 Domenica I dopo la Dedicazione
‘Il mandato missionario’ 22 ottobre 2017
Luca 24, 44-49a
Riferimenti - Atti degli Apostoli 10, 34-48a - Salmo95 - Prima
lettera ai Corinzi 1, 17b-2 |
Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al
Signore, uomini di tutta la terra. Annunciate di giorno in
giorno la sua salvezza. In mezzo alle genti narrate la sua
gloria, a tutti i popoli dite le sue meraviglie. Date al
Signore, o famiglie dei popoli, date al Signore gloria e
potenza, date al Signore la gloria del suo nome |
Atti degli Apostoli 10, 34-48a In
quei giorni. Pietro prese la parola e disse: «In
verità sto rendendomi conto che Dio non fa
preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e
pratica la giustizia, a qualunque nazione
appartenga. Questa è la Parola che egli ha
inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace
per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di
tutti. Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la
Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il
battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio
consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di
Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando
tutti coloro che stavano sotto il potere del
diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo
testimoni di tutte le cose da lui compiute nella
regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo
uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha
risuscitato al terzo giorno e volle che si
manifestasse, non a tutto il popolo, ma a
testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo
mangiato e bevuto con lui dopo la sua
risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di
annunciare al popolo e di testimoniare che egli
è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da
Dio. A lui tutti i profeti danno questa
testimonianza: chiunque crede in lui riceve il
perdono dei peccati per mezzo del suo nome».
Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando
lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che
ascoltavano la Parola. E i fedeli circoncisi,
che erano venuti con Pietro, si stupirono che
anche sui pagani si fosse effuso il dono dello
Spirito Santo; li sentivano infatti parlare in
altre lingue e glorificare Dio. Allora Pietro
disse: «Chi può impedire che siano battezzati
nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi,
lo Spirito Santo?». E ordinò che fossero
battezzati nel nome di Gesù Cristo.
Gli Atti degli Apostoli ci ricordano la
conversione di Cornelio, un centurione che
coltiva profondo rispetto per la religione
d'Israele, a somiglianza dell'altro centurione
di Cafarnao, ricordato da Luca (Lc7,1-10).
Pregare, elargire elemosine e amare il popolo
d'Israele non costituiscono, tuttavia, azioni
sufficienti per far parte del popolo di Dio.
D'altra parte Cornelio non ha accettato la
circoncisione per cui rimane un uomo impuro,
inavvicinabile dai pii israeliti, preoccupati di
far parte dell'unico popolo privilegiato del
Signore. Pietro è scrupoloso, preoccupato di
seguire la legge, accolta e insegnata dai
rabbini. A buon conto, anche Gesù non ha
accolto, tra i suoi, i pagani, ribadendo così le
scelte ebraiche tradizionali. E tuttavia gli
avvenimenti che si susseguono, i segni e i
richiami, le attese e le convergenze portano
Pietro, nonostante le sue indecisioni, a seguire
itinerari nuovi. Il centurione pagano Cornelio e
la sua famiglia si sono convertiti alla fede in
Cristo: è un segno imprevedibile delle scelte e
delle prospettive che Dio apre sul mondo. Perciò
Pietro, mentre sintetizza la fede in Gesù come
contenuto essenziale del credere, sente che sta
imparando, egli stesso, dai segni di novità e di
conversione, quanto il Signore compie:
imprevedibilmente il Signore apre a tutti gli
uomini (universalità) l'ingresso al Regno, in
modo totalmente gratuito. "Chiunque lo teme e
pratica la giustizia è accetto a Lui" (v.35).
