III Giorno dell'Ottava di Natale
27 dicembre 2020
Gv 21, 19c-24
Riferimenti : Gv 1, 1-10 - Sal 96 - Rm 10, 8c-15
I tuoi amici, Signore, contempleranno il tuo volto. Il Signore regna: esulti la terra, gioiscano le isole tutte. Nubi e tenebre lo avvolgono, giustizia e diritto sostengono il suo trono.

Gv 1, 1-10
Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi –, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena. Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.

• Il Prologo è la prima cosa che si vede aprendo il vangelo di Giovanni. Ma fu anche l’ultima ad essere scritta. E’ il riassunto finale, posto all’inizio. In esso, Giovanni descrive il cammino della Parola di Dio. Era accanto a Dio, da prima della creazione, e per mezzo di lei tutto fu creato. Tutto ciò che esiste è espressione della Parola di Dio. Come avviene con la Sapienza di Dio, (Pr 8,22-31), così anche la Parola volle giungere più vicino a noi e si fece carne in Gesù. Venne in mezzo a noi, svolse la sua missione e ritornò a Dio. Gesù è questa Parola di Dio. Tutto ciò che dice e fa è comunicazione che ci rivela il Padre.

• Nel dire "In principio era il Verbo", Giovanni evoca la prima frase della Bibbia che dice: "In principio Dio creò il cielo e la terra" (Gen 1,1). Dio creò tutto per mezzo della sua Parola. "Parla e tutto è fatto" (Sal 33,9; 148,5). Tutte le creature sono un’espressione della Parola di Dio. Questa Parola viva di Dio, presente in tutte le cose, brilla nelle tenebre. Le tenebre cercano di spegnerla, ma non ci riescono. La ricerca di Dio, sempre nuova, rinasce nel cuore umano. Nessuno riesce a coprirla. Non riusciamo per molto tempo a vivere senza Dio!

• Giovanni Battista venne per aiutare la gente a scoprire e gustare questa presenza luminosa e consolatrice della Parola di Dio nella vita. La testimonianza di Giovanni Battista è stata molto importante, così tanto che molta gente pensava che era lui il Cristo (Messia) (Atti 19,3; Gv 1,20). Per questo, il Prologo chiarisce dicendo: "Giovanni non era la luce! Venne per dare testimonianza alla luce!"

Rm 10, 8c-15
Fratelli, questa è la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore! », e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato». Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati? Come sta scritto: «Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene!».



    Gv 21, 19c-24
In quel tempo. Il Signore Gesù disse a Pietro: «Seguimi». Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.

• Il vangelo di oggi comincia con la domanda di Pietro sul destino del discepolo amato: Signore, e lui? Gesù comincia a parlare con Pietro, annunciando il destino o il tipo di morte per mezzo del quale Pietro glorificherà Dio. E alla fine Gesù aggiunge: Seguimi. (Gv 21,19).

• Giovanni 21,20-21: La domanda di Pietro sul destino di Giovanni. In quel momento, Pietro si girò e vide il discepolo amato da Gesù e chiese: Signore, e lui? Gesù ha appena indicato il destino di Pietro ed ora Pietro vuole sapere da Gesù qual è il destino di quest’altro discepolo. Curiosità che non merita la risposta adeguata da parte di Gesù.

• Giovanni 21,22: La risposta misteriosa di Gesù. Gesù dice: Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi. Frase misteriosa che termina di nuovo con la stessa affermazione di prima: Seguimi! Gesù sembra voler frenare la curiosità di Pietro. Così come ognuno di noi ha la propria storia, così anche ognuno di noi ha il suo modo di seguire Gesù. Nessuno è la copia esatta di un’altra persona. Ognuno di noi deve essere creativo nel seguire Gesù.

• Giovanni 21,23: L’evangelista chiarisce il senso della risposta di Gesù. La tradizione antica identifica il Discepolo Amato con l’apostolo Giovanni e dice che morì molto anziano, quando aveva circa cento anni. Unendo l’età avanzata di Giovanni alla risposta misteriosa di Gesù, l’evangelista chiarisce dicendo: “Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: “Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?" Forse è un avvertimento a stare molto attenti all’interpretazione delle parole di Gesù e non basarsi su qualsiasi diceria.

• Giovanni 21,24: Testimone del valore del vangelo. Il Capitolo 21 è un’appendice aggiunta quando venne fatta la redazione definitiva del Vangelo. Il Capitolo 20 termina con queste frasi: “Molti atri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome” (Gv 20,30-31). Il libro era pronto. Ma c’erano molti altri fatti su Gesù. Per questo, in occasione dell’edizione definitiva del vangelo, alcuni di questi "molti altri fatti" su Gesù furono scelti ed aumentati, assai probabilmente per chiarire meglio i nuovi problemi della fine del primo secolo. Non sappiamo chi fece la redazione definitiva con l’appendice, ma sappiamo che è qualcuno di fiducia della comunità, poiché scrive: “Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera”.

• Giovanni 21,25: Il mistero di Gesù è inesauribile. Frase bella per concludere il vangelo di Giovanni: “Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere”. Sembra un’esagerazione, ma è la verità. Mai nessuno sarà in grado di scrivere tutte le cose che Gesù ha fatto e continua a fare nella vita delle persone che fino ad oggi seguono Gesù!