III DOMENICA DOPO PENTECOSTE
10 giugno m2018
Marco 10, 1-12
Riferimenti : Genesi 2, 18-25 - Salmo 8 - Efesini 5, 21-33
O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza, con la bocca di bambini e di lattanti: per ridurre al silenzio nemici e ribelli.

Genesi 2, 18-25
In quei giorni. Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: «Questa volta / è osso dalle mie ossa, / carne dalla mia carne. / La si chiamerà donna, / perché dall’uomo è stata tolta». Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne. Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, e non provavano vergogna.
Genesi 2, 18-25

Nel libro della Genesi, al secondo capitolo, viene proposto un nuovo racconto della creazione rispetto a quello del cap I (impostato, per intenderci, sui 6 giorni+1) e viene sviluppato, particolarmente, il progetto di Dio sulla umanità e quindi sulla coppia e sul matrimonio. - Dio vuole offrire all'uomo (maschio) amicizia e collaborazione, facendolo uscire dalla solitudine (18). Ma trovare la gioia per l'uomo è difficile e sembra che Dio stesso vada per tentativi. - Gli animali splendidi e variopinti sono un dono all'uomo: simili a lui nel corpo perché tratti dal fango, assolutamente diversi nella loro esistenza poiché l'umanità ha ricevuto vita dallo Spirito di Dio (2,7). L'uomo può dare ad ogni animale un nome, dimostrando di esserne il padrone. Così, con una tale presa di possesso, l'uomo li riconosce, coordina, mette ordine nella creazione. Egli inizia una comunicazione nel mondo. - Ma non c'è un "aiuto simile" (v.20) all'uomo. Così Dio riprende il suo lavoro con fantasia: Egli vuole rendere felice l'uomo, poiché questo è il suo progetto. Il secondo racconto della creazione (Gen 2,18-24) è fondamentalmente centrato sulla ricerca di un mondo gioioso. Questo è possibile quando viene superata la solitudine, e quindi esiste un rapporto di reciprocità e di parità. E' bello leggere nella Bibbia che Dio stesso è alla ricerca di soluzioni perché fuori di sé ci sia contentezza. E la soluzione, che è attesa, progetto, sogno, si concretizza quando il Signore crea la donna. "Gli voglio fare un aiuto che gli sia simile", ma il testo ebraico dice: "Qualcuno che sia come il suo di fronte". La donna non è tanto aiuto materiale, né semplice compagna ma comunicazione alla pari, rapporto tra persone, reciprocità. Un racconto rabbinico dice che Dio non ha tratto la donna dai piedi perché fosse sottomessa, né dalla testa perché diventasse padrona ma dal fianco dell'uomo perché potessero insieme costruire un mondo sempre nuovo, in collaborazione. La parola "aiuto", in ebraico, è particolarmente usata per Dio ("Tu sei il mio aiuto: Sal 70,6). Perciò la donna è presente come Dio è aiuto per portare alla piena realizzazione la coppia. Il nome della donna non viene pronunciato direttamente dall'uomo: esprimerebbe una padronanza dell'uomo sulla donna, come per gli animali. Viene pronunciato da Dio: "La si chiamerà Ishshà (donna) perché tratta dall'Ish (uomo)". La donna non è perciò sottomessa a nessuno. Sarà sottomessa a Dio. Essa sarà "uoma", da "uomo" richiamo della sua provenienza e della sua parità.

Efesini 5, 21-33
Fratelli, nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore del corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Così anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la moglie sia rispettosa verso il marito.


