SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA
LA SAMARITANA

Giovanni 4,5-42
Riferimenti : Deuteronomio  5,1-2,6-21 - Salmo 18 - Efesini 4,1-7

Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore; mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo; mio scudo e baluardo, mia potente salvezza. Invoco il Signore, degno di lode, e sarò salvato dai miei nemici. Mi circondavano flutti di morte, mi travolgevano torrenti impetuosi; gia mi avvolgevano i lacci degli inferi, gia mi stringevano agguati mortali. Nel mio affanno invocai il Signore, nell'angoscia gridai al mio Dio: dal suo tempio ascoltò la mia voce, al suo orecchio pervenne il mio grido. La terra tremò e si scosse; vacillarono le fondamenta dei monti, si scossero perché egli era sdegnato. Dalle sue narici saliva fumo, dalla sua bocca un fuoco divorante; da lui sprizzavano carboni ardenti.
Dt 5,1-2.6-21

In quei giorni. Mosè convocò tutto Israele e disse loro: «Ascolta, Israele, le leggi e le norme che oggi io proclamo ai vostri orecchl: imparatele e custoditele per metterle in pratica. Il Signore, nostro Dio, ha stabilito con noi un'alleanza sull'Oreb. lo sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile. Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo né di quanto è quaggiù sulla terra né di quanto è nelle acque sotto la terra .. Non ti prostrerai davanti a loro e non li serviraI. Perche io, Il SIgnore, tuo DIO, sono un DIO geloso, che punìrsce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti. Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano. Osserva il giorno del sabato per santificarlo, come il Signore, tUQ Dio, ti ha comandato. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bue, né il tuo asino, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te, perché il tuo schiavo e la tua schiava si riposino come te. Ricòrdati che sei stato schiavo nella terra d'Egitto e che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso; perciò il SIgnore, tuo Dio, ti ordina di osservare il giorno del sabato. Onora tuo padre e tua madre, come il Signore, tuo Dio, ti ha comandato, perché si prolunghino i tuoi giorni e tu sia felice nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà. Non ucciderai. Non commetterai adulterio. Non ruberai. Non pronuncerai vana testimonianza contro il tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo: Non bramerai la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo

Ef 4,1-7

Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell'amore, avendo a cuore di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti. A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo.

 

 

Gv 4,5-42

In quel tempo. il Signore Gesù« giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era un pozzo di Giacobbe Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso ti pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunse una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samantana?». I Gùrdei infatti non hanno rapporti con i Samaritani: Gesù le risponde: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: 'Dammi da bere!", tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: (Signore, non hai un seccbio e il pozzo è profòndo; da dove prendi dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più ,grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest 'acqua avrà di nuovo sete: ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi l'acqua che io ,gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua cbe zampilla per la vita eterna». Signore - gli dice la donna -, dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: « Va' a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: (Io non ho marito». Le dice Gesù «Hai detto bene: «lo non ho manto': infatti hai avuto cinqae mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: Signore, vedo che tu sei un prrfeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bosogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l'ora in né Su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perchè la salvezza viene.dai Giudei. Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; Cosi infatti il Padre vuole cbe siano quelli cbe lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So cbe deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesic «Sono io, che parlo con te». In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano cbe parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cercbi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: « V'enite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello cbe ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla attà e andavano da lui. Intanto i discepol: lo pregavano: «Rabbi mangia». Ma egli rispose loro: «lo ho da mangiare un alro cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui cbe mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: "Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura"? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi cbe già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l'altro miete. lo vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica». Molti Samaritani di quella attà credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello cbe ho [atto». E quando i Samaritani giunsero· da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è Più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo cbe questi è veramente il salvatore del mondo».

Vallata di Sicar con al centro il pozzo di Giacobbe

Una brocca, un pozzo, una sorgente. Tre immagini d'acqua che si intrecciano come un crescendo musicale, una spirale di vita che sale. «Dammi da bere». Il Signore ha sete d'acqua in quel mezzogiorno accaldato, ma soprattutto ha sete della nostra sete. Ha sete che noi abbiamo sete di Lui. Ha desiderio del nostro desiderio, di questa povera brocca che è il nostro cuore assetato. «Se tu conoscessi il dono di Dio!». Donna, non vivere solo per i tuoi bisogni, fame, sete, amori, un po' di religione, perché quando avrai soddisfatto questi tuoi bisogni fondamentali non avrai che un po' d'acqua in una brocca, presto finita, sempre insufficiente. Non vivere senza mistero. Senza dono. Il dono di Dio è «un'acqua viva che diventa sorgente di vita eterna». Non una brocca più grande, non un pozzo più profondo, Gesù dona alla samaritana di ricongiungersi alla sua sorgente. Una immagine bellissima, con l'eternità che già freme dentro quest'acqua, che tracima, che dilaga, che va, che è più di ciò che serve alla sete. La sorgente è acqua per la sete degli altri. La sorgente non è possesso, è fecondità. La donna che prendeva quanta ac- qua serviva alla sua sete, diventa colei che dona. Capisce che non placherà la sete bevendo a sazietà, ma placando la sete d'altri; che si illuminerà illuminando altri, che riceverà gioia donando gioia. Diventare sorgente: bellissimo progetto per ogni cuore assetato di più vita. Ricevimi, donami, donandomi mi otterrai di nuovo: la donna abbandona la brocca e il pozzo, corre, chiama, annuncia, testimonia: «C'è uno che dice tutto, che interroga il cuorel» Nulla rivela il mistero dell'uomo quanto il mistero dei suoi amori. Al segreto di una persona si accede attraverso la rivelazione dell'amore. Passando proprio per il suo mistero di donna (hai avuto cinque mariti ... ) Gesù fa nascere nella samaritana il mistero di Dio. Al cui spazio si accede per la porta del cuore. Lì si adora «in Spirito e verità». Pregare non è questione di luoghi e città santi, di monti o di templi: dovunque tu sei vero, ogni volta che sei vero, il Signore è con te. Come, in cuore, il canto di una sorgente. Gesù è colui che dice tutto di me, che non mi chiude nei miei fallimenti, numerosi quanto gli uomini della samaritana, ma indica futuro, affinché anch'io giunto al pozzo come mendicante d'acqua, me ne ritorni come
mendicante di cielo.