
VII domenica dopo Pentecoste 12 luglio
2015
Giovanni. 16, 33 - 17, 3
Riferimenti : Giosuè 10, 6-15- Salmo 19
- Romani. 8, 31b-39 |
Ti risponda il Signore nel giorno dell’angoscia,
ti protegga il nome del Dio di Giacobbe. Ti mandi l’aiuto dal
suo santuario e dall’alto di Sion ti sostenga. R. Ti conceda ciò
che il tuo cuore desidera, adempia ogni tuo progetto. Esulteremo
per la tua vittoria, nel nome del nostro Dio alzeremo i nostri
vessilli: adempia il Signore tutte le tue richieste.
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Giosuè 10, 6-15 Poi gli Israeliti
partirono dai pozzi dei figli Iaakan per Mosera.
Là morì Aronne e vi fu sepolto; Eleazaro suo
figlio divenne sacerdote al posto di lui. Di là
partirono alla volta di Gudgoda e da Gudgoda
alla volta di Iotbata, paese ricco di torrenti
d'acqua. In quel tempo il Signore prescelse la
tribù di Levi per portare l'arca dell'alleanza
del Signore, per stare davanti al Signore al suo
servizio e per benedire nel nome di lui, come ha
fatto fino ad oggi. Perciò Levi non ha parte né
eredità con i suoi fratelli: il Signore è la sua
eredità, come il Signore tuo Dio gli aveva
detto. Io ero rimasto sul monte, come la prima
volta, quaranta giorni e quaranta notti; il
Signore mi esaudì anche questa volta: il Signore
non ha voluto distruggerti. Poi il Signore mi
disse: Alzati, mettiti in cammino alla testa del
tuo popolo: entrino nel paese che giurai ai loro
padri di dar loro e ne prendano possesso. Ora,
Israele, che cosa ti chiede il Signore tuo Dio,
se non che tu tema il Signore tuo Dio, che tu
cammini per tutte le sue vie, che tu l'ami e
serva il Signore tuo Dio con tutto il cuore e
con tutta l'anima, che tu osservi i comandi del
Signore e le sue leggi, che oggi ti do per il
tuo bene? Ecco, al Signore tuo Dio appartengono
i cieli, i cieli dei cieli, la terra e quanto
essa contiene. Ma il Signore predilesse soltanto
i tuoi padri, li amò e, dopo loro, ha scelto fra
tutti i popoli la loro discendenza, cioè voi,
come oggi Il racconto di
Giosuè, diventato famoso per gli incidenti di
percorso lungo i secoli, circa la discussione
sul "sole che gira attorno alla terra"
(convinzione comune fino al secolo XVII) e "la
terra che gira attorno al sole" ( convinzione
sostenuta da Galileo: 1564-1642). La discussione
divenne polemica religiosa e non si fermò a
livello scientifico, coinvolgendo criteri
interpretativi della Scrittura e problemi sulla
verità biblica. Il testo della Scrittura, che
leggiamo oggi, è la relazione di una delle
battaglie che il popolo d'Israele ha affrontato
nella conquista della terra promessa che sta
lentamente popolando. Si fa riferimento a
memorie tramandate, a testimonianze custodite
nel privato della propria tribù, a brandelli di
notizie conservate nei secoli, per mostrare che
l'impresa sarebbe stata impossibile e
insormontabile se il Signore non si fosse fatto
presente, garantendo la sua protezione, pur
chiedendo operosità e attività di conquista.
Cinque re, detti " re della montagna", anche se
qualcuno comanda su città di pianura, si
preoccupano dei successi di questo popolo nuovo
che invade la loro terra, anticipato da notizie
di salvataggi favolosi nel mare. Così, sentendo
che perfino una città assai fortificata come
Gabaon, che pur ha un esercito di uomini
coraggiosi, si è sottomessa, consegnandosi senza
combattere, i re insieme vogliono attaccare
Gabaon: a questa città. Giosuè aveva garantito
non solo salva la vita, ma anche aiuto e
protezione contro i vicini nemici. Giosuè si
sente incoraggiato dall'aiuto di Dio e quindi, a
marce forzate, in una notte, percorre con il suo
esercito circa 30 Km, arrivando a salvare chi lo
ha interpellato. Di fronte alla sorprendente
forza d'urto, così improvvisa, cresce la
confusione tra le truppe dei re, attaccate, tra
l'altro, da una poderosa grandinata (qualcuno
pensa alla grandine, qualcuno a scontri di
meteoriti che cadono: si parla infatti di
"pietre"). I 5 re fuggono inseguiti.
