XIII DOMENICA DOPO PENTECOSTE
19 agosto 2018
Luca 7, 1b-10
Riferimenti : secondo libro delle Cronache 36, 17c-23 - Salmo 105 - ai Romani 10, 16-20
Molte volte li aveva liberati eppure si ostinarono nei loro progetti e furono abbattuti per le loro colpe; ma egli vide la loro angustia, quando udì il loro grido. Si ricordò della sua alleanza con loro e si mosse a compassione, per il suo grande amore. Li affidò alla misericordiadi quelli che li avevano deportati.

secondo libro delle Cronache 36, 17c-23
In quei giorni. Il Signore consegnò ogni cosa nelle mani del re dei Caldei. Quegli portò a Babilonia tutti gli oggetti del tempio di Dio, grandi e piccoli, i tesori del tempio del Signore e i tesori del re e dei suoi ufficiali. Quindi incendiarono il tempio del Signore, demolirono le mura di Gerusalemme e diedero alle fiamme tutti i suoi palazzi e distrussero tutti i suoi oggetti preziosi. Il re deportò a Babilonia gli scampati alla spada, che divennero schiavi suoi e dei suoi figli fino all’avvento del regno persiano, attuandosi così la parola del Signore per bocca di Geremia: «Finché la terra non abbia scontato i suoi sabati, essa riposerà per tutto il tempo della desolazione fino al compiersi di settanta anni». Nell’anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola del Signore pronunciata per bocca di Geremia, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto: «Così dice Ciro, re di Persia: “Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il Signore, suo Dio, sia con lui e salga!”».

Romani 10, 16-20
Fratelli, non tutti hanno obbedito al Vangelo. Lo dice Isaia: «Signore, chi ha creduto dopo averci ascoltato?». Dunque, la fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo. Ora io dico: forse non hanno udito? Tutt’altro: / «Per tutta la terra è corsa la loro voce, / e fino agli estremi confini del mondo le loro parole». E dico ancora: forse Israele non ha compreso? Per primo Mosè dice: / «Io vi renderò gelosi di una nazione che nazione non è; / susciterò il vostro sdegno contro una nazione senza intelligenza».
Isaia poi arriva fino a dire: / «Sono stato trovato da quelli che non mi cercavano, / mi sono manifestato a quelli che non chiedevano di me».

 

Luca 7, 1b-10
In quel tempo. Il Signore Gesù entrò in Cafàrnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

Questa preghiera che noi diciamo al momento della comunione eucaristica, è di un uomo d'armi, capo di un centinaio di soldati romani. Egli è così affezionato al suo servo che chiede a Gesù di guarirlo. Non vuole che il Signore vada da lui, ma ha una fede sconfinata nella potenza della sua Parola che, anche senza la sua presenza in casa, guarisce il servo.mCosì anche noi siamo impegnati a credere che la potenza della Parola di Gesù realizza la Presenza reale sotto le specie eucaristiche. Per avvicinarci alla realtà del mistero eucaristico infatti ed esserne realmente consolati e vivificati, non c'è altra via che quella della fede. E' la potenza di quella Parola di Gesù: "Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue" legata all'attualizzarsi di tutto il suo Mistero Pasquale che rende possibile l'ineffabile Presenza, sempre misteriosa ma colma di amore. Oggi, in un momento meditativo, metterò a confronto i facili slittamenti nella banalizzazione, abitudinarietà, svuotamento del senso dell'Eucarestia nella mia vita. Mi renderò conto che urge in me la vera, profonda, totale conversione al mondo della fede: una fede che informi tutta la mia vita e sia generatrice di vita. Verbalizzerò con la preghiera del Vangelo: "Credo, Signore, Tu però aiuta la mia debolezza nel credere". La voce di un Padre e Dottore della Chiesa Vuoi purificare il cuore e rafforzarlo nella fede? Rimani di continuo nella ripetizione del Nome di Gesù, affinché il cuore assorba il Signore e il Signore il cuore e i due diventino uno. S. Giovanni Crisostomo