
PASQUA NELLA RESURREZIONE DEL SIGNORE
05/04/2015
Giovanni 20,11-18 Riferimenti : Atti degli Apostoli 1,1-8a
- Salmo 117 - Corinti 15,3-10a |
Lodate il Signore, popoli tutti, voi tutte,
nazioni, dategli gloria; perché forte è il suo amore per
noi e la fedeltà del Signore dura in eterno. |
Atti degli Apostoli 1,1-8a
Nel
primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di
tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli
inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo,
dopo aver dato disposizioni agli apostoli che
si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua
passione, con molte prove, durante quaranta
giorni, apparendo loro e parlando delle cose
riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava
a tavola con essi, ordinò loro di non
allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere
l’adempimento della promessa del Padre,
«quella – disse – che voi avete udito da me:
Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra
non molti giorni, sarete battezzati in
Spirito Santo». Quelli dunque che erano con
lui gli domandavano: «Signore, è questo il
tempo nel quale ricostituirai il regno per
Israele?».Ma egli rispose: «Non spetta a voi
conoscere tempi o momenti che il Padre ha
riservato al suo potere, ma riceverete la
forza dallo Spirito Santo che scenderà su di
voi». Luca, dopo aver concluso il racconto della
vita di Gesù nel Vangelo che riporta il suo
nome, scrive anche il libro degli Atti degli
Apostoli per presentare la Chiesa come una
continuazione della presenza di Gesù risorto.
E lo fa attraverso il racconto di alcuni
avvenimenti della Comunità cristiana. Così'
Gesù resta, con il suo Spirito, garanzia e
fondamento della testimonianza della vita
piena attraverso i credenti in Lui nel mondo.
L'umanità incomincia a intravedere il messaggio
nuovo e il tempo nuovo. E se Luca nel suo
Vangelo, inizia il racconto della vicenda di
Gesù nel tempio di Gerusalemme, con
l'apparizione di un angelo che svela la nascita
di un figlio ad un sacerdote anziano,
incredulo, Zaccaria, che poi sarà padre di
Giovanni Battista, lo stesso Vangelo di Luca si
conclude nel tempio dove i discepoli, dopo la
risurrezione, si trovano a pregare, come faceva
Gesù. Il centro tuttavia è l'annuncio della
Misericordia di Gesù che si fa piccolo nel
"si "della Madonna ed offre un movimento
travolgente di presenza del Divino nel cuore
della terra che tutta diventa terra promessa.
Negli Atti Gesù risorto continua questo
movimento incontenibile di popolo e
testimonia la risurrezione, cominciando da un
banchetto in una casa Siamo sempre a
Gerusalemme. C'è il ricordo di Giovanni che ha
battezzato nell'acqua, Ma ci sono, insieme,
il comando di attendere il dono dello Spirito
e il progetto di annunciare Gesù, in pienezza,
in tutto il mondo conosciuto. Il Signore si
presenta per 40 giorni, vivo, con molte prove.
Il numero 40 è un tempo importante per
scoprire il significato vero della
risurrezione e per abituare il proprio cuore e
la propria vita alla novità di Dio. Ormai
tutto va ripensato in termini di amore, di
vittoria sul male, disperanza. I discepoli,
anche dopo gli avvenimenti drammatici e
gloriosi, non hanno ancor capito il senso
della presenza di Gesù. Essi continuano a
pensare quello che speravano tutti, amici e
nemici, prima della morte in croce." Così,
venutisi a trovare insieme gli domandarono:
"Signore, è questo il tempo in cui
ricostituirai il Regno di Israele?"(1,6). "Non
spetta a. Voi conoscere. I tempi e i
momenti..., ma avrete forza dallo Spirito Santo
che scenderà su di voi e mi sarete
testimoni...". Viene negata la prevaricazione
del potere, della gloria, dell'accaparramento di
Dio e della sua forza. I discepoli
continuano, infatti, a sognare la guerra e la
lotta contro i pagani e la vittoria.
Vengono assicurate la gioia e la speranza per
tutti. |
Lettera ai Corinti 15,3-10a A
voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho
ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo
le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno
secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola
volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni
sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli
Apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un
aborto. Io infatti sono il più' piccolo tra gli apostoli e
non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho
perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono
quello che sono, la sua grazia in me non è stata vana.