Anticamente, la collera di Dio veniva collegata
con tempeste, piogge torrenziali, fulmini e
tuoni. Il testo vuole sempre raccontare la
protezione di Dio e la preoccupazione di Giosuè
che si preoccupa di annientare ogni velleità di
salvezza. Non è possibile pensare di risolvere
in termini di reciproca convivenza l'innesto di
questo nuovo popolo. Tutto si risolve in volontà
di dominio e di potere. Così la guerra e la
forza militare debbono risolvere il presente e
il futuro di ogni autonomia di governo di una
regione. Non si pensano altre soluzioni. La
richiesta a Dio di fermare il sole significa per
Giosuè il bisogno di più tempo per completare la
vittoria. Qualcuno dice che, dopo la tempesta e
l'oscurità, il ritorno della luce e del sole
abbia dato la sensazione che si stesse vivendo
un tempo più lungo di battaglia. O, più
semplicemente, il desiderio di un tempo più
lungo e il linguaggio corrente traducono, ancor
oggi, la frase:" Il tempo si è fermato". Non va
dimenticato che il linguaggio, e la cultura che
fa da supporto al linguaggio, non rispecchia
ancor oggi, da noi, il dato scientifico ma le
apparenze. Anche noi diciamo, normalmente: "Il
sole sorge, il sole tramonta" . Nella lettura
della Scrittura bisogna saper distinguere il
dato culturale in cui si esprime l'autore e il
significato degli avvenimenti che, spesso, sono
enigmatici. La Bibbia non è un volume di fisica,
ma raccolta di testimonianze, ricordi e Parola
di Dio per interpretare l'Alleanza, la sua
scelta di popolo e l'amore di Dio per noi. Al
tempo di Galileo non si parla ancora di "Generi
letterari", come invece se ne parla oggi. Essi
permettono di interpretare correttamente un
testo senza cadere nel fondamentalismo. Bisogna
però ricordare che sono stati interpretati, già
nei secoli precedenti, alcuni testi biblici in
termini semplicemente simbolici e non
scientifici. |
Romani. 8, 31b-39 Che diremo
dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?
Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per
tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? Chi
accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. Chi condannerà?
Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla
destra di Dio e intercede per noi? Chi ci separerà dunque
dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la
persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio
come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il
giorno, siamo trattati come pecore da macello. Ma in tutte
queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che
ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né
angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né
altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai
separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.
Il capitolo 8 ci incoraggia a rivedere con
gioia e speranza grande l'avventura cristiana. Ciascuno di noi,
giustificato per la fede, vive nello Spirito, quale figlio ed
erede di Dio. In tutto il capitolo lo Spirito è il centro
focale. La vita va vissuta secondo lo Spirito. - 8,1-13 La
vita cristiana, in antitesi alla vita vissuta nella carne, è
vissuta secondo lo Spirito. - 8, 14-30. Ciascuno di noi vive
nella fede come Figlio e attende l'eredità della gloria con
tutta la creazione. Questo testo, a suo modo, va distinto in più
parti: - 8,14-17: lo spirito di figliolanza, - 8,18-25. la
solidarietà dei figli di Dio si estende all'intera creazione
nell'attesa della gloria futura, - 8, 26-30: lo Spirito prega
in noi e intercede presso il Padre. - 8,31-39: inno all'amore
La nostra attesa di gloria sarà esaudita perché Dio è fedele e
abbraccia tutti gli uomini. Noi amiamo Dio, dice Paolo, ma
questo avviene perché egli ci ha prima chiamati, ci ha
conosciuti da sempre, ci ha predestinati ad essere secondo
l'immagine del Figlio suo, ci ha giustificati. E tutto questo
tende alla glorificazione futura e piena. Il Signore sta dalla
nostra parte. Quindi, di che cosa dobbiamo avere paura? E' come
se fossimo costretti a dover affrontare un tribunale ed un
giudizio (per noicontro di noi). Ma il giudice è lo stesso Dio
che ci ha giustificati e giudice è Cristo che ci ha salvati."Chi
