 II domenica di pasqua
8 aprile 2018 Giovanni 20, 19-31
Riferoimenti : Atti degli Apostoli 4, 8-24a - salmo 117
- Colossesi 2, 8-15 |
Rendete grazie al Signore perché è buono, perché
il suo amore è per sempre. Dica Israele: «Il suo amore è per
sempre». Dica la casa di Aronne: «Il suo amore è per sempre».
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Atti degli Apostoli 4, 8-24a
In quei giorni. Pietro, colmato di Spirito Santo,
disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo
interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per
mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a
tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno,
che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti,
costui vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è
stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra
d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto
il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che
noi siamo salvati». Vedendo la franchezza di Pietro e di
Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza
istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come quelli
che erano stati con Gesù. Vedendo poi in piedi, vicino a loro,
l’uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa replicare.
Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro
dicendo: «Che cosa dobbiamo fare a questi uomini? Un segno
evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente
noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo
negarlo. Ma perché non si divulghi maggiormente tra il popolo,
proibiamo loro con minacce di parlare ancora ad alcuno in quel
nome». Li richiamarono e ordinarono loro di non parlare in alcun
modo né di insegnare nel nome di Gesù. Ma Pietro e Giovanni
replicarono: «Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece
che a Dio, giudicatelo voi. Noi non possiamo tacere quello che
abbiamo visto e ascoltato». Quelli allora, dopo averli
ulteriormente minacciati, non trovando in che modo poterli
punire, li lasciarono andare a causa del popolo, perché tutti
glorificavano Dio per l’accaduto. L’uomo infatti nel quale era
avvenuto questo miracolo della guarigione aveva più di
quarant’anni. Rimessi in libertà, Pietro e Giovanni andarono
dai loro fratelli e riferirono quanto avevano detto loro i capi
dei sacerdoti e gli anziani. Quando udirono questo, tutti
insieme innalzarono la loro voce a Dio. La
Comunità cristiana si sta organizzando. Continua a frequentare
il tempio secondo le abitudini del gruppo dei discepoli di Gesù,
che già con Gesù, nei giorni precedenti la sua morte e la
resurrezione, va regolarmente. Così gli apostoli non hanno
motivo di cambiare. Ma affrontano la realtà, giorno per giorno,
fidandosi del Signore che farà loro comprendere stili e scelte
secondo il suo cuore e, comunque, sanno che da adesso in poi
hanno un riferimento nuovo di vita a cui rivolgersi sempre: la
morte e la risurrezione di Gesù cambia scelte e stili. Il libro
di Luca, "Atti degli apostoli", racconta un normale giorno
feriale. "Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera
delle tre del pomeriggio. Qui di solito veniva portato un uomo,
storpio fin dalla nascita; lo ponevano ogni giorno presso la
porta del tempio detta Bella, per chiedere l'elemosina a coloro
che entravano nel tempio" (At 3,1-2). Chiedere elemosina
significa aspettarsi, in particolare, danaro, oppure generi
alimentari o altri doni. "Pietro gli disse: «Non possiedo né
argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù
Cristo, il Nazareno, alzati e cammina!». Lo prese per la mano
destra e lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si
rinvigorirono" (vv6-7). Sono le tre del pomeriggio: si offre
l'incenso all'interno del tempio, nel Santo, mentre fuori,
all'altare dei sacrifici viene immolato un agnello di un anno. A
questo punto lo storpio, a cui, per la sua malattia che lo rende
impuro, è preclusa ogni entrata nel tempio, "entrò con loro nel
tempio camminando, saltando e lodando Dio". Poiché Gesù ha
educato i discepoli ad assistere a fatti o ad ascoltare parabole
per poi capirne il significato, Pietro e Giovanni fanno
altrettanto, diffondendo il messaggio della risurrezione sulle
Scritture: in questo caso citano il Salmo 118,22: "Gesù è la
pietra angolare... in nessun altro c'è salvezza". Lo fanno con
grande libertà e franchezza (parresia): Luca usa questo termine
per identificare una persona serena, sicura e libera.
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Colossesi 2, 8-15
Fratelli, fate attenzione che nessuno faccia di voi sua preda
con la filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione
umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo. È
in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità,
e voi partecipate della pienezza di lui, che è il capo di ogni
Principato e di ogni Potenza. In lui voi siete stati anche
circoncisi non mediante una circoncisione fatta da mano d’uomo
con la spogliazione del corpo di carne, ma con la circoncisione
di Cristo: con lui sepolti nel battesimo, con lui siete anche
risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha
risuscitato dai morti. Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che
eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione
della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il
documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era
contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce. Avendo
privato della loro forza i Principati e le Potenze, ne ha fatto
pubblico spettacolo, trionfando su di loro in Cristo.
Paolo vede i pericoli che corrono
coloro che accettano la fede di Gesù. E d'altra parte è questa
la novità centrale per ebrei e per i pagani di fronte alla quale
bisogna prendere posizione. Poco più sopra ha impostato il
problema: "E così, intimamente uniti nell'amore, essi siano
arricchiti di una piena intelligenza per conoscere il mistero di
Dio, che è Cristo: in lui sono nascosti tutti i tesori della
sapienza e della conoscenza. Dico questo perché nessuno vi
inganni con argomenti seducenti" (Col 3,2-4). Ci sono
prospettive nuove che vengono dalle tradizione ebraica e dalla
cultura greca. Paolo dice che è fondamentale difendere e
maturare in sé la consapevolezza di aver ricevuto il "mistero di
Dio in Gesù". In un mare di relativismo, e in un oceano di
pretese di assolutismi, noi stiamo percorrendo una strada
stretta che ci porta a vedere in "Gesù Signore" (2,6) la
ricchezza della nostra appartenenza e della nostra liberazione.
