
XII DOMENICA DOPO PENTECOSTE
12 agosto 2018
Matteo 10, 5b-15
Riferimenti _ Geremia 25, 1-13 - salmo 136 - Romani 11, 25-32 |
Lungo i fiumi di Babilonia, là sedevamo e
piangevamo ricordandoci di Sion. Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre. Là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato, allegre canzoni, i nostri
oppressori: «Cantateci canti di Sion |
Geremia 25, 1-13 In quei giorni.
Questa parola fu rivolta a Geremia per tutto il
popolo di Giuda nel quarto anno del regno di
Ioiakìm, figlio di Giosia, re di Giuda, cioè nel
primo anno del regno di Nabucodònosor, re di
Babilonia. Il profeta Geremia l’annunciò a tutto
il popolo di Giuda e a tutti gli abitanti di
Gerusalemme dicendo: «Dall’anno tredicesimo del
regno di Giosia, figlio di Amon, re di Giuda,
fino ad oggi sono ventitré anni che mi è stata
rivolta la parola del Signore e io ho parlato a
voi con premura e insistenza, ma voi non avete
ascoltato. Il Signore vi ha inviato con assidua
premura tutti i suoi servi, i profeti, ma voi
non avete ascoltato e non avete prestato
orecchio per ascoltare quando vi diceva: “Ognuno
abbandoni la sua condotta perversa e le sue
opere malvagie; allora potrete abitare nella
terra che il Signore ha dato a voi e ai vostri
padri dai tempi antichi e per sempre. Non
seguite altri dèi per servirli e adorarli e non
provocatemi con le opere delle vostre mani e io
non vi farò del male. Ma voi non mi avete
ascoltato – oracolo del Signore – e mi avete
provocato con l’opera delle vostre mani per
vostra disgrazia”. Per questo dice il Signore
degli eserciti: Poiché non avete ascoltato le
mie parole, ecco, manderò a prendere tutte le
tribù del settentrione – oracolo del Signore – e
Nabucodònosor re di Babilonia, mio servo, e li
farò venire contro questo paese, contro i suoi
abitanti e contro tutte le nazioni confinanti,
voterò costoro allo sterminio e li ridurrò a
oggetto di orrore, a scherno e a obbrobrio
perenne. Farò cessare in mezzo a loro i canti di
gioia e di allegria, il canto dello sposo e
della sposa, il rumore della mola e il lume
della lampada. Tutta questa regione sarà
distrutta e desolata e queste genti serviranno
il re di Babilonia per settanta anni. Quando
saranno compiuti i settanta anni, punirò per i
loro delitti il re di Babilonia e quel popolo –
oracolo del Signore –, punirò il paese dei
Caldei e lo ridurrò a una desolazione perenne.
Manderò dunque a effetto su questo paese tutte
le parole che ho pronunciato a suo riguardo,
tutto quanto è scritto in questo libro, ciò che
Geremia aveva profetizzato contro tutte le
nazioni».
Geremia è uno dei profeti più grandi d'Israele
e, innamorato della bellezza e della bontà del
Signore, tenta di riportare alla fedeltà il suo
popolo, garantendo la pace. Ma la storia
travolge uomini, regni e persone e la parola di
Geremia cade nel vuoto. Anzi viene considerato
un disfattista, un annunciatore di sventure e
rischia molte volte la vita. La storia è
raccontata da Geremia stesso nel suo libro
autobiografico. Geremia, il profeta, è un
sacerdote del villaggio di Anatoth nel
territorio di Beniamino (1,1), vissuto durante
il regno degli ultimi re di Giuda: Giosia (640
a.C.-609 a.C.), Ioacaz (609), Joiakim (609-598
a.C.), Ioiachin (598-597), e Sedechia (597
a.C.-586). Il contesto della profezia di Geremia
è la lunga lotta dei Giudei contro i culti
idolatri delle divinità dei paesi circostanti,
provenienti da Tiro e da altre città della costa
fenicia, profondamente radicati fin dal tempo di
Manasseh (696-642). Giosia è un grande re e fa
sperare in una conversione di cuore di tutto il
popolo, poiché cerca di ristabilire il culto
legittimo ad un unico Dio, nell'ambito delle sue
riforme (2 Re 22,23). La riforma inizia nel 628
a.C. (2 Cr. 34,3) e viene ad essa dato un
rinnovato impeto con la riscoperta del Libro
della Legge nel 621 a.C. (2 Re 22,8).
