
Domenica di Pasqua
12 aprile 2020
Gv 20, 11-18
Riferimenti : At 1, 1-8a - Sal 117 - Corinti 15,3-10a |
| Questo è il giorno che ha fatto il Signore;
rallegriamoci e in esso esultiamo. oppure Alleluia, alleluia,
alleluia. Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il
suo amore è per sempre. Dica Israele: «Il suo amore è per
sempre». |
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At 1, 1-8a Nel primo
racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello
che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al
giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver
dato disposizioni agli apostoli che si era
scelti per mezzo dello Spirito Santo. Egli si
mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con
molte prove, durante quaranta giorni, apparendo
loro e parlando delle cose riguardanti il regno
di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi,
ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme,
ma di attendere l’adempimento della promessa del
Padre, «quella – disse – che voi avete udito da
me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra
non molti giorni, sarete battezzati in Spirito
Santo». Quelli dunque che erano con lui gli
domandavano: «Signore, è questo il tempo nel
quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma
egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi
o momenti che il Padre ha riservato al suo
potere, ma riceverete la forza dallo Spirito
Santo che scenderà su di voi». Atti degli
Apostoli 1,1-8a Luca, dopo aver
concluso il racconto della vita di Gesù nel
Vangelo che riporta il suo nome, scrive anche il
libro degli Atti degli Apostoli per presentare
la Chiesa come una continuazione della presenza
di Gesù risorto. E lo fa attraverso il racconto
di alcuni avvenimenti della Comunità cristiana.
Così' Gesù resta, con il suo Spirito, garanzia e
fondamento della testimonianza della vita piena
attraverso i credenti in Lui nel mondo.
L'umanità incomincia a intravedere il messaggio
nuovo e il tempo nuovo. E se Luca nel suo
Vangelo, inizia il racconto della vicenda di
Gesù nel tempio di Gerusalemme, con
l'apparizione di un angelo che svela la nascita
di un figlio ad un sacerdote anziano, incredulo,
Zaccaria, che poi sarà padre di Giovanni
Battista, lo stesso Vangelo di Luca si conclude
nel tempio dove i discepoli, dopo la
risurrezione, si trovano a pregare, come faceva
Gesù. Il centro tuttavia è l'annuncio della
Misericordia di Gesù che si fa piccolo nel "si
"della Madonna ed offre un movimento travolgente
di presenza del Divino nel cuore della terra che
tutta diventa terra promessa. Negli Atti Gesù
risorto continua questo movimento incontenibile
di popolo e testimonia la risurrezione,
cominciando da un banchetto in una casa Siamo
sempre a Gerusalemme. C'è il ricordo di Giovanni
che ha battezzato nell'acqua, Ma ci sono,
insieme, il comando di attendere il dono dello
Spirito e il progetto di annunciare Gesù, in
pienezza, in tutto il mondo conosciuto. Il
Signore si presenta per 40 giorni, vivo, con
molte prove. Il numero 40 è un tempo importante
per scoprire il significato vero della
risurrezione e per abituare il proprio cuore e
la propria vita alla novità di Dio. Ormai tutto
va ripensato in termini di amore, di vittoria
sul male, di speranza. I discepoli, anche dopo
gli avvenimenti drammatici e gloriosi, non hanno
ancor capito il senso della presenza di Gesù.
Essi continuano a pensare quello che speravano
tutti, amici e nemici, prima della morte in
croce." Così, venutisi a trovare insieme gli
domandarono: "Signore, è questo il tempo in cui
ricostituirai il Regno di Israele?"(1,6). "Non
spetta a. Voi conoscere. I tempi e i momenti...,
ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà
su di voi e mi sarete testimoni...". V iene
negata la prevaricazione del potere, della
gloria, dell'accaparramento di Dio e della sua
forza. I discepoli continuano, infatti, a
sognare la guerra e la lotta contro i pagani e
la vittoria. Vengono assicurate la gioia e la
speranza per tutti.
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1Cor 15, 3-10a Fratelli, a voi ho
trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè che
Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu
sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e
che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più
di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di
essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a
Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve
anche a me come a un aborto. Io infatti sono il più piccolo tra
gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché
ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono
quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana.
