
DOMENICA DELL’INCARNAZIONE
17dicembre 2017
Luca 1, 26-38a
Riferimenti : Isaia 62, 10 – 63, 3b - Salmo 71 -
Filippesi 4, 4-9 |
Le montagne portino pace al popolo e le colline
giustizia. Ai poveri del popolo renda giustizia, salvi i figli
del misero e abbatta l’oppressore. ® Scenda come pioggia
sull’erba, come acqua che irrora la terra. Nei suoi giorni
fiorisca il giusto e abbondi la pace. In lui siano benedette
tutte le stirpi della terra e tutte le genti lo dicano beato |
Isaia 62, 10 – 63, 3b In quei
giorni. Isaia disse: «Passate, passate per le
porte, / sgombrate la via al popolo, / spianate,
spianate la strada, / liberatela dalle pietre, /
innalzate un vessillo per i popoli». Ecco ciò
che il Signore fa sentire / all’estremità della
terra: / «Dite alla figlia di Sion: / “Ecco,
arriva il tuo salvatore; / ecco, egli ha con sé
il premio / e la sua ricompensa lo precede”. /
Li chiameranno “Popolo santo”, / “Redenti del
Signore”. / E tu sarai chiamata Ricercata, /
“Città non abbandonata”». «Chi è costui che
viene da Edom, / da Bosra con le vesti tinte di
rosso, / splendido nella sua veste, / che avanza
nella pienezza della sua forza?». / «Sono io,
che parlo con giustizia, / e sono grande nel
salvare». / «Perché rossa è la tua veste / e i
tuoi abiti come quelli di chi pigia nel
torchio?». / «Nel tino ho pigiato da solo / e
del mio popolo nessuno era con me».
Il testo di Isaia, che leggiamo oggi,
fanno parte di alcuni brani, a iniziare dal
capitolo 60, che proclamano lo splendore di Sion
che il Signore riveste di luce (60,1). Tornano i
popoli, ritorna il popolo d'Israele. Avrà forze
sufficienti per ricostituire il mondo di Giuda e
di Gerusalemme in un posto degno perché è
abitato da Dio. I popoli si impegneranno a
rendere bella la città e portare ricchezza.
L'invito che viene fatto agli abitanti attuali
di Gerusalemme è quello di uscire in fretta (non
certo come precipitosamente sono stati fatti
uscire per la schiavitù in Babilonia) perché
devono preparare una strada per chi ritorna:
ebrei dalla dispersione e pagani che vogliono
ammirare o servire Israele. Spianare la strada,
renderla agevole e innalzare un vessillo sono il
modo più generoso, più attento, più ospitale che
si possa fare perché Gerusalemme, davvero,
diventi grande. Il profeta è invitato a
rassicurare il popolo di Gerusalemme: sta
arrivando colui che ti riscatterà e porta con sé
il denaro sufficiente perché possa ricomprarti.
Vengono usati quattro richiaminovità che
coinvolgono e il popolo e la città stessa dove
il popolo vive: gli abitanti saranno chiamati
popolo santo, redenti del Signore; la città sarà
chiamata ricercata e non abbandonata. DA schiavi
a liberi, da popolo disperato a popolo santo, da
città distrutta a città ricercata, da città
abbandonata a città popolosa. Chi ha fatto
questo è stato uno che viene da Edom (una città
nemica) e la sentinella, prima di aprire la
porta della città, lo interroga. Il messaggio
viene, prima che dalle parole, dallo splendore
della veste, dalla pienezza della sua forza,
dalle parole che parlano di giustizia, dalle
garanzie che promettono di soccorrere. A
testimonianza di questo un segno grandissimo
viene da colui che ha il vestito macchiato di
sangue. E il richiamo di una battaglia dov'e
questo valoroso ha vinto combattendo da solo.
Perciò la sua venuta non è per interesse, né per
la volontà di potere e di potenza, ma solo per
mantenere la sua parola e sua fedeltà alla
sposa: Israele. Nella lettura biblica cristiana
colui che arriva è Gesù, potente ma che ha
battuto il peccato e la morte nella sua vita. E'
sporco del proprio sangue e non del sangue di
altri.
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Filippesi 4, 4-9 Fratelli, siate
sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra
amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non
angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a
Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e
ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza,
custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. In
conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile,
quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile,
quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode,
questo sia oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete
imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in
pratica. E il Dio della pace sarà con voi! S.
