 II DOMENICA DOPO LA DEDICAZIONE
4 novembre 2018
Luca 14, 1a. 15-24
Riferimenti : Isaia 56, 3-7 - Salmo 23 - Efesini 2, 11-22 |
Del Signore è la terra e quanto contiene: il
mondo, con i suoi abitanti. È lui che l’ha fondato sui mari e
sui fiumi l’ha stabilito. Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e
cuore puro, chi non si rivolge agli idoli, chi non giura con
inganno |
Isaia 56, 3-7
In quei giorni.
Isaia disse: / «Non dica lo straniero che ha
aderito al Signore: / “Certo, mi escluderà il
Signore dal suo popolo!”. / Non dica l’eunuco: /
“Ecco, io sono un albero secco!”. / Poiché così
dice il Signore: / “Agli eunuchi che osservano i
miei sabati, / preferiscono quello che a me
piace / e restano fermi nella mia alleanza, / io
concederò nella mia casa / e dentro le mie mura
un monumento e un nome / più prezioso che figli
e figlie; / darò loro un nome eterno / che non
sarà mai cancellato. / Gli stranieri, che hanno
aderito al Signore per servirlo / e per amare il
nome del Signore, / e per essere suoi servi, /
quanti si guardano dal profanare il sabato / e
restano fermi nella mia alleanza, / li condurrò
sul mio monte santo / e li colmerò di gioia
nella mia casa di preghiera. / I loro olocausti
e i loro sacrifici / saranno graditi sul mio
altare, / perché la mia casa si chiamerà / casa
di preghiera per tutti i popoli”».
Isaia 56, 3-7
Il ritorno da
Babilonia in Israele fa ripensare ad un mondo
nuovo che si affaccia. E' una grande sfida e gli
ebrei sentono che bisogna ripensarlo, con tutto
l'impegno che l'esperienza a Babilonia aveva
prodotto. Il ritorno incoraggia e fa splendere
una speranza nuova, insieme alla consapevolezza
che ci saranno grandi sacrifici da compiere per
rimettere in sesto un popolo smarrito e
bisognoso di tutto. Il profeta anonimo, che qui
parla e passa con il nome il terzo-Isaia, inizia
le raccomandazioni per un comportamento di
grande onestà e giustizia. E' l'unica garanzia
che può permettere un futuro nuovo: «Osservate
il diritto e praticate la giustizia, perché la
mia salvezza sta per venire, la mia giustizia
sta per rivelarsi»(56,1). E se ci sono state
delle rinunce grandi, che andavano contro la
cultura del paese che li teneva sottomessi,
erano servite a mantenere le distanze dai
pagani, e quindi a non mescolarsi ed esaurirsi.
Insieme con il rispetto della Parola del
Signore, avevano mantenuto il riposo del sabato
che era, insieme, un grande impegno e una grande
sfida. Ora, però, la conoscenza di altri popoli
tra cui sono stati mescolati e, probabilmente,
la presenza di una popolazione sconosciuta sulla
nuova terra, che dovranno abitare, fanno
ripensare ad una salvezza e ad una realtà nuova.
Bisogna smettere di selezionarsi per razza o
colore della pelle, abitudini e culture. Il
Signore è disposto ad accogliere anche gli
stranieri, emarginati nel suo popolo, a patto
che rispettino le leggi del Signore e il sabato.
Entreranno come i figli d'Israele nel tempio
anche le persone fisicamente inabili, come gli
eunuchi, che, più di altri, hanno ragione di
lamentarsi, quasi rami secchi di un popolo.
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Efesini 2, 11-22
Fratelli,
ricordatevi che un tempo voi, pagani nella carne, chiamati non
circoncisi da quelli che si dicono circoncisi perché resi tali
nella carne per mano d’uomo, ricordatevi che in quel tempo
eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele,
estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel
mondo. Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate
lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo.
Egli infatti è la nostra pace, / colui che di due ha fatto una
cosa sola, / abbattendo il muro di separazione che li divideva,
/ cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne. / Così egli ha
abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, / per
creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, / facendo la
pace, / e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo,
/ per mezzo della croce, / eliminando in se stesso l’inimicizia.
/ Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, /
e pace a coloro che erano vicini. / Per mezzo di lui infatti
possiamo presentarci, gli uni e gli altri, / al Padre in un solo
Spirito. Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma
siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra
il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra
d’angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione
cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui
anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di
Dio per mezzo dello Spirito.
