II DOMENICA DOPO PENTECOSTE
22 giugno 2014
 Matteo. 5, 43-48
Riferimenti : Siracide. 17,1-4. 6-11b. 12-14 - Salmo -  Romani. 1, 22-25. 28-32
 

Siracide. 17,1-4. 6-11b. 12-14

Il Signore creò l'uomo dalla terra e adessa di nuovo lo fece tornare. Egli assegnò loro giorni contati e un tempo definito, dando loro potere su quanto essa contiene. Li rivestì di una forza pari alla sua e a sua immagine li formò. In ogni vivente infuse il timore dell'uomo,perché dominasse sulle bestie e sugli uccelli. Discernimento, lingua, occhi,orecchi e cuore diede loro per pensare. Li riempì di scienza e d'intelligenza e mostrò loro sia il bene che il male. Pose il timore di sé nei loro cuori, per mostrare loro la grandezza delle sue opere, e permise loro di gloriarsi nei secoli delle sue meraviglie. L'oderanno il suo santo nome per narrare la grandezza delle sue opere. Pose davanti a loro la scienza e diede loro in eredità la legge della vita, Stabilì con loro un'alleanza eterna e fece loro conoscere i suoi decreti. I loro occhi videro la grandezza della sua gloria, i loro orecchi  sentirono la sua voce maestosa.Disse loro: «Guardatevi da ogni ingiustizia!» e a ciascuno ordinò di prendersi cura del prossimo.

 Il mondo si presenta nella sua bellezza, capolavoro del Dio creatore. Attrezzato perché potessediventare la casa delluomo, si presenta come dono, complesso e articolato, per renderepossibile la vita di ciascuno. Lautore biblico si rende conto di un suo compito fondamentale:deve comunicare la conoscenza di questo universo allumanità e perciò ricorda Ascoltami,figlio, e impara la scienza, e nel tuo cuore tieni conto delle mie parole( v 6,24). I due piani tradizionali del cielo e della terra si riflettono in due gruppi di creature: quelle celesti e quellaterrestri. Luomo, al centro, partecipa delle une con il suo dominio e partecipa alle altre con lasua natura mortale. Poiché è fatto di terra, ritorna alla terra nella sua mortalità. Ha il tempocontato, eppure è fatto a immagine di Dio e partecipa allo stesso dominio del Signore sulmondo. E, dotato di sensi e di ragione che lo rendono superiore agli animali, nel suo cuore haricevuto doni dsl Signore che permettono di sviluppare il suo proprio rapporto religioso con ilmondo e il suo creatore. Mentre riconosce le opere di Dio, apprezza i comandamenti della legge che il Signore ha posto nel mondo.In questo testo si fa riferimento al timore tanto nel rapporto degli animali con lumanità: Inogni vivente infuse il timore delluomo, perché dominasse sulle bestie e sugli uccelli (17,4)quanto nel rapporto dellumanità con Dio: Pose il timore di sé nei loro cuori, per mostrareloro la grandezza delle sue opere, e permise loro di gloriarsi nei secoli delle sue meraviglie.Se il timore delluomo negli animali permette rispetto del valore delluomo, immagine di Dio,coordinatore e signore del mondo, il timore nelluomo verso Dio riporta collaborazione nella realtà e il rispetto di gerarchie e di valori. Il timore, in questo caso, non è paura né angoscia,ma consapevolezza di dover mantenere rispetto a realtà più grandi. Nellumanità il timoreacquista un significato particolarmente interiore: non è tanto un sentimento emotivo cheallontana, ma la capacità di sapersi fermare ad analizzare, a riflettere, ad aprire la propriaintelligenza sulle grandezze delle opere di Dio e sulle sue meraviglie. Questo timorearricchisce di consapevolezza e di dignità perché ci si può gloriare nei secoli delle meravigliedi Dio che abbiamo saputo conoscere e rispettare.Per Israele cè una particolare attenzione poiché, nella sua storia, il popolo che ha fattounAlleanza con Dio può riconoscere un rapporto eterno attraverso cui Dio offre la sua legge efa conoscere i suoi decreti (17,12). Ci si ritrova qui, ovviamente, con la manifestazione di Diosul Sinai e sono coinvolti lintelligenza, gli occhi e le orecchie: con la conoscenza si siaappropria della grandezza della legge, mentre gli occhi vedono la sua gloria e gli orecchi sentono la sua voce maestosa (17,13). A questo punto viene fatta una sintesi preziosa dellalegge di Mosé: il rispetto della giustizia e la cura del prossimo (17,14). Viene in tal modo sfrondata la legge dai suoi cataloghi (365 leggi negative e 248 positive) per arrivare asintetizzarne due. Anche Gesù ripropone scelte simili: Ama Dio e ama il prossimo(Mt22,34- 40), riprendendo i testi di Deut 6,5 e Lv 19,18.

