
DOMENICA DI PASQUA NELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE
1 aprile 2018 Giovanni 20, 11-1
Riferimenti : Atti degli Apostoli 1, 1-8a - Salmo 117 - Prima
lettera ai Corinzi 15, 3-10a |
Rendete grazie al Signore perché è buono, perché
il suo amore è per sempre. Dica Israele: «Il suo amore è per
sempre». La destra del Signore si è innalzata, la destra del
Signore ha fatto prodezze. Non morirò, ma resterò in vita e
annuncerò le opere del Signore. |
Atti degli Apostoli 1, 1-8a Nel
primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto
quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino
al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver
dato disposizioni agli apostoli che si era
scelti per mezzo dello Spirito Santo. Egli si
mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con
molte prove, durante quaranta giorni, apparendo
loro e parlando delle cose riguardanti il regno
di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi,
ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme,
ma di attendere l’adempimento della promessa del
Padre, «quella – disse – che voi avete udito da
me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra
non molti giorni, sarete battezzati in Spirito
Santo». Quelli dunque che erano con lui gli
domandavano: «Signore, è questo il tempo nel
quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma
egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi
o momenti che il Padre ha riservato al suo
potere, ma riceverete la forza dallo Spirito
Santo che scenderà su di voi».
Luca,
dopo aver concluso il racconto della vita di
Gesù nel Vangelo che riporta il suo nome, scrive
anche il libro degli Atti degli Apostoli per
presentare la Chiesa come una continuazione
della presenza di Gesù risorto. E lo fa
attraverso il racconto di alcuni avvenimenti
della Comunità cristiana. Così' Gesù resta, con
il suo Spirito, garanzia e fondamento della
testimonianza della vita piena attraverso i
credenti in Lui nel mondo. L'umanità incomincia
a intravedere il messaggio nuovo e il tempo
nuovo. E se Luca nel suo Vangelo, inizia il
racconto della vicenda di Gesù nel tempio di
Gerusalemme, con l'apparizione di un angelo che
svela la nascita di un figlio ad un sacerdote
anziano, incredulo, Zaccaria, che poi sarà padre
di Giovanni Battista, lo stesso Vangelo di Luca
si conclude nel tempio dove i discepoli, dopo la
risurrezione, si trovano a pregare, come faceva
Gesù. Il centro tuttavia è l'annuncio della
Misericordia di Gesù che si fa piccolo nel "si
"della Madonna ed offre un movimento travolgente
di presenza del Divino nel cuore della terra che
tutta diventa terra promessa. Negli Atti Gesù
risorto continua questo movimento incontenibile
di popolo e testimonia la risurrezione,
cominciando da un banchetto in una casa Siamo
sempre a Gerusalemme. C'è il ricordo di Giovanni
che ha battezzato nell'acqua, Ma ci sono,
insieme, il comando di attendere il dono dello
Spirito e il progetto di annunciare Gesù, in
pienezza, in tutto il mondo conosciuto. Il
Signore si presenta per 40 giorni, vivo, con
molte prove. Il numero 40 è un tempo importante
per scoprire il significato vero della
risurrezione e per abituare il proprio cuore e
la propria vita alla novità di Dio. Ormai tutto
va ripensato in termini di amore, di vittoria
sul male, di speranza. I discepoli, anche dopo
gli avvenimenti drammatici e gloriosi, non hanno
ancor capito il senso della presenza di Gesù.
Essi continuano a pensare quello che speravano
tutti, amici e nemici, prima della morte in
croce." Così, venutisi a trovare insieme gli
domandarono: "Signore, è questo il tempo in cui
ricostituirai il Regno di Israele?"(1,6). "Non
spetta a. Voi conoscere. I tempi e i momenti...,
ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà
su di voi e mi sarete testimoni...". V iene
negata la prevaricazione del potere, della
gloria, dell'accaparramento di Dio e della sua
forza. I discepoli continuano, infatti, a
sognare la guerra e la lotta contro i pagani e
la vittoria. Vengono assicurate la gioia e la
speranza per tutti. |
Prima lettera ai Corinzi 15, 3-10a
Fratelli, a voi ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho
ricevuto, cioè / che Cristo morì per i nostri peccati secondo le
Scritture / e che fu sepolto / e che è risorto il terzo giorno
secondo le Scritture / e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola
volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono
morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli.
Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io infatti
sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere
chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per
grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me
non è stata vana.
Nella prima
lettera ai Corinzi, San Paolo. Si preoccupa di rendere
testimonianza, il più possibile, sulla resurrezione. Nel mondo
giudaico dell'epoca, i Sadducei, legati particolarmente alla
classe alta sacerdotale, escludevano la risurrezione così come
nella tradizione greca i filosofi raffiguravano l'anima umana
come una scintilla racchiusa nella prigione del corpo. Paolo,
che aveva già trovato derisione ad Atene quando aveva sostenuto
la vita nuova di Gesù, si preoccupa di ribadire la verità è la
testimonianza della risurrezione, riportando un frammento di
catechesi di altissimo valore che circolava nella Comunità
cristiana: "V i ho trasmesso dunque quello che ho ricevuto".
L'elenco delle apparizioni segue una linea che a volte non
coincide con i Vangeli. Tace al cune apparizioni (quelle delle
donne) e ne aggiunge altre. Paolo rivendica in modo chiaro
documentazione e testimonianza da parte di molti e vi aggiunge
la sua, ricordando la propria conversione. Egli, infatti, si
sente colpevole di aver incrociato l'apparizione di Gesù
risorto, che lo ha reso apostolo e lo ha arricchito di grazia.
Ma la sua risurrezione è come l'inizio e l'avvio di una speranza
e di un annuncio che dissolve la disperazione e apre finalmente
il cammino verso il Padre attraverso Gesù.


Plastico di tomba ebraica vista di fronte ed in
sezione longitudinale. Nella fig. in alto si noti la pietra di
forma circolare che veniva rotolata per chiudere
l'entrata. La fig in basso sono visibili il vestibolo e il
sepolcro vero e proprio nella nicchia del quale veniva deposto
il corpo. |
Giovanni 20, 11-18 In quel tempo. Maria di Màgdala stava
all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso
il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del
capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le
dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio
Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide
Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché
piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli
disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a
prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico:
«Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere,
perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro:
“Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala
andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva
detto. Maria non si dà pace della morte di Gesù.
Già di buon mattino, quando era ancora buio, corre al sepolcro e trova la
pietra rimossa. Allora corre da Pietro e dal discepolo "che Gesù amava",
perché non sa capacitarsene. E' tutto un correre, un cercare, un vedere. Ma
tutti corrono, cercano e vedono in modo diverso (come è attestato anche dai
verbi greci usati). Nonostante tutto, alla fine, "i discepoli ritornarono a
casa" come se tutto fosse naturale. Solo chi ama non si dà pace e rimane; ed
è un piangere infinito. Ed è sul piangere che interviene Gesù, domandandole
la ragione. Come se ci fosse una ragione plausibile di un pianto di fronte
alla morte (anche Gesù ha pianto su Lazzaro morto). Eppure Gesù chiede; anzi
specifica la domanda, chiedendole chi cerca. Come a dare importanza a quanto
la donna esprime coinvolgendo pienamente la sua sensibilità e le sue
emozioni.m Le è stata tolta la ragione della sua stessa vita, il senso del
suo amore profondo e totale. Gesù capisce e la chiama per nome: "Maria."
Ecco: la Pasqua è come un ritrovarsi, è un sentirsi nuovamente chiamati per
nome, indipendentemente dai distacchi, dal vuoto, dall'abisso
dell'inconoscibile, dalla paura. Gesù è come se dicesse: "sono qui". Quando
c'è amore vero, amicizia profonda, relazione totale è come se la morte non
esistesse. Distacco sì, ma non annientamento, vuoto sì, ma non assenza,
pianto sì, ma non melodramma. Purché non si ritorni a casa. Purché si
continui a correre, cercare, coinvolgere, rimanere, senza lasciarsi fuorviare
da nessun angelo biancovestito. "Maria!" "Rabbunì" E' una relazione che
continua e non tramonterà mai. Perché c'è stato un ritrovarsi, c'è stata una
fedeltà, c'è stato un fidarsi al di là di ogni logica. Forse Pasqua è proprio
questo ritrovarsi, pieno, profondo, con il Signore vivente, che ti chiama per
nome. Ed anche con tutti coloro con cui condividiamo l'aver visto o l'aver
creduto in qualcosa di grande e di Insospettato.
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