PENULTIMA DOPO L'EPIFANIA
della divina clemenza
12 febbraio 2012

Luca7, 36-50
Riferimenti: Osea 6,1-6 - Salmo 50 - Galati 2,19-3,7

Parla il Signore, Dio degli dei, convoca la terra da oriente a occidente.  Da Sion, splendore di bellezza, Dio rifulge. Viene il nostro Dio e non sta in silenzio; davanti a lui un fuoco divorante, intorno a lui si scatena la tempesta. Convoca il cielo dall'alto e la terra al giudizio del suo popolo:  "Davanti a me riunite i miei fedeli, che hanno sancito con me l'alleanza offrendo un sacrificio".  Il cielo annunzi la sua giustizia, Dio è il giudice.  "Ascolta, popolo mio, voglio parlare, testimonierò contro di te, Israele: Io sono Dio, il tuo Dio.

Osea 6,1-6

Venite, ritorniamo al Signore: egli ci ha straziato ed egli ci guarirà. Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà.  Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare e noi vivremo alla sua presenza.  Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l'aurora. Verrà a noi come la pioggia di autunno, come la pioggia di primavera, che feconda la terra".  Che dovrò fare per te, Efraim, che dovrò fare per te, Giuda? Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all'alba svanisce.  Per questo li ho colpiti per mezzo dei profeti, li ho uccisi con le parole della mia bocca e il mio giudizio sorge come la luce:  poiché voglio l'amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti.

Tuttavia Osea non ha applicato la legge nei riguardi di Gomer sua moglie, come pure Dio non l’ha fatto nei riguardi del suo popolo. Osea ha avuto pietà e ha perdonato come pure ha fatto Dio. Nei riguardi del suo popolo Dio si comporta come uno sposo che può lasciare scatenare la sua violenza e il suo dolore quando il suo amore è disprezzato od oltraggiato, ma che manifesta senza reticenze la sua tenerezza quando la sposa ritorna verso di lui. Osea per aver vissuto personalmente questa situazione, può a buon diritto parlarne e testimoniare davanti al popolo. E proprio questo che dà tanta forza e originalità al suo messaggio. Il libro d’Osea si deve leggere e meditare nella sua integralità tenendo presente la somiglianza della situazione che ha vissuto Osea, marito tradito e abbandonato da Gomer, e Dio tradito e abbandonato dal popolo che s’era scelto: Israele.

Galati 2,19-3,7

In realtà mediante la legge io sono morto alla legge, per vivere per Dio.  Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.  Non annullo dunque la grazia di Dio; infatti se la giustificazione viene dalla legge, Cristo è morto invano.Per questo, io Paolo, il prigioniero di Cristo per voi Gentili...penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro beneficio: come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero di cui sopra vi ho scritto brevemente.
Dalla lettura di ciò che ho scritto potete ben capire la mia comprensione del mistero di Cristo. Questo mistero non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come al presente è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che i Gentili cioè sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo, e ad essere partecipi della promessa per mezzo del vangelo,
del quale sono divenuto ministro per il dono della grazia di Dio a me concessa in virtù dell'efficacia della sua potenza.

 

luca7,36-50

 Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola.  Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato;  e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.  A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. "Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice".  Gesù allora gli disse: "Simone, ho una cosa da dirti". Ed egli: "Maestro, dì pure".  "Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta.  Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?".  Simone rispose: "Suppongo quello a cui ha condonato di più". Gli disse Gesù: "Hai giudicato bene".  E volgendosi verso la donna, disse a Simone: "Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli.  Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi.  Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi.  Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco".  Poi disse a lei: "Ti sono perdonati i tuoi peccati".  Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: "Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?".  Ma egli disse alla donna: "La tua fede ti ha salvata; và in pace!".