Questa lettera scritta da Paolo alla Chiesa di Efeso, probabilmente da Roma negli anni 61-63 d.C. oppure prima, da Cesarea (58-60 d.C.), ha come tema fondamentale il piano divino che chiama tutti- giudei e pagani -alla salvezza mediante l'adesione alla Chiesa (corpo) di cui Cristo è il capo. E' una teologia che coinvolge il valore della Chiesa in rapporto a Gesù e corrisponde a quella riflessione che già alcuni decenni fa veniva particolarmente riproposta come " teologia del Corpo Mistico". La Chiesa è radicata nel mondo e segno di speranza. È costituita da credenti a cui Paolo dice: "Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore."(5,1). Il "camminare nella carità" propone, nello stesso tempo, le esigenze della vita di ogni cristiano e i suoi orientamenti a Cristo che è il suo modello fondamentale.mCosì, per alcuni versetti, (5,8-14) lo scrittore della lettera sviluppa una linea di comportamenti sapienziali, tutta nell'ottica del contrasto fra tenebre e di luce. La condotta dei cristiani deve essere quella dei "Figli della luce" e ovviamente, deve far maturare frutti di luce: "Il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate di capire ciò che è gradito al Signore" (5,9).nA questo punto, nella lettera, vengono ricordati non solo i rapporti di coerenza personale, ma anche alcuni dei rapporti fondamentali che ogni persona ha con altri, a cominciare dalla coppia (5,22-33). Si continua con il rapporto tra padri e figli (6,1-4), e infine col rapporto con gli schiavi (6,5-9).


Marco 10, 1-12
In quel tempo. Partito di là, il Signore Gesù venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione “li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola”. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».


Marco. 10, 1-12
Marco, nel suo racconto di lento avvicinamento di Gesù ed i discepoli a Gerusalemme, intende proporre agli adulti uno stile di vita e di scelte per aiutare a capire che cosa significa essere suoi discepoli o "prendere le croce e seguirlo'. Cosi, nel cap.10, vengono proposte 5 linee di comportamenti fondamentali affinché un credente faccia una sua scelta coerente:
- il matrimonio indissolubile,
- il valore del bambino e del povero che debbono essere messi al centro della comunità,
- il condividere in fatto di ricchezza,
- il servizio prestato da parte di chi è grande,
- il cercare Gesù nella sua concretezza, "figlio di Davide" e insistere senza scoraggiarsi né scandalizzarsi di lui. Noi oggi leggiamo solo la prima proposta che vuole fondare la mentalità nuova della famiglia e quindi il pensiero di Gesù sul matrimonio e sul divorzio. La discussione sul divorzio (o meglio "ripudio del marito verso la donna") è portata a Gesù poiché la legislazione, molto generica di Mosè, permette al marito (non alla donna) di ripudiare la moglie per aver trovato in lei qualche "cosa di vergognoso" (Deut 24,1- 4). Questo vago testo viene interpretato in modo rigorista alla scuola di Shammai ("ci vogliono solo fatti gravi:. ad esempio un adulterio o un tradimento"), e viene interpretato in modo blando alla scuola di Hillel (("qualunque cosa sconveniente e sgradita al marito). A Gesù chiedono il suo parere e la sua scelta giuridica. Gesù ne fa una questione sapienziale e si collega al progetto iniziale di Dio. Così invita a rileggere i primi capitoli della Bibbia per scoprire l'armonia e chiama "durezza di cuore" l'incapacità a saper vedere la bellezza del disegno di Dio, incapacità perché legati a cavilli giuridici e non alla volontà e ai desideri di Dio. Se è Dio che congiunge, solo Dio scioglie. Gesù non contrappone Mosè a Dio ma lo supera dicendo: "Oggi iniziano i tempi nuovi che fanno riferimento, in modo chiaro e completo, al Padre". Marco, che scrive il suo Vangelo per i romani, conclude con l'ipotesi del ripudio anche da parte della donna, adeguandosi al pensiero di Gesù mentre traduce i valori nella Comunità cristiana, all'interno delle diverse culture. Ho ricordato. all'inizio, che la vita cristiana non si esaurisce nella riflessione sul matrimonio cristiano sulla sua indissolubilità. E' certamente una grande scelta che però va maturata nelle altre proposte ricordate prima: l'accoglienza dei piccoli e dei poveri, la condivisione, il servizio, la preghiera coraggiosa a Gesù.