DOMENICA DI PENTECOSTE
8 giugno 2014
Giovanni. 14, 15-20
Riferimenti : Atti degli Apostoli. 2, 1-11 - Salmo  103- 1Corinzi 12, 1-11.
Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue malattie; salva dalla fossa la tua vita, ti corona di grazia e di misericordia; egli sazia di beni i tuoi giorni e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza. Il Signore agisce con giustizia e con diritto verso tutti gli oppressi. Ha rivelato a Mosè le sue vie, ai figli d'Israele le sue opere

Atti degli Apostoli. 2, 1-11

Mentre stava compiendosi il giornodella Pentecoste, si trovavano tuttiinsieme nello stesso luogo. Venneall’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatteimpetuoso, e riempì tutta la casadove stavano. Apparvero loro linguecome di fuoco, che si dividevano, e siposarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo ecominciarono a parlare in altrelingue, nel modo in cui lo Spiritodava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a GerusalemmeGiudei osservanti, di ogni nazioneche è sotto il cielo. A quel rumore, lafolla si radunò e rimase turbata,perché ciascuno li udiva parlare nellapropria lingua. Erano stupiti e, fuoridi sé per la meraviglia, dicevano:«Tutti costoro che parlano non sonoforse Galilei? E come mai ciascunodi noi sente parlare nella proprialingua nativa? Siamo Parti, Medi,Elamiti, abitanti della Mesopotamia,della Giudea e della Cappadòcia, delPonto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle partidella Libia vicino a Cirene, Romaniqui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlarenelle nostre lingue delle grandi operedi Dio».

Luca, che vuole richiamare il cammino nel tempo della Comunità di Gesù, ritorna ai suoi inizi perscoprire come è iniziato e quindi come è continuato negli anni successivi.Gli Atti degli Apostoli iniziano con i brevi incontri di Gesù risorto, l’Ascensione e quindi con il tempo dell’attesa che Gesù ha prospettato loro. “Lo Spirito Santo verrà su di voi e mi sarete testimoni” (At 1,8).Non vengono date da Gesù né scadenze, né appuntamenti di calendario: questa sua comunità deve sapervivere nella storia, cogliendo significati e rimanendo a sua disposizione del Signore, pur nella sua pienalibertà ed autonomia. Di fatto, a 50 giorni dalla Pasqua, avviene un avvenimento che cambiacompletamente la loro esistenza. Si sta svolgendo una festa ebraica: la Pentecoste o “Festa dellesettimane” che celebra la conclusione della mietitura e della trebbiatura del grano. E’ quindi una festa diringraziamento in cui vengono portati, come primizie al Signore, due pani lievitati. La stessa festa è carica anche di un significato teologico: si celebra il cambiamento del proprio destino di popolo di Dio,avvenuto con la consegna della legge a Mosé sul Sinai, e quindi con il patto dell’Alleanza, tre mesidopo l’uscita dall’Egitto. E se la Pasqua rappresenta l'ora del fidanzamento di Dio con il suo popolo,liberato dall’Egitto, la Pentecoste ricorda e rinnova le nozze, nella scelta reciproca e nel patto. E se conla "festa delle settimane " si compie il grande impegno e il patto del popolo d’Israele, nello sfondo sirinnovano le altre grandi e antiche alleanze: quella Noè e quella di Abramo. Con la Pentecoste cristianasi celebra la nuova Alleanza nel dono dello Spirito. “Si sta compiendo il giorno della Pentecoste” e Gesùmanda lo Spirito, quale frutto della sua morte e della sua risurrezione.- Lo Spirito Santo non seleziona le persone, ma “riempie” e scende su “tutti”. Non è chiaro se solo sui 12(1,13-14) o sulle 120 persone (1,15), ormai già presenti nel Cenacolo. Il dono è per tutti ed è sovrabbondante, premessa della universalità a cui fa riferimento Pietro quando parla alla gente.- I segni sono: un fragore, il vento e il fuoco. Il fragore richiama il suono della tromba sempre piùassordante sul Sinai; il vento sconvolge le regole, le ideologie, le trame e fa pulizia; il fuoco ha un significato vastissimo: trasforma i discepoli perché diventino testimoni, e li arricchisce con l’amore e lapassione per ciò che accolgono perché lo sappiano esprimere in pienezza. Essi debbono portare nelmondo la passione e la forza e il mondo deve trasformarsi ancora nel luogo splendido e benedetto, creato da Dio. Gesù stesso aveva ricordato un suo desiderio, richiamando il fuoco: “Sono venuto aportare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso” (Lc 12,49).- Lo Spirito scende sugli Ebrei credenti. I destinatari primi sono gli Ebrei che vengono da tutto il mondoconosciuto per la festa. Non è ancora la "Pentecoste dei pagani" (Atti 10, 44-48) ma l’elenco dellenazioni enumera l'ampiezza geografica dei popoli.- Parlare in lingue significa assumere un linguaggio diverso (la lingua degli altri) e quindi portare nelcuore di ciascuno il messaggio nuovo, eppure familiare e comprensibile di salvezza. Dio non parla informule e per enigmi, ma vuole instaurare un dialogo dove la sua ricchezza venga comunicata ad ognipersona. Così ciascuno sente di essere accolto e amato dal Signore.Inizia così il dialogo della comunicazione della Parola di Dio sul mondo.Ci sono 15 nomi localizzabili, più due che introducono una distinzione qualitativa: "ebrei e proseliti".Ricordano gli ebrei e i pagani, attratti dalla forza della più stretta fede nel Dio unico. I prosèliti sono coloro che, pur non essendo Giudei di origine, hanno abbracciato la religione ebraica ed hanno accettatola circoncisione. - Meraviglia e sbigottimento (ripetuti 3 volte) richiamano il superamento dell’incomprensione esistentetra popolo e popolo, tra lingua e lingua. Iniziata con la torre Babele (Gen 11,1-9), la divisione tra popoliportò al sorgere delle diverse culture, ma innescò nel mondo l’ossessione della violenza.- I cristiani dovrebbero potere avere uno strumento prezioso di pace attraverso il dialogo e la parola diDio. Con la Pentecoste si inverte il cammino della storia: i popoli ritrovano il senso di una unità.L’esperienza dell’unità europea può essere preziosa scelta del nostro tempo per intravedere un itinerarionuovo di convivenza.

