I DOMENICA DOPO LA DEDICAZIONE
28 ottobre 2018
Marco 16, 14b-20
Riferimenti : Atti degli Apostoli 8, 26-39 - Salmo 65 - Prima lettera a Timòteo 2, 1-5
Popoli, benedite il nostro Dio, fate risuonare la voce della sua lode; è lui che ci mantiene fra i viventi e non ha lasciato vacillare i nostri piedi. Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio, e narrerò quanto per me ha fatto.

Atti degli Apostoli 8, 26-39
In quei giorni. Un angelo del Signore parlò a Filippo e disse: «Àlzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etìope, eunuco, funzionario di Candace, regina di Etiopia, amministratore di tutti i suoi tesori, che era venuto per il culto a Gerusalemme, stava ritornando, seduto sul suo carro, e leggeva il profeta Isaia. Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti e accòstati a quel carro». Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Egli rispose: «E come potrei capire, se nessuno mi guida?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui. Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo: / «Come una pecora egli fu condotto al macello / e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, / così egli non apre la sua bocca. / Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, / la sua discendenza chi potrà descriverla? / Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita». Rivolgendosi a Filippo, l’eunuco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo, prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura, annunciò a lui Gesù. Proseguendo lungo la strada, giunsero dove c’era dell’acqua e l’eunuco disse: «Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?». Fece fermare il carro e scesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco, ed egli lo battezzò. Quando risalirono dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunuco non lo vide più; e, pieno di gioia, proseguiva la sua strada.
Atti degli
Apostoli 8, 26-39
I discepoli di Gesù si erano dispersi nei territori della Palestina. Filippo, uno dei sette "ordinati" dagli apostoli per il servizio delle mense (At 6,2), si era stabilito in Samaria e sviluppava, fondamentalmente, un'azione di evangelizzazione che aveva, tra l'altro, molto seguito. A lui si uni perfino un mago, chiamato Simon mago, che strabiliava inizialmente le folle e le conquistava al suo seguito. Ma poi " cominciarono a credere a Filippo, che annunciava il vangelo del regno di Dio e del nome di Gesù Cristo, uomini e donne si facevano battezzare. Anche lo stesso Simone credette e, dopo che fu battezzato, stava sempre attaccato a Filippo. Rimaneva stupito nel vedere i segni e i grandi prodigi che avvenivano." Dalla chiesa di Gerusalemme giungono Pietro e Giovanni.... "imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo" (At 8 13ss). Il potere ingolosisce e Simon mago, "vedendo che lo Spirito veniva dato con l'imposizione delle mani degli apostoli, offrì loro del denaro dicendo: «Date anche a me questo potere". Pietro reagisce violentemente (dobbiamo essergli grati, altrimenti sarebbe stato un terribile precedente). Piuttosto «Convèrtiti dunque da questa tua iniquità e prega il Signore che ti sia perdonata l'intenzione del tuo cuore. Ti vedo infatti pieno di fiele amaro e preso nei lacci dell'iniquità». L'altro si converte, perché ha capito l'assurdità, e gli "Atti degli apostoli" riprendono il tema della gratuità e della evangelizzazione con l'episodio di Filippo e l'Eunuco che sta ritornando nella sua patria, dopo un pellegrinaggio a Gerusalemme. Si parla della regina Candace, ma è un nome comune come "regina Madre" o come Faraone in Egitto o Cesare a Roma.

Prima lettera a Timòteo 2, 1-5
Carissimo, raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù.

Prima lettera di san Paolo apostolo a Timoteo 2, 1-5
Nella lettera a Tito si sente la responsabilità di educare il popolo ai valori di Dio, manifestati nelle struttura del mondo e nella venuta di Gesù. Qui, in particolare, si coglie l'obbligo di sviluppare anche l'attenzione alla struttura civile e politica, poiché ogni persona ne beneficia o ne viene travolta. C'è una concezione fondamentalmente ottimista della politica, che nasce dalla speranza e dalla fiducia. Prima di tutto la speranza della preghiera (4 forme: "domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti") è inusuale se si pensa allo scoraggiamento che serpeggia nei confronti della politica. Essa non viene coraggiosamente affrontata né stimolata, ma semplicemente ignorata, dal momento che si ripete spesso: "Io non voto". C'è la consapevolezza che il compito politico è "condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio" che è la traduzione del "bene comune" dove responsabilità e attenzioni sono "per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere" Ovviamente il problema iniziale è quello di pregare per "tutti" gli uomini perché la pace è un bene collettivo che si costituisce se tutti vi collaborano. Poi bisogna pregare per i re, in questo caso, a Roma c'è l'imperatore che, nel mondo romano, spesso, ha un profilo di divinità e, a volte, addirittura di salvatore. Tutti hanno bisogno di Dio che aiuti ciascuno e, in particolare, i governanti e quelli che hanno il potere.



Marco 16, 14b-20
In quel tempo. Il Signore Gesù apparve agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Marco 16, 14b-20
Abbiamo letto la conclusione del Vangelo di Marco in cui vengono sintetizzate le attese di una comunità che spera nella potenza di Dio. Ma il linguaggio è molto simbolico e quindi va capito nello spirito del parlare biblico, La vita della comunità non si presenta come gloriosa o santa, ma come legata alle paure e alla chiusura, dipendente dalla delusione e dall'esperienza tragica sperimentata dalla morte di Gesù. Tutta la storia della Chiesa è segnata da queste paure e perplessità. E se Gesù rimprovera, richiama insieme una concretezza che mette in guardia dai propri sentimenti e dalla delusione di non essere garantiti, ma insieme consegna ai discepoli la sua eredità più alta: il compito di annunciare il Vangelo, il Regno al mondo. Essi debbono capire la novità che è stata destinata prima a loro, pur nella contraddizione della loro esperienza; ma, nella pienezza, è una novità destinata a tutti, in un mondo rassegnato alla morte, al male, alla quotidianità senza orizzonti e alla paura. Il rimprovero, così, non rinnega la vocazione a cui Gesù li ha chiamati, ma li invia comunque, resto del popolo che gli è rimasto fedele, e che non è fuggito. A loro e a noi consegna il messaggio completo da offrire: "Il Padre è assolutamente buono, misericordioso. E' il Dio-amore che si offre a ciascuno, non per togliere qualcosa, ma per rinnovarlo. E da questo amore di Dio nessuna persona, qualunque sia la sua condotta o il suo comportamento, può sentirsi esclusa. E' un amore che trasforma dalla morte alla vita E' la buona notizia di cui ogni persona ha nostalgia, ma ne ha anche paura per non esserne poi disillusa.