 

Città di Magdala sul lago di genezareth

Il vangelo di oggi ci presenta l’episodio della donna con il profumo che fu accolta da Gesù durante una festa in casa di Simone, il fariseo. Uno degli aspetti della novità della Buona Notizia di Gesù è il suo atteggiamento sorprendente verso le donne. All’epoca del Nuovo Testamento la donna viveva emarginata. Nella sinagoga non partecipava alla vita pubblica e non poteva essere testimone. Molte donne, però, resistevano a questa esclusione. Dal tempo di Esdra, aumentava l’emarginazione delle donne da parte delle autorità religiose (Esd 9,1 a 10,44) ed aumentava anche la resistenza delle donne contro la loro esclusione, come vediamo nelle storie di Giuditta, Ester, Ruth, Noemi, Susanna, della Sulamita e di altre. Questa resistenza incontrò eco ed accoglienza in Gesù. Nell’episodio della donna con il profumo spunta l’inconformismo e la resistenza delle donne nella vita di ogni giorno e l’accoglienza da parte di Gesù.
• Luca 7,36-38: La situazione che provoca il dibattito. Tre persone totalmente diverse si incontrano tra loro: Gesù, Simone il fariseo, un giudeo praticante, e la donna, di cui si diceva che era peccatrice. Gesù si trova in casa di Simone che lo ha invitato a pranzare con lui. La donna entra, si mette ai piedi di Gesù, comincia a piangere, bagna i piedi di Gesù con le sue lacrime, scioglie i capelli per asciugare i piedi di Gesù, li bacia e li unge con il profumo. Sciogliere i capelli in pubblico era un gesto di indipendenza. Gesù non si tira indietro, né allontana la donna, bensì accoglie il suo gesto.
• Luca 7,39-40: La reazione del fariseo e la risposta di Gesù. Gesù stava accogliendo una persona che, secondo l’usanza dell’epoca, non poteva essere accolta, essendo peccatrice. Il fariseo, osservando tutto, critica Gesù e condanna la donna: "Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice.” Gesù usa una parabola per rispondere alla provocazione del fariseo.
• Luca 7,41-43: La parabola dei due debitori. Uno doveva 500 denari, l’altro 50. Nessuno dei due poteva pagare. Tutti e due sono stati perdonati. Chi dei due amerà di più il loro padrone? Risposta del fariseo: "Suppongo quello a cui è stato perdonato di più!" La parabola suppone che i due, sia il fariseo come la donna, hanno ricevuto qualche favore di Gesù. Nell’atteggiamento che i due assumono dinanzi a Gesù indicano come apprezzano il favore ricevuto. Il fariseo mostra il suo amore, la sua gratitudine, invitando Gesù a mangiare con lui. La donna mostra il suo amore, la sua gratitudine, attraverso le lacrime, i baci ed il profumo.
• Luca 7,44-47: Il messaggio di Gesù per il fariseo. Dopo aver ricevuto la risposta del fariseo, Gesù applica la parabola. Pur trovandosi in casa del fariseo, invitato da lui, Gesù non perde la libertà di parlare e di agire. Difende la donna contro la critica del giudeo praticante. Il messaggio di Gesù per i farisei di tutti i tempi è questo: "Colui a cui si perdona poco, ama poco!" Un fariseo pensa che non è in peccato, perché osserva in tutto la legge. La sicurezza personale che io, fariseo, creo per me nell’osservanza delle leggi di Dio e della Chiesa, molte volte, mi impedisce di sperimentare la gratuità dell’amore di Dio. Ciò che importa non è l’osservanza della legge in sé, ma l’amore con cui osservo la legge. E usando i simboli dell’amore della donna, Gesù dà la risposta al fariseo che si considerava in pace con Dio: "tu non m’hai dato l’acqua per i piedi; tu non mi hai dato un bacio, tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato! Simone, malgrado il banchetto che mi hai offerto, tu hai poco amore!"
• Luca 7,48-50: Parola di Gesù per la donna. Gesù dichiara che la donna è perdonata ed aggiunge: "La tua fede ti ha salvato. Vai in pace!" Qui spunta la novità dell’atteggiamento di Gesù. Non condanna, ma accoglie. Ed è la fede che aiuta la donna a incontrarsi con se stessa e con Dio. Nella relazione con Gesù, una forza nuova sorge in lei e la fa rinascere.