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Romani 11, 25-32 Non voglio che
ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate
presuntuosi: l’ostinazione di una parte d’Israele è in atto fino
a quando non saranno entrate tutte quante le genti. Allora tutto
Israele sarà salvato, come sta scritto: / «Da Sion uscirà il
liberatore, / egli toglierà l’empietà da Giacobbe. / Sarà questa
la mia alleanza con loro / quando distruggerò i loro peccati».
Quanto al Vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma
quanto alla scelta di Dio, essi sono amati, a causa dei padri,
infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi
un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto
misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi
ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da
voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia. Dio
infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere
misericordioso verso tutti!
L'infedeltà e
il rifiuto d'Israele sono parziali mentre la fedeltà e la Parola
di Dio sono fedeli sempre. Abbiamo già incontrato questi
interrogativi e questa sofferenza nel brano letto domenica
scorsa nella lettera ai Romani (11,1-15). E infatti questo testo
ne è il seguito. Ci viene posto il significato del "mistero
d'Israele" (v 25). La certezza di una soluzione positiva non
avviene per una garanzia razionale e non ci sono prove che
garantiscano questa soluzione. Ma il messaggio nasce dalla
fiducia in Dio come per una profezia. Essa garantisce,
attraverso la Scrittura, che Dio mantiene la sua parola. Viene
posta, allora, la lettura e la interpretazione teologica della
storia. L'apostolo formula una previsione: l'ostinazione di una
parte d'Israele è in atto, fino a quando non saranno entrate
tutte quante le genti. Allora tutto Israele sarà salvato.
Israele è "nemico del vangelo", ma solo temporaneamente, poiché
non ha riconosciuto Gesù.
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Matteo
10, 5b-15 In quel tempo. Il Signore Gesù inviò i Dodici, ordinando loro:
«Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani;
rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada
facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli
infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né
argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche,
né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In
qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi
finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se
quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è
degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà
ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e
scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del
giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella
città». Matteo sta organizzando il suo Vangelo sulla Parola
di Dio, fondamentalmente, distribuendola in 5 grandi discorsi di Gesù, poiché
5 sono i libri della Legge e qui si sviluppa la nuova Parola di Dio che si fa
legge. Così elenco qui, per comodità di ricerca, i discorsi di Gesù che
diventano un caposaldo della nuova sapienza. I: .L'annuncio del regno. Il
discorso della montagna (5,1-7,29). II: Il ministero in Galilea
(8,1-11,1). Il discorso missionario (9,35-11,1). III: Controversie e
parabole (11,2- 13,52). Le parabole del Regno (13,1-52). IV: La formazione
dei discepoli (13,53-18,35). Il discorso ecclesiastico (18,1-35). V:
Giudea e Gerusalemme (19,1- 25,46). Il discorso sul tempo ultimo
(escatologico) (24,1-25,46). Gesù ha iniziato la sua opera di
evangelizzazione come un unico evangelizzatore, così almeno viene presentato
da Matteo. Lo schema della prima parte del Vangelo tra la folla si sviluppa
così. - Il discorso delle beatitudini, (capp 5-7) ai discepoli. - 10
miracoli (capp8-9) nelle diverse situazioni di malattia. - Una verifica di
Gesù sulla realtà che gli si presenta: "Vedendo le folle, "Gesù ne ebbe
compassione" e disse; «La messe è molta ma gli operai sono pochi» (vv
9,36-37). - Gesù sceglie i 12, li chiama, dà loro il potere di scacciare i
demoni e di guarire ogni sorta di infermità (10,1). - Li istruisce e li
manda. Il testo di oggi ricorda questa istruzione che è un insegnamento
alla Chiesa nella storia. Esso risente del retroterra schematicamente
ricordato, che ci aiuta a scoprire meglio il senso del messaggio, aprendo
anche a noi orizzonti impensati come credenti.
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