Romani. 1, 22-25. 28-32

Fratelli, mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un immagine e una figura di uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di. Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne: sono colmi di ogni ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di lite, di frode, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, arroganti,superbi, presuntuosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali,senza cuore, senza misericordia. E, pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte,non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa.

Paolo vuole mostrare che solo la giustizia di Dio giustifica i credenti e la giustizia di Dio siritrova mediante la fede in Gesù. Fuori del Vangelo non cè salvezza; e di questa salvezza nehanno bisogno sia i pagani che gli ebrei (1,18-3,20); e a quel punto Paolo, nella sua lettera, presenterà la rivelazione della giustizia di Dio (3, 21-31). Paolo è sicuro che i pagani stessi possono avere un riferimento per la conoscenza di Dio, soloche avessero contemplato con intelligenza le opere da lui compiute: come la sua eterna potenza e divinità. Ma, pur potendo conoscere Dio, non gli hanno dato gloria né hanno resograzie come a DIO, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti (1, 21-22). Coloro che si ritenevano sapienti hanno deformato il volto di Dio, vanificandolo in una maschera diidolatria. Così Dio li ha abbandonati. In tal modo hanno stravolto ogni linea morale, cominciando a deturpare i loro corpi nella impurità e disonorandoli; ed hanno screditato anchele loro menti, scambiando la verità con la menzogna, capovolgendo ogni gerarchia di valori.Mentre Paolo continua la lettura critica della moralità del suo tempo, sente in sottofondo,come per un ritornello: Dio li ha abbandonati. Dio non castiga, ma il castigo si risolvenellessere abbandonati. Viene qui riportato uno dei tanti cataloghi di vizi presenti nelle lettere di Paolo poiché lapostolo desidera proporre davanti agli occhi le deformazioni che spessovengono accettate per assuefazione, tanto che si perde la sensibilità e non ci si rende più contodel male. Tali deformazioni modificano il volto della fede e della coerenza. E un campanellodallarme di una mentalità che può serpeggiare anche tra noi, nei comportamenti dei credenti.

 
 