Così l'elemento primo di rapporto con Dio non è
più l'appartenenza ad un popolo, ma sono le
disposizioni interiori, identificate con il
"rispetto riverenziale"(chi teme) e la condotta
rispettosa della volontà divina ("praticare la
giustizia"). "Gesù è il Signore di tutti":
questa è la fede ed è necessaria la forza dello
Spirito per accoglierla (1Cor. 12,3). Essa
proclama che quell'uomo Gesù, che molti hanno
conosciuto in Palestina e che è passato
beneficando e risanando tutti coloro che stavano
sotto il potere del diavolo, è stato elevato,
dopo la morte, al di sopra dei cieli per la
risurrezione; perciò ha la Signoria del mondo ed
è Dio. Ma poiché è un Dio imprevedibile, i suoi
debbono continuamente scoprire scelte e
atteggiamenti nuovi ogni giorno. "In verità sto
rendendomi conto..." dice Pietro., Pietro, in
questo testo, mostra la sintesi della fede in
Gesù. Non poteva essere più conciso e più
completo, ma scopre che l'annuncio di salvezza è
destinato a tutti, senza discriminazione,
affermando che Dio è imparziale nel giudizio e
non razzista. L'apertura religiosa di chi
riconosce Dio e la rettitudine morale sono una
preparazione in cui si realizza una
pre-evangelizzazione. Pietro non fa un invito
alla conversione, ma sviluppa un appello alla
fede in Gesù, Signore e Giudice (vv37-43). E
prima ancora di ricevere il battesimo, la
discesa dello Spirito Santo su Cornelio e i
familiari indica, in maniera evidente, che il
progetto di Dio per i pagani non passa più solo
attraverso l'ebraismo, ma inserisce, anche
immediatamente, nella Chiesa mediante la fede in
Gesù e il battesimo. Negli Atti il dono dello
Spirito, come in questo caso, però, è
strettamente legato alla fede, non
necessariamente al battesimo. Perciò centrale,
per la pastorale, sono la fede in Gesù,
valorizzare l'uguaglianza delle persone,
maturare la presenza di Dio e della sua volontà
che si manifesta via via nella storia. A noi
spetta il compito di cercare, di approfondire
con umiltà proposte e significati, di osare
nella linea dell'amore del Padre.
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Prima lettera ai Corinzi 1, 17b-2
Fratelli, Cristo mi ha mandato ad annunciare il Vangelo, non con
sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di
Cristo. La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che
si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è
potenza di Dio. Sta scritto infatti: / «Distruggerò la sapienza
dei sapienti / e annullerò l’intelligenza degli intelligenti».
Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dov’è il sottile ragionatore
di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza
del mondo? Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il
mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è
piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della
predicazione. Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano
sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per
i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono
chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e
sapienza di Dio. Paolo si pone di fronte alla
comunità di Corinto composta sia da giudei che da pagani,
entrambi convertiti alla sequela di Gesù morto e risorto,
disorientato dalla delusione del suo tentativo di predicare ai
greci di Atene all'Areopago. Aveva fatto un discorso
interessante con dotte citazioni di poeti greci e richiami alla
cultura del posto, ma la rivelazione di Gesù morto e risorto ha
scandalizzato gli ascoltatori per cui lo hanno abbandonato. E'
andato allora a Corinto e là ha sviluppato un comportamento ed
uno stile completamente diversi. Umile, aderente all'esperienza
sconcertante della vita di Gesù senza la pretesa di raddolcire
il messaggio, ha cercato di far conoscere il Vangelo come "vera
e gioiosa nuova notizia: Cristo mi ha mandato ad annunciare il
Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana
la croce di Cristo "(v. 17). La sua prima lettera ai Corinzi
risente di questo cambiamento e di questa nuova consapevolezza
di cui non si è mai pentito. Tutta la pastorale che Paolo
suggerisce, legato ancora, a volte, ad alcuni schemi e
sensibilità ebraiche, propone perciò una rivoluzione di
convivenza, di ricerca e di rapporti assolutamente impensabile.
