
DOMENICA PRE NATALIZIA
24 DICEMBRE 2017
Matteo 1, 1-16
Riferimenti : Isaia 62,1-5 - salmo 88 - Tessalonicesi 5, 15b-23 |
Canterò in eterno l’amore del Signore. «Ho
stretto un’alleanza con il mio eletto, ho giurato a Davide, mio
servo. Stabilirò per sempre la tua discendenza, di generazione
in generazione edificherò il tuo trono». Egli mi invocherà: «Tu
sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza».Gli
conserverò sempre il mio amore |
Isaia 62,1-5 Così dice il Signore Dio: «Per
amore di Sion non tacerò, / per amore di Gerusalemme non mi
concederò riposo, / finché non sorga come aurora la sua
giustizia / e la sua salvezza non risplenda come lampada. Allora
le genti vedranno la tua giustizia, / tutti i re la tua gloria;
/ sarai chiamata con un nome nuovo, / che la bocca del Signore
indicherà. Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, /
un diadema regale nella palma del tuo Dio. / Nessuno ti chiamerà
più Abbandonata, / né la tua terra sarà più detta Devastata, /
ma sarai chiamata Mia Gioia / e la tua terra Sposata, / perché
il Signore troverà in te la sua delizia / e la tua terra avrà
uno sposo. / Sì, come un giovane sposa una vergine, / così ti
sposeranno i tuoi figli; / come gioisce lo sposo per la sposa, /
così il tuo Dio gioirà per te».
Il testo di
Isaia è un brano tratto dai suoi ultimi dieci capitoli (56-66)
in cui sono descritti il ritorno in Gerusalemme e la
ricostituzione del popolo, liberato dopo l'esilio di Babilonia
(587-538 a.C.). Gerusalemme qui è la grande città di Davide,
luogo della presenza del Signore, rifatta segno della protezione
di Dio che ama il suo popolo. Di fatto, Gerusalemme sarà
finalmente irradiata dalla luce, ritroverà i suoi figli e
accoglierà una folla di stranieri (sono ricordato i luoghi
pagani di provenienza: Madian, Efa', Saba, Tarsis, Arabia, le
isole. "Il re di Tarsis e le isole offriranno doni, i re di
Arabia e di Saba portano i loro tributi" Salmo 72,10). Gli
abitanti di Gerusalemme restano sempre stupiti delle aurore e
dei tramonti sulla città poiché, collocata sul monte Sion.
Mentre in basso con ritardo, in mattinata, si diradano nebbia e
foschia, in cima splende il sole e illumina il tempio. Questo
effetto luminoso ha affascinato anche i discepoli di Gesù e
provoca ammirazione (Mt 24,1). - I tesori del mare provengono
dall'ovest, con le navi fenicie o greche; le ricchezze
dell'oriente e d'Egitto giungono con le carovane attraverso i
deserti di Siria e del Sinai. Madian, Efa e Saba sono popoli
dell'Arabia (cf.45,14;Gen 25,1-4). - Gli stuoli di cammelli e di
dromedari erano stati l'incubo delle distruzioni. Ora sono i
segni della ricchezza e della speranza. Le allusioni ai tesori
dell'oriente e la prospettiva universalista di 60,6 hanno
portato la liturgia ad applicare questo testo al mistero
dell'Epifania. - "Viene la tua luce e la gloria del Signore
splende su di te". Gerusalemme è luce e gloria poiché Dio è
presente. Ma anche Gesù sarà luce e gloria. Lo dirà Simeone
quando Maria e Giuseppe porteranno Gesù al tempio per la
presentazione: "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo se ne
vada in pace secondo la tua parola, poiché i miei occhi han
visto la tua salvezza che hai preparato davanti a tutti i
popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo
Israele" (Lc 2,29-32). Insieme: Gerusalemme e "il servo del
Signore" Gesù (Is 49,6) sono luce e luogo della rivelazione
della gloria di Dio. Poi Gesù dirà ai suoi discepoli, i
credenti, nelle beatitudini: "Voi siete la luce del mondo" (Mt
5,14) e quindi "Risplenda la vostra luce davanti agli uomini
perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro
Padre nei cieli" (Mt 5,16). |
Tessalonicesi 5, 15b-23 Fratelli,
cercate sempre il bene tra voi e con tutti. Siate sempre lieti,
pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa
infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non
spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni
cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di
male. Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la
vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi
irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo.