1Corinzi 12, 1-11.

Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio lasciarvinell’ignoranza. Voi sapete infattiche, quando eravate pagani, vilasciavate trascinare senza alcuncontrollo verso gli idoli muti. Perciò io vi dichiaro: nessuno che parli sottol’azione dello Spirito di Dio può dire:«Gesù è anatema!»; e nessuno può dire: «Gesù è Signore!», se non sottol’azione dello Spirito Santo. Vi sono diversi carismi, ma uno soloè lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazioneparticolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzodello Spirito, viene dato il linguaggiodi sapienza; a un altro invece, dallostesso Spirito, il linguaggio diconoscenza; a uno, nello stessoSpirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; auno il potere dei miracoli; a un altroil dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a unaltro la varietà delle lingue; a un altrol’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l’unico emedesimo Spirito, distribuendole aciascuno come vuole.

 La comunità cristiana aveva scoperto di aver ricevuto dallo Spirito doti e risorse importanti nel suointerno per il sostegno e le esigenze dei fratelli e sorelle credenti. E se questo dimostrava, con chiarezzaparticolare, aiuti, offrendo sostegni reciproci, creava spesso difficoltà e disagi perché i dono ricevuticostituivano, come un patrimonio privato da rivendicare per sé e come una proprietà privata, un privilegio di cui sentirsi valorizzati. In questo modo sorgevano tensioni nella comunità cristiana, gelosie,invidie, gruppi di potere. Si pretendeva di mettere in gerarchia ciò che si possedeva, valutando il più e ilmeno, compromettendo i rapporti di fraternità e creando insieme sconcerto e diffidenza Paolo si preoccupava delle tensioni della comunità di Corinto che pure si manifestava come unavivacissima comunità di credenti. Perciò, in questa lettera, affrontò il tema degli “carismi” poichéregnava una notevole confusione a causa dei molti “doni” che i cristiani manifestavano nella loro vita privata e nella comunità. Così, nei tre successivi capitoli, Paolo sviluppò:- I carismi sono dati per il bene della comunità: perciò non devono dare occasione a rivalità (c 12). - La carità li sorpassa tutti (c 13).- La loro gerarchia si stabilisce in base al contributo che portano all’edificazione della comunità (c14).San Paolo si fermò molto su questi temi. Scrisse che l’origine è lo Spirito Santo e la finalità è “l’utilitàcomune” (v 7). Si volle leggere un progetto e ci si rese conto di aver bisogno di una coscienza particolarmente lucida e umile in tutti nella Chiesa. E se tutti avevano qualche cosa di nuovo e di belloda portare, “a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune” (v 7).Questa frase dovrebbe essere fondamentale della Chiesa anche oggi: è la scoperta e la valorizzazionedelle ricchezze esistenti in una comunità; ed insieme diventa esigente di una analisi dei bisogni e delledifficoltà, soprattutto dei più poveri.Paolo tuttavia si preoccupava del linguaggio che doveva circolare nella Chiesa per la verifica dellapropria professione di fede. Non doveva essere dimenticato che il centro di tutto questo cammino era lafede in Gesù: “Gesù è il Signore”. Solo il riconoscimento di Gesù come Dio manifesta il dono delloSpirito e rende plausibile l’esercizio di questi carismi. C’è l’elenco che tuttavia diventa difficile cogliere nelle sue caratteristiche (vedi Rom 12,6-8; Ef 4,11). Il linguaggio di sapienza e di conoscenza riguardal’attitudine e la capacità di penetrare e comunicare l’esperienza cristiana. La fede è la ferma fiducianell’azione di Dio che compie prodigi (vedi 13,2). I miracoli e le guarigioni distinguono la comunitàcristiana per l’attenzione ai malati e per la confidenza del credente nella bontà di Dio. La profezia costituisce il contenuto del cap. 14: è la capacità di convertire, esortare, persuadere con il dono dellaParola alla costruzione della comunità. Si parla poi del discernimento che aiuta ad operare un giudiziocritico per aiutare le persone a scegliere; e quindi si conclude con la glossolalia (il parlare in lingueincomprensibili: S. Paolo non stima molto questo dono (14,6-11) e della interpretazione delle lingue. Tutto aiuta a costruire, ma bisogna arrivare al carisma più alto che arricchisce ogni realtà in armonia:esso è la carità (12,31).