Nella prima lettera ai Corinzi, San Paolo. Si preoccupa di
rendere testimonianza, il più possibile, sulla resurrezione.
Nel mondo giudaico dell'epoca, i Sadducei, legati
particolarmente alla classe alta sacerdotale, escludevano la
risurrezione così come nella tradizione greca i filosofi
raffiguravano l'anima umana come una scintilla racchiusa nella
prigione del corpo. Paolo, che aveva già trovato derisione ad
Atene quando aveva sostenuto la vita nuova di Gesù, si
preoccupa di ribadire la verità è la testimonianza della
risurrezione, riportando un frammento di catechesi di
altissimo valore che circolava nella Comunità cristiana: "Vi ho
trasmesso dunque quello che ho ricevuto". L'elenco delle
apparizioni segue una linea che a volte non coincide con i
Vangeli. Tace al cune apparizioni (quelle delle donne) e ne
aggiunge altre. Paolo rivendica in modo chiaro documentazione
e testimonianza da parte di molti e vi aggiunge la sua,
ricordando la propria conversione. Egli, infatti, si sente
colpevole di aver incrociato l'apparizione di Gesù risorto,
che lo ha reso apostolo e lo ha arricchito di grazia. Ma la
sua risurrezione è come l'inizio e l'avvio di una speranza e
di un annuncio che dissolve la disperazione e apre finalmente il
cammino verso il Padre attraverso Gesù. |

Nella figura si noti la pietra di forma circolare |

Nella figura sono visibili il vestibolo e il sepolcro vero e proprio
nella nicchia ove veniva depositato il corpo |
Giovanni 20,11-18
Maria invece stava all'esterno vicino al
sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e
vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e
l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le
dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il
mio Signore e non so dove lo hanno posto». Detto questo, si voltò
indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù.
Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che
fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato
via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse:
«Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico:
«Rabbunì!», che significa: Maestro! Gesù le disse: «Non mi trattenere,
perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di'
loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro».
Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il
Signore» e anche ciò che le aveva detto. Maria non si dà pace della morte di Gesù. Già di buon mattino, quando era
ancora buio, corre al sepolcro e trova la pietra rimossa. Allora corre da
Pietro e dal discepolo “che Gesù amava", perché non sa capacitarsene. E'
tutto un correre, un cercare, un vedere. Ma tutti corrono, cercano e
vedono in modo diverso (come è attestato anche dai verbi greci usati).
Nonostante tutto, alla fine, "i discepoli ritornarono a casa" come se
tutto fosse naturale. Solo chi ama non si dà pace e rimane; ed è un
piangere infinito. Ed è sul piangere che interviene Gesù, domandandole la
ragione. Come se ci fosse una ragione plausibile di un pianto di fronte
alla morte (anche Gesù ha pianto su Lazzaro morto).Eppure Gesù chiede;
anzi specifica la domanda, chiedendole chi cerca. Come a dare importanza a
quanto la donna esprime coinvolgendo pienamente la sua sensibilità e le
sue emozioni. Le è stata tolta la ragione della sua stessa vita, il senso
del suo amore profondo e totale. Gesù capisce e la chiama per nome:
“Maria.”Ecco: la Pasqua è come un ritrovarsi, è un sentirsi nuovamente
chiamati per nome, indipendentemente dai distacchi, dal vuoto, dall'abisso
dell'inconoscibile, dalla paura. Gesù è come se dicesse: “sono qui".
Quando c'è amore vero, amicizia profonda, relazione totale è come se la
morte non esistesse. Distacco si, ma non annientamento, vuoto sì, ma non
assenza, pianto sì, ma non melodramma. Purché non si ritorni a casa.
Purché si continui a correre, cercare, coinvolgere, rimanere, senza lasciarsi
fuorviare da nessun angelo biancovestito."Maria!” "Rabbunì" E' una
relazione che continua e non tramonterà mai. Perché c'è stato un
ritrovarsi, c'è stata una fedeltà, c'è stato un fidarsi al di là di ogni
logica. Forse Pasqua è proprio questo ritrovarsi, pieno, profondo, con il
Signore vivente, che ti chiama per nome. Ed anche con tutti coloro con
cui condividiamo l'aver visto o l'aver creduto. |