
III Domenica dopo Pentecoste
13 giugno 2021
Mc 10, 1-12
Riferimenti : Gen 2, 18-25 - Salmo 8 - Ef 5, 21-33 |
Mirabile e il tuo nome, Signore, su tutta la
terra. O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome
su tutta la terra! Voglio innalzare sopra i cieli la tua
magnificenza, con la bocca di bambini e di lattanti: per ridurre
al silenzio nemici e ribelli. |
Gen 2, 18-25 In quei giorni. Il
Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia
solo: voglio fargli un aiuto che gli
corrisponda». Allora il Signore Dio plasmò dal
suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti
gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo,
per vedere come li avrebbe chiamati: in
qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno
degli esseri viventi, quello doveva essere il
suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il
bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a
tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non
trovò un aiuto che gli corrispondesse. Allora il
Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo,
che si addormentò; gli tolse una delle costole e
richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio
formò con la costola, che aveva tolta all’uomo,
una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo
disse: «Questa volta è osso dalle mie ossa,
carne dalla mia carne. La si chiamerà donna,
perché dall’uomo è stata tolta». Per questo
l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà
a sua moglie, e i due saranno un’unica carne.
Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie,
e non provavano vergogna.
Genesi 2, 18-25 Nel libro della Genesi, al
secondo capitolo, viene proposto un nuovo
racconto della creazione rispetto a quello del
cap I (impostato, per intenderci, sui 6
giorni+1) e viene sviluppato, particolarmente,
il progetto di Dio sulla umanità e quindi sulla
coppia e sul matrimonio. - Dio vuole offrire
all'uomo (maschio) amicizia e collaborazione,
facendolo uscire dalla solitudine (18). Ma
trovare la gioia per l'uomo è difficile e sembra
che Dio stesso vada per tentativi. - Gli
animali splendidi e variopinti sono un dono
all'uomo: simili a lui nel corpo perché tratti
dal fango, assolutamente diversi nella loro
esistenza poiché l'umanità ha ricevuto vita
dallo Spirito di Dio (2,7). L'uomo può dare ad
ogni animale un nome, dimostrando di esserne il
padrone. Così, con una tale presa di possesso,
l'uomo li riconosce, coordina, mette ordine
nella creazione. Egli inizia una comunicazione
nel mondo. - Ma non c'è un "aiuto simile"
(v.20) all'uomo. Così Dio riprende il suo lavoro
con fantasia: Egli vuole rendere felice l'uomo,
poiché questo è il suo progetto. Il secondo
racconto della creazione (Gen 2,18-24) è
fondamentalmente centrato sulla ricerca di un
mondo gioioso. Questo è possibile quando viene
superata la solitudine, e quindi esiste un
rapporto di reciprocità e di parità. E' bello
leggere nella Bibbia che Dio stesso è alla
ricerca di soluzioni perché fuori di sé ci sia
contentezza. E la soluzione, che è attesa,
progetto, sogno, si concretizza quando il
Signore crea la donna. "Gli voglio fare un aiuto
che gli sia simile", ma il testo ebraico dice:
"Qualcuno che sia come il suo di fronte". La
donna non è tanto aiuto materiale, né semplice
compagna ma comunicazione alla pari, rapporto
tra persone, reciprocità. Un racconto rabbinico
dice che Dio non ha tratto la donna dai piedi
perché fosse sottomessa, né dalla testa perché
diventasse padrona ma dal fianco dell'uomo
perché potessero insieme costruire un mondo
sempre nuovo, in collaborazione. La parola
"aiuto", in ebraico, è particolarmente usata per
Dio ("Tu sei il mio aiuto: Sal 70,6). Perciò la
donna è presente come Dio è aiuto per portare
alla piena realizzazione la coppia. Il nome
della donna non viene pronunciato direttamente
dall'uomo: esprimerebbe una padronanza dell'uomo
sulla donna, come per gli animali. Viene
pronunciato da Dio: "La si chiamerà Ishshà
(donna) perché tratta dall'Ish (uomo)". La donna
non è perciò sottomessa a nessuno. Sarà
sottomessa a Dio. Essa sarà "uoma", da "uomo"
richiamo della sua provenienza e della sua
parità. - Perciò il racconto pone le radici e
le motivazioni per i richiami della vita adulta
della coppia: l'attrazione (la scoperta
dell'amore del tempo della giovane maturità),
l'unione della coppia (superamento della legge
del sangue per l'abbandono del padre e della
madre, perciò abbandono della dipendenza per una
realtà nuova), la procreazione ("i due saranno
una carne sola" nella carne del figlio) (v.24).
|
Ef 5, 21-33 Fratelli, nel timore
di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo
siano ai loro mariti, come al Signore; il marito infatti è capo
della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è
salvatore del corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo,
così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto. E voi,
mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la
Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa,
purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e
per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza
macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata.
Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il
proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno
infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura,
come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo
corpo. Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà
a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero
è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Così
anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se
stesso, e la moglie sia rispettosa verso il marito.
Efesini. 5, 21-33 Questa lettera scritta da Paolo alla Chiesa
di Efeso, probabilmente da Roma negli anni 61-63 d.C. oppure
prima, da Cesarea (58-60 d.C.), ha come tema fondamentale il
piano divino che chiama tutti- giudei e pagani -alla salvezza
mediante l'adesione alla Chiesa (corpo) di cui Cristo è il capo.
