
Natale del Signore
25 dicembre 2019
Lc 2, 1-14
Riferiemnti : Is 8, 23b – 9, 6a - Salmo 95 - Eb 1,1-8a |
| Oggi è nato per noi il Salvatore. Cantate al
Signore, uomini di tutta la terra. Cantate al Signore, benedite
il suo nome, annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. In
mezzo alle genti narrate la sua gloria, a tutti i popoli dite le
sue meraviglie. |
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Is 8, 23b – 9, 6a In passato il
Signore Dio umiliò la terra di Zàbulon e la
terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa
la via del mare, oltre il Giordano, Galilea
delle genti. Il popolo che camminava nelle
tenebre ha visto una grande luce; su coloro che
abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la
letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce
quando si miete e come si esulta quando si
divide la preda. Perché tu hai spezzato il giogo
che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e
il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di
Madian. Perché ogni calzatura di soldato che
marciava rimbombando e ogni mantello intriso di
sangue saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi, ci è stato
dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e
il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio
potente, Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere e la pace non avrà
fine sul trono di Davide e sul suo regno, che
egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Isaia. 8, 23b - 9, 6a La via del mare,
famosissima, percorsa da carovane, eserciti e
commercianti, collegava l'Egitto, a sud, con la
Mesopotamia a nord, passando attraverso il
territorio di Zàbulon e di Nèftali, a
settentrione d'Israele. E questa strada era la
vena del sangue infetto, che sconvolgeva le
regioni che attraversava, travolte da
sconvolgimenti politici e militari, invasioni e
distruzioni. Era la terra dove ancora si
mescolavano popolazioni ebraiche e popolazioni
dalla religione deforme, tra la legge dei
profeti e le idolatrie pagane, mantenute dallo
stanziamento, nel secolo VIII, delle popolazioni
pagane assire. Era la terra del disfacimento e
delle tenebre, sconvolta, senza speranza. Il
profeta annunciò, inaspettato, un presagio nuovo
ed un sogno inimmaginabile. Un nuovo re,
discendente da Davide, sarebbe nato ed avrebbe
portato la luce nuova. Il profeta stava puntando
gli occhi sul re del regno di Giuda: Ezechia che
regnava, libero ancora da invasioni, a cui
sarebbe nato tra poco un figlio: Giosia. Il
profeta glielo aveva promesso come dono di Dio.
Egli avrebbe liberato tutto il popolo, da nord a
sud come al tempo di Davide. Due sono le
tragedie che vengono denunciate: il lavoro
rubato e la schiavitù. Non ci saranno più
eserciti che ti rapineranno del raccolto o te lo
bruceranno
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Eb 1,1-8a Fratelli, Dio, che
molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai
padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha
parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di
tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.Egli è
irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e
tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la
purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà
nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto
più eccellente del loro è il nome che ha ereditato. Infatti, a
quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti
ho generato»? E ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per
me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo,
dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio». Mentre degli angeli
dice: «Egli fa i suoi angeli simili al vento, e i suoi ministri
come fiamma di fuoco», al Figlio invece dice: «Il tuo trono,
Dio, sta nei secoli dei secoli». Eb 1,1-8a
Si chiama "lettera agli Ebrei" ma non è una lettera, come quelle
di Paolo. E' piuttosto una lunga riflessione-omelia inviata al
popolo di Dio che si è convertito a Cristo e che deve
approfondire il significato della Parola di Dio ereditata dai
padri e dai profeti. Essa si pone in confronto con Gesù, il
Figlio. In questo documento Gesù è detto sommo sacerdote e colui
che sintetizza, nella sua vita e nella sua vocazione, tutto il
messaggio del Padre. Dio ha parlato in molti modi, e la
coscienza credente, immediatamente, fa riferimento alla
creazione, la cui bellezza e bontà esprimono la grandezza e la
bellezza del Signore. Chi non sa leggere questo splendore è
chiamato "stolto" perché si è fermato alla superficie delle cose
e degli avvenimenti della natura, scambiandoli per divinità, è
infelice poiché non va alla ricerca del senso completo della
realtà (Sapienza 13,1-3). Ma poi il popolo ha avuto la
rivelazione attraverso i profeti (v 1) e il Signore ha espresso
con grande attenzione ed abbondanza la sua parola perché il
popolo, per la sapienza dei padri, si rendesse conto della
delicatezza e della premura di Dio. Ultimamente Dio ha mandato
il suo Figlio, già misteriosamente presente, se "mediante il
quale ha fatto anche il mondo" (v 2). Mentre lo svela nella sua
umanità, l'autore non si preoccupa di sviluppare oltre la sua
riflessione sul Figlio dicendolo uomo (per le prime comunità era
un fatto scontato), ma è attento a richiamare l'identità della
stessa natura sia del Figlio che del Padre, e tuttavia chiarisce
la distinzione del Figlio dal Padre. Perciò nella testimonianza
e nella parola di Gesù, il Figlio, c'è la garanzia della
pienezza della conoscenza di noi suo popolo e il nostro cammino
verso il Padre. Siamo in compagnia del Figlio che, prima ci
purifica dal male (e viene adombrato il sacrificio del nuovo
eterno sacerdote) (v 3), ma insieme, per la sua grandezza di
Figlio che giudica il male ed il mondo, addirittura superiore
agli angeli, ci eleva, come suo popolo, ad altezze vertiginose.
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Lc
2, 1-14 In quei giorni. Un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse
il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando
Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire,
ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di
Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli
apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire
insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel
luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio
primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro
non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che,
pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro
gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li
avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro:
«Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo:
oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo
Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce,
adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine
dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto
dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama». Lc
2,1-14 Questo per voi il segno: troverete un bambino: «Tutti vogliono
crescere nel mondo, ogni bambino vuole essere uomo. Ogni uomo vuole essere
re. Ogni re vuole essere "dio". Solo Dio vuole essere bambino» (Leonardo
Boff). Dio nella piccolezza: è questa la forza dirompente del Natale. L'uomo
vuole salire, comandare, prendere. Dio invece vuole scendere, servire, dare.
È il nuovo ordinamento delle cose e del cuore. C'erano là alcuni pastori. Una
nuvola di ali, di canto e di parole felici li avvolge: Non temete! Dio non
deve fare paura, mai. Se fa paura non è Dio colui che bussa alla tua vita.
Dio si disarma in un neonato. Natale è il corteggiamento di Dio che ci seduce
con un bambino. Chi è Dio? «Dio è un bacio», caduto sulla terra a Natale
(Benedetto Calati). Vi annuncio una grande gioia: la felicità non è un
miraggio, è possibile e vicina. E sarà per tutto il popolo: una gioia
possibile a tutti, ma proprio tutti, anche per la persona più ferita e piena
di difetti, non solo per i più bravi o i più seri. Ed ecco la chiave e la
sorgente delle felicità: Oggi vi è nato un salvatore. Dio venuto a portare
non tanto il perdono, ma molto di più; venuto a portare se stesso, luce nel
buio, fiamma nel freddo, amore dentro il disamore. Venuto a portare il
cromosoma divino nel respiro di ogni uomo e di ogni donna. La vita stessa di
Dio in me. Sintesi ultima del Natale. Vertigine. |