"In Lui siamo stati riempiti, circoncisi (è la nuova
appartenenza) e in lui battezzati (sepolti alla realtà vecchia
di male e di peccato). Siamo "risorti mediante la fede nella
potenza di Dio" (v 12). La risurrezione si sviluppa ogni giorno
e matura nella fede. Non ci sono automatismi ma scelte e
verifiche, pensieri nuovi e maturi sulla Parola di Dio: "siamo
risorti per fede". Il tempo precedente, di cui, comunque siamo
stati responsabili e che abbiamo scelto, ora è stato assunto da
Gesù. Nella mentalità e nell'immaginario ebraico Dio ha un
registro su cui sono segnate tutte le mancanze. Il giudizio di
Dio si basa su ciò che è documentato. Ma su questo testo
oggettivo, e sempre più carico di iniquità, si fa riferimento,
da parte dei giusti, perché il Signore abbia la bontà di
ignorarlo. Un testo di Isaia dice una parola assicurante di Dio:
"Io, io cancello i tuoi misfatti per amore di me stesso, e non
ricordo più i tuoi peccati" (43,25). L'immagine ritorna anche in
Mt 6,15: "Ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre
vostro perdonerà le vostre colpe" e in Luca 11,4: "Perdona a noi
i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro
debitore, e non abbandonarci alla tentazione». |
Giovanni 20, 19-31 In quel tempo.
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le
porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne
Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro
le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse
loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi».
Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui
perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non
saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con
loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il
Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei
chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano
nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in
casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in
mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e
guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere
incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù
gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno
visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti
altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati
scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché,
credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Dopo le notizie sconcertanti della sparizione del corpo di Gesù dal
sepolcro, dopo la visione degli angeli e il messaggio di Maria Maddalena, nel
Cenacolo il gruppo dei discepoli si ritrova la sera per mangiare e per
mettere in ordine le notizie confuse, sconvolgenti, assurde, splendide.
Giovanni, che il mattino, con Pietro, è corso al sepolcro, guardando le bende
piegate, "credette" (20,8), nel suo Vangelo, sintetizza, fatti e parole di
due apparizioni di Gesù, otto giorni l'una dall'altra, sempre il giorno dopo
il sabato, di sera. S. Luca distende su 50 giorni i doni e le scelte che il
Signore offre e che Giovanni raccoglie in un solo iniziale incontro: il
saluto di pace come segno della risurrezione, la missione, il dono dello
Spirito. Luca propone il tempo di 50 giorni (7x7+1 = 50: simbolo della
pienezza di Dio, richiamo allo Spirito) per suggerire il lento cammino della
consapevolezza nei discepoli, la coscienza della missione che sarà possibile
con la forza dello Spirito, il bisogno della forza di Dio per ripensare ai
messaggi e all'esperienza vissuta, il dono dello Spirito come presenza di
Gesù risorto, offerto interiormente, per imparare a manifestare e annunciate
la Parole di Gesù. - Giovanni sintetizza nell'offerta di pace, che è più
di un augurio, la presenza di Gesù che ha realizzato finalmente l'incontro
tra Dio e l'uomo. Ormai, slegato dal tempo e dallo spazio, non più soggetto
ai condizionamenti, Gesù ora può essere pace per ogni uomo che lo cerchi.
- Dal dono alla missione il passo è breve: la missione non è solo predicare
la morte e la risurrezione, ma è proporre la missione come coinvolgimento nel
mistero di Dio che Gesù ha vissuto: un amore incondizionato, una dipendenza
alla volontà di Dio autentica, una profonda passione per la verità, un
desiderio ardente di rivelare il Padre, un amore totale verso gli uomini. La
missione si presterà ai condizionamenti, alle distorsioni perché s'imbatterà
con i limiti, i compromessi, le ipocrisie, gli interessi e gli egoismi.
Anche i gesti più alti e più sacri possono diventare formali, banali, di
facciata e l'ipocrisia che Gesù rimprovera alla classe dirigente rischia di
penetrare anche nel cuore dei suoi. La presenza di Gesù nel cenacolo è quella
di un risorto con le mani forate e il costato ferito. Perciò il dono dello
Spirito garantisce una nuova creazione posta nelle mani dei credenti (Gen.
2,7): una nuova forza che struttura il mondo, capace di perdono e quindi
creatore di armonia. - Ma sorgeranno sempre dubbi anche tra le persone
oneste, e presenteranno (vv. 24-29) proteste e perplessità come lo fa Tommaso
quando la comunità inizia a testimoniare la risurrezione. Tommaso non si fida
e sceglie, come misura della propria consapevolezza, un nesso concreto tra
"vedere e credere". Gesù non si scandalizza, non rimprovera, ma accetta di
scendere sul piano delle attese per poi pronunciare la beatitudine: "Beati
quelli che pur non avendo visto crederanno" (v 29). E questo sarà il cammino
della Chiesa . Giovanni conclude offrendo la sua testimonianza sotto forma
di libro da leggere e quindi di Parola che ripropone testimonianza e garanzia
dello Spirito.
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