 
 Giovanni. 14, 15-20
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: “ Se mi amate,osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà unaltro Paraclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito dellaverità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce.Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.”

Gesù si preoccupa di aprire un futuro alla sua Chiesa. Finora l’ha custodita, ne è stato il Paràclito (1Gv2,1), ma ora è necessario che ci sia un “altro Paràclito”. La tradizione ebraica conosceva un personaggiochiamato "Paràclito" (difensore) che aveva la funzione di sedersi accanto agli accusati in tribunale peraiutare a chiarire, ridimensionare, o addirittura cancellare le accuse di chi era citato in giudizio. Gesù si preoccupa di rassicurare i discepoli perché finora è stato Lui il "difensore-consølatore" (nel linguaggiocorrente significa: “aiuto, consigliere, difensore, avvocato, protettore, intercessore”). Ma dopo la sua morte, dice Gesù, ci sarà un "altro Consolatore" che abiterà stabilmente in loro. Si assumerà lo stesso suocompito, sarà una persona viva, distinta da Gesù. Sarà mandato dal Padre (14,16) ed anche da Gesù(16,7). Importante è che si ubbidisca ai comandamenti di Gesù che poi corrispondono ad amare i propri fratelli esorelle e ad accogliere la volontà del Padre come Gesù ha fatto. Lo Spirito dimorerà per sempre presso idiscepoli (14,15-17).Se si vuole fare sintesi dell’impegno dello Spirito nella Chiesa di Gesù, bisogna essere attenti al compitoche si assume presso noi. E’ fondamentalmente custode del tempo prima ancora che dello spazio. Egliaiuterà, certo, a camminare verso le nazioni ( lo spazio), sostenendole nella scoperta di Gesù. Mafondamentalmente sarà il Signore del tempo poiché in ogni vita, in ogni stagione, in ogni secolo bisogna riprendere da capo la testimonianza, aprendo gli scrigni della sapienza di Gesù.- Lo Spirito testimonierà Gesù stesso (15,26-27;1Gv 5,6-7) e garantirà che la sua missione vieneveramente da Dio e che il mondo, ingannato dal suo Principe, il «padre della menzogna» (8,44), ha avuto torto nel non credere in lui (16,7-11).“Perciò fidatevi di me poiché non vi abbandonerò” dice Gesù quando garantisce: “Non vi lascerò orfani”(Gv 14,18). Ci sarà la presenza di Gesù oltre quella dello Spirito. Il ritorno non è tanto o solo nellarisurrezione ma, in questo contesto, è un ritorno ad una presenza interiore e mistica nella Chiesa dopo larisurrezione: una presenza puramente spirituale di Cristo-Sapienza (v 21) in compagnia del Padre (v 23).Poiché i suoi discepoli vivranno nel mondo, si renderanno conto che questo mondo è dominato dalPrincipe di questo mondo (14,30). Questo mondo non saprà riconoscere Gesù se non come un ricordostorico, lontano nel tempo, e rifiuterà la sua presenza viva nell’oggi ; anzi combatterà la verità di Gesùconsegnata alla Chiesa. Ma per i suoi Gesù continua ad essere presente e lo Spirito aiuterà a mantenerela verità “E’ lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce.Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi” ( 14,17).- Lo Spirito custodisce la parola di Gesù pronunciata nel passato. Come ha testimoniato Gesù,garantisce anche la sua Parola per ricordare e completare l’insegnamento di Cristo (14,25-26) “Vi hodetto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padremanderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”. Il Passatodiventa prezioso scrigno di sapienza.- Lo Spirito continua a sorreggere il popolo di Gesù nel suo cammino futuro. Così conduce idiscepoli in cammini di verità (8,32), spiegando loro il senso degli avvenimenti futuri. Li aiuta a camminare nel tempo e ad affrontare l’ignoto che avrà bisogno di Gesù, impegnandosi nelle scelte degnedella saggezza di Dio: “ (16,12-15) Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci diportarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parleràda se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perchéprenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo hodetto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”. Il futuro maturerà via via come speranza di unmondo di pace.oi in me e io in voi.”