
DEDICAZIONE DEL DUOMO DI MILANO
19 OTTOBRE 2014 Matteo 21, 10-17
RIFERIMENTI :
Baruc 3, 24-382 - sALMO 80- 2 Timoteo 2, 19-22. |
| Tu, pastore d'Israele, ascolta, tu che guidi
Giuseppe come un gregge. Assiso sui cherubini rifulgi davanti a
Efraim, Beniamino e Manasse. Risveglia la tua potenza e vieni in
nostro soccorso. Rialzaci, Signore, nostro Dio, fà splendere il
tuo volto e noi saremo salvi. Signore, Dio degli eserciti, fino
a quando fremerai di sdegno contro le preghiere del tuo popolo?
Tu ci nutri con pane di lacrime, ci fai bere lacrime in
abbondanza. |
|
Baruc 3, 24-38 O Israele, quanto è grande la
casa di Dio, quanto è esteso il luogo del
suo dominio! È grande e non ha fine, è alto e
non ha misura! Là nacquero i famosi giganti
dei tempi antichi, alti di statura, esperti
nella guerra; ma Dio non scelse costoro e
non diede loro la via della Sapienza: perirono
perché non ebbero saggezza, perirono per la
loro indolenza. Chi è salito al cielo e l’ha
presa e l’ha fatta scendere dalle nubi? Chi
ha attraversato il mare e l’ha trovata e l’ha
comprata a prezzo d’oro puro? Nessuno
conosce la sua via, nessuno prende a cuore il
suo sentiero. Ma colui che sa tutto, la
conosce e l’ha scrutata con la sua
intelligenza, colui che ha formato la terra
per sempre e l’ha riempita di
quadrupedi,colui che manda la luce ed essa
corre, l’ha chiamata, ed essa gli ha obbedito
con tremore. Le stelle hanno brillato nei
loro posti di guardia e hanno gioito; egli le
ha chiamate ed hanno risposto: «Eccoci!», e
hanno brillato di gioia per colui che le ha
create. Egli è il nostro Dio, e nessun altro
può essere confrontato con lui. Egli ha
scoperto ogni via della Sapienza e l’ha data
a Giacobbe, suo servo, a Israele, suo amato.
Per questo è apparsa sulla terra e ha vissuto
fra gli uomini.
Il libro del
profeta Baruc, da cui è stato tratto il testo
della liturgia di oggi, ha subito molte
peripezie poiché inizialmente è stato scritto in
greco, e così ci è giunto, anche se nel
frattempo ci sono state traduzioni ebraiche. Ma
proprio per tale motivo, non è stato compreso
nell’elenco dei libri ispirati, elenco redatto
dalle scuole ebraiche di Jamnia nel 90d.C..
E anche il mondo protestante, seguendo la
tradizione ebraica, non lo ritiene ispirato e
quindi non degno di entrare a far parte
dell’elenco canonico dei libri della Scrittura
dell’Antico Testamento. Il mondo cattolico
invece lo ha conservato perché al tempo di Gesù
questo testo veniva considerato, alla stregua
degli altri testi, un libro ispirato e non un
apocrifo. Il libro di Baruc si presenta come
una antologia di 3 scritti diversi tra loro. Ciò
che leggiamo,oggi, è una lunga e
appassionata proposta sul seguire le “vie della
sapienza”, rivelata pienamente da Dio al
popolo d’Israele. La sapienza insegna i sentieri
di Dio, è la fonte e la garanzia della vita.
La sapienza si trova nell’osservanza dei
comandamenti di Dio e solo Dio può regalare
tale sapienza (3,37).Il tema guida,
continuamente ripetuto,: “La via della
sapienza”, ci ricorda che bisogna
percorrere
le strade fino a Dio poiché essa si trova solo
presso di Lui, e bisogna regolarsi di
conseguenza, cercando la prudenza,
l’intelligenza ( 3,14), la sapienza o il sapere
(3, 27).L’accesso alla Sapienza non viene né
dal potere politico, né dalla ricchezza, né da
attività commerciali, né dal lavoro
dell’artigiano. (3,15-21).Non hanno sapienza
i popoli che tradizionalmente sono ritenuti
campioni di sapienza come Canaan, Teman, gli
Ismaeliti e i Nabatei. Ciascuno di questi è
maestro, competente,rinomato per vari
motivi: costruttori, artigiani, mercanti e
carovanieri, quindi esperti e conoscitori di
molti mondi e di molte scienze. Ma Israele è
invitata a contemplare la grandezza della
casa di Dio, cioè l’universo che non ha confini.
In questo universo vi furono,nell’antichità,
addirittura gli abitanti di mondi favolosi,
perfino i giganti famosi per statura ed
esperienza di guerra (3,26). Della loro presenza
si narrava con ammirazione Sono ricordati
anche nel libro della Genesi (6,1-4). Erano
forti, bellicosi, potenti, eppure non ebbero il
dono della sapienza. Le strade della
sapienza sono sconosciute: e Dio, che le
conosce, che ha scrutato la sapienza perché
di essa sa tutto (3,32) con sapienza ha fondato
la terra, creato gli animali, le stelle
luminose che sono instancabili sentinelle.