sarà contro di noi?". Abbiamo un difensore, dice Paolo, contro
cui nessuno può opporsi, ed è un difensore garantito: è Dio
stesso, perché per noi ha dato il proprio Figlio, e quindi è
disposto a darci ogni cosa, insieme con lui. E se Dio sarà dalla
parte dei credenti, anche Gesù lo sarà. Egli è potente. " E'
morto, è risuscitato, siede alla destra di Dio ed intercede per
noi". (il numero 4 ci riporta all'orizzonte umano che Gesù ha
vissuto ed ha anche rigenerato e salvato). Perciò nulla ci può
strappare da Lui. Vengono elencate "sette" situazioni dolorose
della vita degli uomini, presentate come fatti che interrogano,
interpellano, accusano. E nella intenzione di Paolo, nell'elenco
del numero sette, sono stati ricordati tutti i possibili
vincitori che potrebbero accusarci e allontanare da Cristo. La
vittoria sulle potenze del male, sulle sventure, sulle prove
viene solo dal Signore poiché noi riponiamo fiducia in Lui e non
nelle nostre forze. Così Paolo conclude con una "propria
persuasione. Nulla ci può separare: né il cosmo con le sue
potenze, né il tempo con il suo scorrere e i suoi momenti, né lo
spazio con la sua estensione". E se vogliamo contare gli
elementi si giunge al numero 10 che è il numero del fare, in
questo caso, ciò che è contro i criteri di vita morale,
tradimento della nostra vita. Rappresenta ciò che ha influsso e
potere su di noi. "Nulla, poiché ci fidiamo di Lui, ci potrà mai
separare dall'amore di Dio in Cristo Gesù, nostro Signore" (v
39).
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Giovanni.
16, 33 - 17, 3 «Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo
avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!». Così parlò
Gesù. Poi, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora:
glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato
potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro
che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero
Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo» Nell'ultima cena
che è il grande momento conclusivo della rivelazione ai suoi, Gesù ha
sviluppato il suo messaggio ai discepoli, come un testamento. E' stato un
lungo confidarsi, aprendo con pazienza discorsi di intimità ed amicizia. Ed
essi, gli amici, si sentono appassionatamente uniti a Gesù e, per certi
versi, sicuri dei propri sentimenti e del proprio futuro perché garantiti
dalla grandezza del Maestro. Ma Gesù, lentamente, li raggiunge con la sua
discrezione e la sua pienezza di vita. Gesù li conosce bene e sa che gli
avvenimenti, che stanno per accadere, li avrebbero colpiti drammaticamente.
Essi, invece, non sanno, continuano ad ignorare i segnali distribuiti da Gesù
lungo la loro strada, si illudono che la potenza di Gesù avrebbe vinto il
mondo, ma a modo loro, e si appassionano. Gesù rivela la fatica, i
conflitti, le delusioni e le sconfitte. Ma tutto il discorso di Gesù è
enigmatico, come ogni discorso sul futuro, anche se proveniente da un
profeta. Ancor più con loro che continuano ad alimentare la certezza che Gesù
vince e vincerà i suoi nemici. Ed essi continuano a pensare, "Li vincerà a
modo nostro". Lo ha detto poco prima: "Se non me ne vado, non verrà a voi
il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto,
dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al
giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla
giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio,
perché il principe di questo mondo è già condannato" (16,7-11). Ci sono
alcuni momenti in cui sembra che le loro attese possano essere esaudite. "Gli
dicono i suoi discepoli: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo
velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno
t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù:
«Adesso credete? Ecco, viene l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete
ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il
Padre è con me." (16,29-32). La vittoria sul mondo continua ad aleggiare
nell'aria, legata alla pace e alla fiducia, non certo, però, al trionfo o al
successo, ma di questo non si rendono conto."Vi ho detto questo perché
abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho
vinto il mondo!"(16,33 |