Efesini 2, 11-22
Paolo sta sperimentando un cammino impensabile solo pochi
decenni prima: egli sta operando nel nome di Gesù una
convergenza di popoli nella umanità intera. Giudei e pagani
(detti "gentili" da "le Genti") si ritrovano insieme,
riconciliati in Gesù e quindi in pace tra loro, con la stessa
dignità e la stessa figliolanza con Dio. Per un segno nella
carne (la circoncisione: l'espressione dell'Alleanza) che non
hanno, i Gentili sono stati esclusi dalla cittadinanza di
Israele e dalle promesse dell'Alleanza stessa. E questo ha tolto
loro l'accesso ai doni di Dio e quindi alla salvezza. Tra i due
popoli non c'era comunicazione, tanto che anche solo un semplice
passaggio di cortili del tempio, superando il muro di
separazione che divideva i circoncisi dai pagani, sarebbe stato
punito con la morte. "Eravate senza Cristo, esclusi dalla
cittadinanza d'Israele, estranei ai patti della promessa, senza
speranza e senza Dio nel mondo". Si parla di cittadinanza e di
patti della promessa.
- La cittadinanza era un privilegio
politico molto importante: essa oltrepassava i confini
territoriali e Roma offriva, per meriti particolari,
cittadinanza romana anche a degli stranieri. Paolo era un
custode fiero e geloso della sua cittadinanza romana che lo
salvò molte volte da processi, linciaggi e prigioni. E sapeva
molto bene il valore di sentirsi, insieme, cittadini di un
popolo. - "I patti della promessa" si richiamano a fatti
operati dai Patriarchi e dal Popolo condotto da Mosè, escludendo
i pagani che sono cittadini di un mondo senza Dio, con idoli
muti che non comunicano la loro volontà né la loro salvezza.
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Luca 14, 1a. 15-24
Un sabato il Signore Gesù si recò a casa
di uno dei capi dei farisei. Uno dei commensali gli disse: «Beato chi
prenderà cibo nel regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena
e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli
invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a
scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo;
ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e
vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena
sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto
questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo:
“Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri,
gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto
come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo:
“Esci per le strade e lungo le siepi e costringili a entrare, perché la mia
casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati
invitati gusterà la mia cena”».
Luca 14, 1a.15-24
Il
capitolo 14 del Vangelo di Luca suggerisce il cammino di confronto, ma anche
di opposizione, che è già emerso alla fine del capitolo precedente (cap 13)
con il rimprovero severo di Gesù:"Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i
profeti e lapidi coloro che sono inviati a te " (13,34). E' sabato e in ogni
casa ebrea, dopo il culto della sinagoga, il pranzo è già pronto dal giorno
precedente, poiché di sabato, non si accende il fuoco e non si cucina. Ma di
solito il pranzo è molto più saporito e ricco di vivande. Gesù accetta
l'invito nella casa "di uno dei capi dei farisei" e coglie l'occasione per
alcune parabole e suggerimenti in cui giocano molti elementi: la storia del
suo popolo (inviti e rifiuti a Dio), presenze accettate o rifiutate,
solidarietà o chiusure in gruppi d'interesse. Il capitolo 14 è diviso in
quattro parti (e sarebbe interessante leggerle tutte):
- La prima (vv1-6)
richiama la guarigione di un malato e la sfida che Gesù lancia ai suoi
connazionali:"E' lecito o no guarire di sabato?".
- La seconda
(vv7-11):"Quando sei invitato, che posto scegli?". "Il primo?". "Scegli
l'ultimo". La tua umiltà ti salverà dall'esibizionismo e dal potere.
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Anzi è necessario il disinteresse (vv12-14): "Quando fai un pranzo invita
quelli che non possono ricompensarti: «poveri, storpi, zoppi e ciechi»".
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Infine, il testo di oggi (vv 15-24) risponde alla domanda: "Chi parteciperà
al banchetto del Regno di Dio?". E la domanda corrisponde al significato
globale della vita e al suo valore ultimo: "Dopo tanto cercare, operare,
preoccuparsi, ubbidire alla Legge, quale premio e a chi il Signore offrirà il
suo riconoscimento?" |