Questo brano è posto quasi al termine della lettera. Vi
sono contenute numerose esortazioni, come ogni chiusura di
lettera, ma anche perché la seconda parte di questa missiva di
Paolo è interamente dedicata all'esortazione, mentre la prima
parte aveva come motivo conduttore il ringraziamento. Dopo la
raccomandazione ad avere rispetto verso coloro che erano le
guide della comunità (5,12-13) e ad avere sollecitudine gli uni
verso gli altri (5,14-15) si passa ora all'atteggiamento da
avere nei confronti di Dio (5,16-18) e delle esperienze
carismatiche. (5,19-22). Infine vi è un'invocazione a Dio perché
continui la sua protezione sulla chiesa di Tessalonica.Le
esortazioni di Paolo in questa parte della lettera hanno la
forma di slogan martellanti. Qui ne abbiamo addirittura tre di
seguito, posti sotto il segno del volere divino manifestato in
Gesù Cristo. Sono tre espressioni che escludono ogni limite:
sempre, interrottamente, in ogni cosa. Già Paolo aveva fatto
appello alla gioia che i Tessalonicesi provavano, nonostante le
ostilità, poiché avevano accolto il suo annuncio evangelico. Ora
li esorta perché essa non venga mai meno, anche dopo il primo
entusiasmo. Oltre alla gioia, Paolo vuole che i Tessalonicesi
abbiano una continua esperienza di preghiera e di
ringraziamento. Anche Paolo e i suoi collaboratori vivono con lo
stesso sguardo rivolto a Dio, per impetrare il suo dono e
riconoscere con gratitudine la sua presenza benefica in tutti i
risvolti della vita. |
Matteo 1, 1-16 Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide,
figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe
generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares
generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò
Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed
da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone
da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo
generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram,
Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò
Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia,
Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in
Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl,
Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm,
Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò
Eliùd, Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe,
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù,
chiamato Cristo.
Quello che è stato proclamato è l'inizio del Vangelo di Matteo e già nel suo
prologo comprendiamo che l'Evangelista è un profondo conoscitore delle
Scritture. Quello che ci viene offerto può sembrare arido, ma è sorprendente.
In quello che può sembrare una sorta di rubrica c'è un messaggio molto
profondo. In Gesù si compiono le promesse fatte dai patriarchi e dai profeti.
Questa nascita è a nostro favore, nostro perché siamo suoi fratelli nella
carne. Davanti a questa genealogia nel momento in cui siamo prossimi al
Natale comprendiamo la scelta di Gesù di nascere fra gli uomini. In questa
lista comprendiamo che: "Ogni persona è un volto unico ed irripetibile, un gioco di passioni e
azioni, con uno strano destino di libertà”.
Si va ancora più in profondità
“la vicenda umana diventa storia della salvezza realizzazione di Dio
nell'uomo e dell'uomo di Dio”.
Allora qual è il nostro atteggiamento in questa manciata di ore che ci
portano al mistero del Natale? E' quello di porci nel ringraziamento perché
attraverso suo Figlio Dio è entrato nella storia per far sì che noi
entrassimo nella sua Storia. E' la gratitudine il sentimento che siamo
invitati a riscoprire perché con il mistero del Natale tocchiamo con mano la
larghezza, la lunghezza e la profondità dell'amore di Dio. Gesù entra
nell'albero genealogico della nostra natura segnata dalla morte e da feriti
veniamo redenti. Tutte le nostre storie sono inserite in questo albero
genealogico. Egli è disceso negli inferi della nostra povera umanità. Allora
tutte le nostre storie personali assumono senso e valore.In una società delle
grandi tecnologie che rifiuta tutto ciò che è tradizione c'è una luce che
risplende nelle tenebre. |