Questa sapienza, che permette a Dio di inviare e
richiamare la luce, è stata da Dio offerta ad
Israele: è la rivelazione di Dio. E gli ebrei
l’hanno accolta e considerano la sapienza di Dio
come il proprio tesoro, la propria legge
morale, condensata in 613 leggi: esse governano
il popolo d’Israele e la comunità. I cristiani
interpretano questa offerta di Dio come il
grande progetto della presenza e della Parola di
Gesù tra noi: e “la sapienza si è fatta carne”.
Essa è la piena e definitiva rivelazione di Dio.
Così la sapienza abita presso Dio, attraverso la
volontà del Signore opera tutte le cose
splendide e bellissime, si fa essa stessa
Parola, si fa presenza visibile e si mostra in
Gesù.Nella sua Parola la rivelazione di Dio
sul mondo e sulla storia ci consegna un universo
grande, bello, salvato, ma da purificare e da
sostenere mentre nella vita siamo invitati a
interpretare e a vivere con sapienza il tempo,
gli avvenimenti, le realtà. Noi siamo chiamati a
sviluppare in bellezza e amore quello che Dio,
nella sua sapienza, ha nascosto nelle cose.
Così il nostro vivere, la nostra esperienza, il
nostro lavoro debbono esprimere questa
sapienza nel mondo e richiamare la bellezza di
Dio tra noi. A noi è data la responsabilità di
“custodire il creato”, la vita . gli equilibri
della natura. Lo sappiamo che con i veleni
tossici che mettiamo nella natura stanno
morendo le api ed è in pericolo l’impollinazione
e quindi il mondo vegetale? Si stanno
raccogliendo le firme per evitare il disastro.
La cattedrale, sintesi di bellezza e di
sapienza, è costruzione splendida e armoniosa in
cui l’intelligenza dell’uomo manifesta le sue
capacità e genialità, capace di porre segni. La
cattedrale è la casa del popolo di Dio dove,
insieme, risuona la sapienza del Signore della
nostra vita e si ripropone la presenza di Gesù
nel suo popolo. E la cattedrale racconta anche
la storia del suo popolo, le attese e le croci
ma ha il compito di custodire e aprire a tutti i
popoli della terra il dono che Dio ci ha fatto
nella sua Parola, in Gesù, sua concreta immagine
tra noi e nella nostra elezione a figli. |
2 Timoteo 2, 19-22. Carissimo, le
solide fondamenta gettate da Dio resistono e portano questo
sigillo: Il Signore conosce quelli che sono suoi,e
ancora: Si allontani dall’iniquità chiunque invoca il nome
del Signore. In una casa grande però non vi sono soltanto
vasi d’oro e d’argento, ma anche di legno e di argilla;
alcuni per usi nobili, altri per usi spregevoli. Chi si
manterrà puro da queste cose, sarà come un vaso nobile,
santificato, utile al padrone di casa,pronto per ogni opera
buona. Sta’ lontano dalle passioni della gioventù; cerca la
giustizia, la fede,la carità, la pace, insieme a quelli che
invocano il Signore con cuore puro. Paolo si trova prigioniero a Roma e manda un accorato messaggio
a Timoteo, suo giovane discepolo, molto stimato anche tra i
cristiani con cui vive. Paolo lo ha costituito collaboratore
nella comunità di Efeso che Paolo ha fondato, dopo che con Paolo
Timoteo ha condiviso il lavoro di evangelizzazione a Filippi,
a Corinto e quindi ad Efeso.Abbiamo di questo periodo 2
lettere, spedite a Timoteo, che vengono dette, per la
particolare qualità d’insegnamento, “pastorali”, fondamentali
per costituire una sana comunità di credenti. Paolo è
particolarmente preoccupato di Timoteo poiché è giovane e le
comunità ebraiche sono abitualmente dirette e guidate da
anziani (presbiteri). Paolo si preoccupa di educare, sia pure
da lontano, affinché Timoteo diventi una guida coraggiosa e
coerente. Il testo che leggiamo oggi inizia con la
preoccupazione di rendere forte e coerente Timoteo di fronte
ai falsi dottori che circolano nelle comunità dei convertiti;
perciò: “evita le vane discussioni che non giovano a nulla
(2,15)” e “sforzati di presentarti davanti a Dio come
un uomo
degno di approvazione e un lavoratore che non ha di che
vergognarsi, scrupoloso dispensatore della Parola della
verità” (2, 16).Poiché educare una comunità fa
immediatamente pensare alla costruzione di un edificio,Paolo
utilizza questa immagine come metafora di una costruzione la cui
pietra di fondazione porta due sigilli che sono 2 citazioni
bibliche. La prima: “il Signore conosce i suoi” (Nm16,5) può
ricordare anche il brano di Giovanni (10,22-30) in cui Gesù
garantisce che sta facendo la volontà del Padre e dalla mano
di quel Padre “nessuno può rapire ciò che è proprietà del
Padre: il suo gregge”. “ Io e il Padre siamo una cosa sola” e
chi abita in questo edificio è proprietà del Padre, affidato