Corinti 15,3-10a Nella prima lettera ai Corinzi, San Paolo.
Si preoccupa di rendere testimonianza, il più possibile, sulla
resurrezione. Nel mondo giudaico dell'epoca, i Sadducei, legati
particolarmente alla classe alta sacerdotale, escludevano la
risurrezione così come nella tradizione greca i filosofi
raffiguravano l'anima umana come una scintilla racchiusa nella
prigione del corpo. Paolo, che aveva già trovato derisione ad
Atene quando aveva sostenuto la vita nuova di Gesù, si preoccupa
di ribadire la verità è la testimonianza della risurrezione,
riportando un frammento di catechesi di altissimo valore che
circolava nella Comunità cristiana: "V i ho trasmesso dunque
quello che ho ricevuto". L'elenco delle apparizioni segue una
linea che a volte non coincide con i Vangeli. Tace al cune
apparizioni (quelle delle donne) e ne aggiunge altre. Paolo
rivendica in modo chiaro documentazione e testimonianza da parte
di molti e vi aggiunge la sua, ricordando la propria
conversione. Egli, infatti, si sente colpevole di aver
incrociato l'apparizione di Gesù risorto, che lo ha reso
apostolo e lo ha arricchito di grazia. Ma la sua risurrezione è
come l'inizio e l'avvio di una speranza e di un annuncio che
dissolve la disperazione e apre finalmente il cammino verso il
Padre attraverso Gesù.


Plastico di tomba ebraica vista di fronte ed in sezione
longitudinale - si noti la pietra nella figura in alto |
Gv
20, 11-18 In quel tempo. Maria di Màgdala stava all’esterno, vicino al
sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due
angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei
piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna,
perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so
dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi;
ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi
cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse:
«Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a
prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico:
«Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere,
perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro:
“Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala
andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva
detto. Giovanni 20,11-18 Maria non si dà pace della morte
di Gesù. Già di buon mattino, quando era ancora buio, corre al sepolcro e
trova la pietra rimossa. Allora corre da Pietro e dal discepolo "che Gesù
amava", perché non sa capacitarsene. E' tutto un correre, un cercare, un
vedere. Ma tutti corrono, cercano e vedono in modo diverso (come è attestato
anche dai verbi greci usati). Nonostante tutto, alla fine, "i discepoli
ritornarono a casa" come se tutto fosse naturale. Solo chi ama non si dà pace
e rimane; ed è un piangere infinito. Ed è sul piangere che interviene Gesù,
domandandole la ragione. Come se ci fosse una ragione plausibile di un pianto
di fronte alla morte (anche Gesù ha pianto su Lazzaro morto). Eppure Gesù
chiede; anzi specifica la domanda, chiedendole chi cerca. Come a dare
importanza a quanto la donna esprime coinvolgendo pienamente la sua
sensibilità e le sue emozioni. Le è stata tolta la ragione della sua stessa
vita, il senso del suo amore profondo e totale. Gesù capisce e la chiama per
nome: "Maria." Ecco: la Pasqua è come un ritrovarsi, è un sentirsi nuovamente
chiamati per nome, indipendentemente dai distacchi, dal vuoto, dall'abisso
dell'inconoscibile, dalla paura. Gesù è come se dicesse: "sono qui". Quando
c'è amore vero, amicizia profonda, relazione totale è come se la morte non
esistesse. Distacco sì, ma non annientamento, vuoto sì, ma non assenza,
pianto sì, ma non melodramma. Purché non si ritorni a casa. Purché si
continui a correre, cercare, coinvolgere, rimanere, senza lasciarsi fuorviare
da nessun angelo biancovestito. "Maria!" "Rabbunì" E' una relazione che
continua e non tramonterà mai. Perché c'è stato un ritrovarsi, c'è stata una
fedeltà, c'è stato un fidarsi al di là di ogni logica. Forse Pasqua è proprio
questo ritrovarsi, pieno, profondo, con il Signore vivente, che ti chiama per
nome. Ed anche con tutti coloro con cui condividiamo l'aver visto o l'aver
creduto in qualcosa di grande e di Insospettato. |