Nella grave problematica delle divisioni della comunità
(1,10-4,21), va sviluppato il raffronto tra la sapienza del
mondo e quella cristiana (1,17-3,4). E se i giudei chiedono
segni miracolosi che confermino Gesù come Messia, e i pagani
chiedono la sapienza dei ragionamenti che possano convincere,
noi, dice Paolo, sappiamo che è necessario diventare discepoli
di Cristo crocifisso. Egli è il Messia atteso che, passando
attraverso la passione e morte, viene resuscitato da Dio. Ora
questo segno divino non è sufficiente per i giudei e non
convince l'intelligenza dei pagani, scandalo per i primi, in
quanto non era previsto che il messia atteso morisse, stoltezza
per i secondi, perché: "Si è mai visto uno risorgere dai
morti?". Paolo non si fa scoraggiare poiché egli stesso, in
prima persona, ha vissuto il passaggio dal non credere a Gesù al
credere in Lui. Ha sperimentato lui stesso l'impossibile, e cioè
che Cristo è potenza e sapienza di Dio: potenza perché apre
orizzonti inconcepibili su chi è Dio, sapienza perché rivela
l'intelligenza del mistero nascosto di Dio, mostrandone le
profondità non ancora rivelate. Paolo chiede di fidarsi della
"stoltezza e debolezza" di Dio, giudicate così dagli uomini.
Proprio perché di Dio, sono più utili all'uomo della propria
sapienza e forza.
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Luca 24, 44-49a In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Sono
queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si
compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e
nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse
loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo
giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il
perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete
testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso».
Luca racconta l'incontro di Gesù risorto con i discepoli, nel Cenacolo, a
Gerusalemme dopo il ritorno dei due di Emmaus. Mentre questi stanno ancora
raccontando la loro vicenda sviluppatasi lungo la strada e il loro
riconoscimento di Gesù allo spezzare del pane, Gesù stesso si presenta ai
suoi con il saluto della pace: dono che si manifesta all'interno della vita
nuova come pienezza. Ma questa pienezza fa paura poiché il Signore è
"totalmente altrò ' ed è insostenibile. Il dubbio di fronte alla risurrezione
pone per l'evangelista il problema delle prove che vengono offerte da Gesù
per contrastare ogni sospetto e ogni ambiguità: è il crocifisso che è stato
restituito alla vita da Dio. La sua manifestazione crea meraviglia, stupore,
paura. Siamo alla presenza dei fatti di Dio e questi provocano sempre
disorientamento. Gesù rassicura i suoi e, addirittura, di fronte alla loro
perplessità, chiede di poter mangiare. Qui Luca, probabilmente, mentre
scrive, ha presente le comunità cristiane di origine greca che ponevano molte
esitazioni sul significato della risurrezione. Mentre pensano che non ci
possa essere concretezza,: intravvedono, in questi incontri, solo illusione e
fantasmi. Ma Luca vuole anche dirci che il Cristo risorto continua a vivere
con noi. Si fa fatica a riconoscerlo, sorgono dubbi e perplessità, eppure
egli cammina con noi, ci sostiene e ci invita a guardare non il suo volto ma
le sue mani e i suoi piedi: sono i segni di un amore concreto e totale, sono
anche il richiamo all'operare e al camminare per le strade del mondo intero.
I discepoli reagiscono finalmente con la gioia che nel Vangelo è presente
spesso: Zaccaria (1,14), Maria (1,28) e i pastori (2,10) ed ora i discepoli
gioiscono manifestando così che la loro perplessità è vinta dalla forza e la
concretezza del Signore. Il mangiare insieme corrisponde alla infinita
tenerezza e coraggio che Gesù ha sviluppato prima di morire, stando a mensa
con i peccatori. Ma dimostra anche il valore del dono e della relazione che
si sviluppa nel mangiare insieme. Cosicché la risurrezione non ha cambiato il
significato che Gesù aveva voluto dare con questa condivisione. E come con i
discepoli di Emmaus, riprende insieme il senso della Parola di Dio,
interpretando i testi dell'Antico Testamento: è un piano di salvezza compiuto
dal Signore e autenticato dalla risurrezione. Ora non si chiude il cerchio ma
si apre ad orizzonti più ampi della stessa alleanza ebraica. Luca colloca qui
la problematica che sconvolge il mondo: "la conversione e la remissione dei
peccati". La prima coinvolge direttamente l'uomo che sceglie di cambiare
mentalità; la seconda impegna direttamente Dio che dona il suo perdono. E
tutto questo è offerto a tutto il mondo, a tutti i tempi, a tutti gli uomini
e a tutte le donne.
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