alla protezione e all’amore di Gesù. La seconda iscrizione,
immaginaria, del fondamento di questo edificio corrisponde a:
“Si allontani dall’iniquità chiunque invoca il nome del
Signore” che corrisponde molto liberamente ad una
citazione
di Isaia 26,13: “Noi Te soltanto il tuo nome invocheremo” e pone
in evidenza l’impegno del credente. L’edificio è la chiesa e
il fondamento è Gesù (1Cor 3,11) o gli apostoli (Ef 2,20),
oppure la fede nel Dio fedele ( 2 Tim 2,13).Nella chiesa ci
sono vasi di diversa qualità e per un diverso uso. Ci sono
elementi buoni ed elementi malvagi (si può trovare il
richiamo nella parabola della zizzania: Mt.13,24-30). Dio ci
conosce, ma ognuno ha una profonda responsabile libertà: in tal
modo risponde al desiderio dell’amore di Dio. Come
esemplificazione di questa purezza e comportamento,Paolo
ricorda: “Fuggi le passioni giovanili”: e incoraggia Timoteo
alla sapienza della persona matura: “cerca la giustizia, la
fede, la carità e la pace” (il numero 4 ci richiama
all’orizzonte umano) e radica queste fedeltà nella tua
comunità “ insieme a quelli che invocano il Signore con cuore
puro” (2,22).Nella Chiesa Cattolica, in queste settimane, si
è svolto il Sinodo dei vescovi per parlare della famiglia e
del suo cammino umano e cristiano. Ci si è parlato con libertà e
sapienza, a cuore aperto. Tra un anno si riaprirà ancora il
Sinodo sullo stesso problema. Perciò in queste settimane si è
solo incominciato a riflettere insieme. Questo anno che viene
dovrà essere un anno di riflessione e di confronto per
aiutarci, come Chiesa, a trovare cammini di fedeltà e di
misericordia insieme. |
Matteo 21, 10-17 . In quel tempo. Mentre egli entrava in
Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è
costui?». E la folla rispondeva:«Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret
di Galilea». Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio
vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie
dei venditori di colombe e disse loro:«Sta scritto: La mia casa sarà
chiamata casa di preghiera. Voi invece ne fate un covo di ladri». Gli si
avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. Ma i capi
dei sacerdoti e gli scribi,vedendo le meraviglie che aveva fatto e i
fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide!», si
sdegnarono, e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù
rispose loro: «Sì!Non avete mai letto: Dalla bocca di bambini e di
lattanti hai tratto per te una lode?». Li lasciò, uscì fuori dalla
città, verso Betània, e là trascorse la notte.
Il
brano si muove dalla domanda ansiosa della folla, anzi, di tutta la città di
Gerusalemme:Chi è costui?Anche a noi sembra strana una festa di
“dedicazione”: Dio non può essere costretto in una costruzione di pietre,
come ci ricorda il profeta Baruc né essere incasellato in una serie di
suppellettili, se pure sacre, se pure dall’alto valore simbolico, come ci
dice la lettura dell’Epistola. Né Gesù può tollerare che nell’ambito del
Tempio di Gerusalemme, dal profondo valore di richiamo della presenza di
Dio, ci si comporti secondo le modalità mondane del profitto e del
mercato, se pure sacro, se pure, forse, per certi versi necessario. Per
questo scaccia tutti quelli che vendevano e compravano, rovescia i tavoli dei
cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe. Che cosa c’entrano con un
luogo santo,che deve essere ‘casa’ di preghiera?E si rivolge a
guarire, proprio lì, nel Tempio, ciechi e storpi, perché possano essere
pienamente uomini, perché, come dirà san Paolo, è l’uomo ad essere il tempio
di Dio: è nel cuore dell’uomo che è presente e operante lo Spirito del
Signore..Come sarebbe bello che, come ogni cattedrale, anche il nostro
Duomo, che rappresenta la storia della Chiesa di Milano ed è monumento
della fede della comunità ambrosiana, le cui pietre rappresentano le
pietre vive dei credenti, allontanasse ogni pur fondata ragione economica
(turismo, preoccupazione artistica, aperture mondane) per dare spazio a
ciechi e storpi che si avvicinano a Gesù per essere guariti e provocare
nei ‘fanciulli’ le lodi per le meraviglie di Dio, che vuole salvaguardare
il suo vero tempio che sono le persone non più cieche né storpie, perché
si sono sentite toccate dalla misericordia di Dio nell’agire di Gesù.Per
fare spazio a chi non ha rifugio, esattamente come nel bellissimo film di
Ermanno Olmi Il villaggio di cartone. Lì non si trattava di Duomo, ma di
una semplice chiesa di periferia:però che segno formidabile sarebbe!!!! |