Dall’amore gratuito il più bello dei
sì
17 Dicembre 2005 Anno B
Luca 1,26-38
Riferiemnti: 2 Samuele 7,1-5.8b-12.14a.16; Salmo 88; Romani 16,25-27
L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in
una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, che si chiamava Maria.
Dopo un’annotazione riguardante
il tempo e il luogo, Luca presenta brevemente i personaggi. Gabriele, l’inviato
di Dio, un nome che significa «Dio si è mostrato forte». Maria è un nome comune,
di significato incerto. Null’altro si dice. Il narratore non concede
distrazioni. L’attenzione deve fermarsi non sulle due figure, ma sul loro
dialogo.
«Ti saluto» è una traduzione troppo debole. Il greco significa «gioisci». Maria
è chiamata per una missione, ma prima è invitata alla gioia. «Piena di grazia» è
la traduzione comune. Ma forse sarebbe meglio tradurre «amata gratuitamente». Il
verbo greco è un participio passivo: un modo ebraico di indicare Dio senza
nominarlo, per rispetto. Ed è al tempo perfetto, un tempo verbale
greco che dice la continuità e la permanenza. «Amata gratuitamente da Dio e per
sempre»: questa è la traduzione più esatta. «Il Signore è con te»: essere con
noi è il nome che Dio ha rivelato a Mosè. Essere amato gratuitamente è il nome
dell’uomo davanti a Dio, essere con noi è il nome di Dio davanti all’uomo.
Quando Dio chiama qualcuno per farne uno strumento di salvezza, non soltanto lo
chiama per nome, ma gli dà un nome nuovo, capace veramente di esprimere la sua
identità e la sua vocazione. Per Maria il nome nuovo è «amata gratuitamente e
per sempre da Dio». Questo nome nuovo di Maria dice immediatamente la gratuità e
la fedeltà dell’amore di Dio, radice di ogni corretta comprensione di Dio,
dell’uomo e del mondo. Di questa radice Maria è l’icona luminosa e trasparente.
E questo è già la lieta notizia del Natale.
L’evangelista la chiama «Maria» e l’angelo «amata gratuitamente». Rispondendo,
Maria chiama se stessa «serva»: «Eccomi, sono la serva del Signore». Grazia e
servizio: in questi due termini è racchiusa tutta la comprensione cristiana
dell’esistenza. Il dono ricevuto continua a farsi dono.
Maria risponde alle parole dell’angelo con pieno assenso, ma l’assenso è
preceduto dalla perplessità e dal turbamento e, poi, da una domanda esplicita:
«come è possibile?». Può sembrare curioso, ma è bellissimo: la prima parola di
Maria rivolta a Dio è una domanda: La fermezza e la totalità dell’assenso non
escludono la domanda. In conclusione: il racconto dell’Annunciazione ci mostra
due fedeltà: la fedeltà di Dio che mantiene la promessa fatta a Davide (il dono)
e la fedeltà di Maria che accoglie la parola di Dio con una disponibilità totale
e definitiva (la risposta).
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