Santuario delle Beatitudini e vista dal Monte delle Beatitudini
 Matteo. 5, 43-48
In quel tempo.Il Signore Gesù si mise a parlare e insegnava alle folle dicendo: Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano,affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giustie sugli ingiusti.Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate distraordinario? Non fanno così anche i pagani?Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
Gesù ha un grande rispetto della Legge (Torah): egli dice che non può essere né smentita nécontraddetta, perché è Parola di Dio (Mt 5,17 ss). E tuttavia Gesù la interpreta in modoparticolarmente originale. Stiamo leggendo un testo del Vangelo di Matteo e Gesù vienepresentato come Messia grande in Parole e in opere. Perciò questa prima parte del Vangelo di Matteo è una lettura morale, la Parola sulla vita quotidiana e il primo discorso sui cinque,riportati in tutto il Vangelo. Viene dettoil discorso della montagna e occupa tre capitoli.Segue il racconto di nove miracoli (tre gruppi di tre, per indicare perfezione e completezza) e riporterà i fatti di liberazione per una umanità bisognosa di fiducia. Gesù, perciò, inizia il Discorso della Montagna con lelenco delle beatitudini, diceMatteo, che sono una lunga e paradossale riflessione sulla felicità (è considerato il discorsofondativo della linea morale della Nuova Alleanza). La proposta di Gesù, in questo discorso,continua inerpicandosi nella Legge (la Toràh ebraica), sviluppandola attraverso sei approfondimenti. Sono solo sei per garantire che lelenco e lapprofondimento non sonocompleti e spetterà ai suo discepoli riflettere e completare nella storia lo sviluppa della leggemorale.La formulazione si presenta su un comune schema: Avete inteso che fu detto dagliantichi…Ma io vi dico…(5,21-48). Ma nonostante lespressione, non si tratta di contrapposizioni, ma reinterpretazione della legge.Oggi leggiamo l'ultimo esempio dei sei approfondimenti.Gesù offre alla sua comunità lo stile nuovo e non ha una migliore fonte dellamore del Padre.In pratica il testo di oggi deve essere letto a cominciare dalla conclusione per poter essereinteso in quel profilo di insegnamento: che Gesù ci offre per misurare le proprie scelte di ognigiorno: Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste (6,48).Sconcertati da questa proposta che non ha smussature e protezioni, leggiamo il testo di oggi, lultimo dei sei: Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Maio vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano.Gesù trasforma radicalmente una mentalità di rifiuto del nemico che risulta ovvia esuggerisce la misura su cui ognuno deve giudicare: Comportati come Dio si comporta.Odiare il nemico è una formulazione che non si trova nel Primo Testamento ma, a parte leguerre sante o lo sterminio che in tutte guerra ogni esercito moltiplicava (e gli israeliani nonerano molto diversi dagli altri), non si parla di odio ai nemici anche se in alcuni salmi sigarantisce:"Non odio forse i tuoi nemici, Signore? Li detesto con odio implacabile" (Salmo139,12-22). E In alcuni scritti delle comunità di Qumran (comunità religiosa ebraica al tempo di Gesù), si ritrovano anche espressioni di amore per i credenti (i figli della luce) e odio peri pagani (i figli delle tenebre). Probabilmente si vuole offrire la garanzia a Dio che con ilmale e nemici, portatori di male, non si accettano n nessun modo dei compromessi.Anzi, nel Primo Testamento, alcuni testi incoraggiano a non ricambiare il male: Non dire: «Come ha fatto a me così io farò a lui, renderò a ciascuno come si merita». (Prov 24,29),oppure Quando vedrai l'asino del tuo nemico accasciarsi sotto il carico, non abbandonarlo ase stesso: mettiti con lui a scioglierlo dal carico (Es23,5). Tuttavia il cerchio lo si restringevaai connazionali, rifiutando con forza gli altri: i pagani, per esempio. Linsistenza di Gesù è sconcertante poiché lesempio del Padre, in un mondo contadino,scende nella concretezza più ovvia e insieme più assurda: Egli fa sorgere il suo sole suicattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se Il siate perfetti come il Padrepuò sembrare un pio suggerimento che resta nel vago, lesempio del sole e della pioggia, i due beni, essenziali per la vita e per il lavoro, diventano, di colpo, un mostruoso paradosso. Ma lapredicazione di Gesù continua a muoversi negli esempi sconcertanti della vita normale:Amare chi ti ama, salutare chi ti saluta? E ovvio. Non ci può essere ricompensa, né ci sonogesti straordinari che sorprendano Dio. Dio lo trovi nel gratuito e smuovi lo splendore di Dioquando ti giochi con il gratuito. Se ami il nemico e preghi per chi ti perseguita, apri il cuoredi Dio e lo commuovi. Lincontro di Papa Francesco e Bartolomeo , patriarca di Costantinopoli, sul verde prato delVaticano, con Shimon Peres Israeliano e Abu Mazen Palestinese hanno segnato linizio di untempo nuovo. Si sono messi su una strada dove solo il Signore fa fiorire il deserto e sa creareun nuovo giardino dellEden (per questo hanno pregato su un prato).Perfetto è colui che è disposto a rivedere i propri criteri per unirsi alla volontà di Dio e operaregratuitamente.