lui e cadono.
Viene qui adombrato il mistero della morte e risurrezione del Signore che come
spada attraverserà il cuore di ogni discepolo e di tutta la Chiesa, di cui Maria
è figura. Alla parola dura di condanna, di contraddizione e di spada, subentra
la parola di felicitazione, di conforto e di sostegno. Il nome della profetessa
e quelli dei suoi avi significano salvezza e benedizione. Anna vuol dire: Dio fa
grazia; Fanuele: Dio è luce; Aser: felicità. I nomi non sono privi di
significato. E qui il loro significato illumina e immerge tutto nello splendore
della gioia, della grazia e della clemenza di Dio. Il tempo messianico è tempo
di luce piena. Anna è tratteggiata come luminoso esempio delle vedove cristiane.
"Colei che è veramente vedova ed è rimasta sola, ha messo la speranza in Dio e
si consacra all'orazione e alla preghiera giorno e notte" (1Tm 5,5). Illuminata
dallo Spirito Santo, Anna riconosce il Messia nel bambino che Maria porta al
tempio. Facendo seguito a Simeone, loda Dio e parla continuamente di Gesù a
tutti quelli che aspettano "la redenzione di Gerusalemme" ( v.38). Nel
tempio di Gerusalemme si svelano due aspetti: la contraddizione nei confronti di
Gesù e l'accoglienza nella fede,la condanna e la salvezza, la caduta e la
risurrezione. Da Gerusalemme, nel cui tempio viene innalzato il segno, s'irradia
la luce che rischiara i pagani e si manifesta la gloria d'Israele. Ciò accade
ora, mentre Gesù viene nel tempio; e accadrà ancora più chiaramente quando sarà
"assunto" in Gerusalemme, cioè innalzato nella gloria. Allora si radunerà il
nuovo popolo di Dio, e i suoi messaggeri da Gerusalemme si diffonderanno in
tutto il mondo per raccogliere i popoli attorno al segno di Cristo.
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