Paolo, nella finale della lettera ai Filippesi, dopo alcune
esortazioni, consigli pratici e raccomandazioni, invita alla
gioia. "Rallegratevi nel Signore" in fondo è una stranezza: non
si può comandare la gioia eppure il credente deve sforzarsi di
raggiungere questo sentimento poiché egli si pone in rapporto a
Cristo risorto (il Signore). Paolo, carcerato con la prospettiva
di una sentenza capitale, non ha abbandonato la gioia,
soprattutto nella consapevolezza che il suo sacrificio può
aiutare a far crescere la fede ai credenti di Filippi. La gioia
porta amabilità con gli uomini e la vicinanza della venuta del
Signore; anzi, più che incentivare il distacco verso questo
mondo, diventa occasione di un impegno più solido e saldo dì
amore. Il "Non angustiatevi" ricorda lo stesso verbo del
discorso delle beatitudini (Mt 6,25-34) e impegna un giusto
rapporto con le cose. Il cristiano di fronte alle difficoltà non
può disperarsi ma deve fidarsi di Dio Provvidenza e deve
chiedere ciò che gli serve per il proprio mantenimento. E nel
momento stesso che chiede, secondo lo stile ebraico, deve anche
ringraziare poiché il ringraziamento è costitutivo della
preghiera, indipendentemente che si faccia una richiesta e che
questa sia esaudita. Allora "cuore e pensieri" (dimensione
profonda e interiore della persona) saranno custoditi nella pace
e quindi in quell'equilibrio che non prova più ansia né
sgomento. un atteggiamento di fiducia che accetta di camminare
nella fedeltà a Signore e nella pace deve saper scoprire con il
solo i valori fondamentali da cui ogni comunità non l'avrebbe
mai prescindere. E l'elenco di otto valori che toccano il vivere
morale di ogni persona, e non solo quello della comunità
cristiana. Si potrebbe però notare che il 8 è il numero della
risurrezione, e quindi si potrebbe dire che questo elenco tocca
i credenti che accolgono e vivano la speranza della vita piena.
A conclusione del testo Paolo suggerisce come ha dei discepoli
di seguire il proprio esempio poiché è egli si è fatto per loro
accompagnatore e maestro. L'augurio conclusivo passa dalla pace
di Dio (versetto sette) al Dio della pace versetto non. Se c'è
Dio ce la pace e se c'è la pace Dio agisce.
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Basilica dell'ANNUNCIAZIONE |
Luca
1, 26-38a In quel tempo. L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città
della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo
della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A
queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto
come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia
presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai
Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli
darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe
e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà
questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo
scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra.
Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco,
Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio
e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile
a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me
secondo la tua parola». Il Vangelo di Luca racconta che
finalmente si compie l'attesa di secoli attraverso il messaggio e la scelta
di Dio per Maria. L'incontro misterioso tra l'angelo Gabriele e la Madonna
viene narrato con schemi e linguaggi propri dell'Antico Testamento. Il paese
di Nazareth è sconosciuto nella Bibbia perché insignificante e tuttavia qui
avviene l'inizio della presenza del Figlio di Dio tra noi. E' il Signore che
fa un dono; eppure ha bisogno, come sempre, dell'accettazione e della
disponibilità di chi lo sa prendere sul serio. Nella storia, a compiere
l'Alleanza, sono stati chiamati prima il popolo d'Israele, poi Gerusalemme,
ma tutti si rivelano incapaci. L'angelo va da Maria. E il dialogo si sviluppa
con questa giovane donna che viene presentata come la Gerusalemme salvata,
come la figlia di Sion (Sof 3,14; Zac 9,9): "Rallegrati, o beneamata (tu che
hai il favore di Dio); il Signore è con te". Al turbamento di Maria che non
si ritiene all'altezza, l'angelo risponde rassicurando e manifestando il
futuro del figlio. La garanzia di un figlio avrebbe fatto impazzire di gioia
ogni ragazza ebrea; Maria invece si ferma all'interrogativo: "Come è
possibile?" poiché essa vuole avere chiarezza su un suo eventuale diverso
comportamento. Dire di "si" a Dio suppone una conversione di vita. E la
rivelazione si allarga sempre di più; Maria deve rassicurarsi, non deve
cambiare nulla dei suoi progetti; essa è come il popolo che cammina all'ombra
di Dio (Es 40,35; Num 9,18.22; 10,34). Il Signore opererà da solo; ci sarà
semplicemente bisogno di grande fiducia e fedeltà. Allora Maria pronuncia il
suo "sì" libero e cosciente senza porre ostacoli e senza interpellare altri.
Sa che tutto è nella sua fiducia. Così questo è il giorno in cui Cristo
inizia il suo pellegrinaggio nel mondo. Per ora solo in Maria. E'
incominciato il Natale. |