E' una teologia che coinvolge il valore della Chiesa in rapporto
a Gesù e corrisponde a quella riflessione che già alcuni decenni
fa veniva particolarmente riproposta come " teologia del Corpo
Mistico". La Chiesa è radicata nel mondo e segno di speranza.
È costituita da credenti a cui Paolo dice: "Fatevi dunque
imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella
carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se
stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave
odore."(5,1). Il "camminare nella carità" propone, nello stesso
tempo, le esigenze della vita di ogni cristiano e i suoi
orientamenti a Cristo che è il suo modello fondamentale.
Così, per alcuni versetti, (5,8-14) lo scrittore della lettera
sviluppa una linea di comportamenti sapienziali, tutta
nell'ottica del contrasto fra tenebre e di luce. La condotta dei
cristiani deve essere quella dei "Figli della luce" e
ovviamente, deve far maturare frutti di luce: "Il frutto della
luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate di
capire ciò che è gradito al Signore" (5,9). A questo punto,
nella lettera, vengono ricordati non solo i rapporti di coerenza
personale, ma anche alcuni dei rapporti fondamentali che ogni
persona ha con altri, a cominciare dalla coppia (5,22-33). Si
continua con il rapporto tra padri e figli (6,1-4), e infine col
rapporto con gli schiavi (6,5-9). Noi oggi leggiamo il testo
molto complesso che riguarda il rapporto con la coppia. Ma tutto
il capitolo, come questa riflessione sulla coppia, in
particolare, va letto alla luce del versetto: 5, 21: "Nel timore
di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri". - La
sottomissione è reciproca tra le persone, nell'intento di
eliminare la prepotenza e la prevaricazione sull'altro. Vanno
ricercati il rispetto per la vita di ciascuno, il rapporto
sapienziale, una matura reciprocità che chiarisce la
sottomissione allo stile di Gesù. E "nel timore di Cristo" non
fa riferimento alla paura, ma piuttosto alla trepida
sollecitudine nella disponibilità al servizio.
|
Mc 10, 1-12 In quel tempo. Partito di là, il Signore Gesù venne
nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di
nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. Alcuni
farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è
lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che
cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di
ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore
egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione “li fece
maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà
a sua moglie e i due diventeranno una carne sola”. Così non sono più due, ma
una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A
casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse
loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio
verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette
adulterio». Marco. 10, 1-12 Marco, nel suo racconto di
lento avvicinamento di Gesù ed i discepoli a Gerusalemme, intende proporre
agli adulti uno stile di vita e di scelte per aiutare a capire che cosa
significa essere suoi discepoli o "prendere le croce e seguirlo'. Cosi,
nel cap.10, vengono proposte 5 linee di comportamenti fondamentali affinché
un credente faccia una sua scelta coerente: - il matrimonio indissolubile,
- il valore del bambino e del povero che debbono essere messi al centro della
comunità, - il condividere in fatto di ricchezza, - il servizio
prestato da parte di chi è grande, - il cercare Gesù nella sua
concretezza, "figlio di Davide" e insistere senza scoraggiarsi né
scandalizzarsi di lui. Noi oggi leggiamo solo la prima proposta che vuole
fondare la mentalità nuova della famiglia e quindi il pensiero di Gesù sul
matrimonio e sul divorzio. La discussione sul divorzio (o meglio "ripudio
del marito verso la donna") è portata a Gesù poiché la legislazione, molto
generica di Mosè, permette al marito (non alla donna) di ripudiare la moglie
per aver trovato in lei qualche "cosa di vergognoso" (Deut 24,1- 4). Questo
vago testo viene interpretato in modo rigorista alla scuola di Shammai ("ci
vogliono solo fatti gravi:. ad esempio un adulterio o un tradimento"), e
viene interpretato in modo blando alla scuola di Hillel (("qualunque cosa
sconveniente e sgradita al marito). A Gesù chiedono il suo parere e la sua
scelta giuridica. Gesù ne fa una questione sapienziale e si collega al
progetto iniziale di Dio. Così invita a rileggere i primi capitoli della
Bibbia per scoprire l'armonia e chiama "durezza di cuore" l'incapacità a
saper vedere la bellezza del disegno di Dio, incapacità perché legati a
cavilli giuridici e non alla volontà e ai desideri di Dio. Se è Dio che
congiunge, solo Dio scioglie. Gesù non contrappone
Mosè a Dio ma lo supera dicendo: "Oggi iniziano i tempi nuovi che fanno
riferimento, in modo chiaro e completo, al Padre".
Marco, che scrive il suo Vangelo per i romani, conclude con l'ipotesi del
ripudio anche da parte della donna, adeguandosi al pensiero di Gesù mentre
traduce i valori nella Comunità cristiana, all'interno delle diverse culture.
Ho ricordato. all'inizio, che la vita cristiana non si esaurisce nella
riflessione sul matrimonio cristiano sulla sua indissolubilità. E' certamente
una grande scelta che però va maturata nelle altre proposte ricordate prima:
l'accoglienza dei piccoli e dei poveri, la condivisione, il servizio, la
preghiera coraggiosa a Gesù. Probabilmente questa
lettura andrebbe ripresa con fiducia e con coraggio. l
convegno mondiale della famiglia ci ha aiutati a rileggere la bellezza del
progetto di unità della famiglia, la sollecitudine della Comunità cristiana a
vivere questa scelta, il valore di segno, fondamentale e coraggioso, oltre
che gioioso, che la famiglia porta nel mondo: segno di fedeltà che richiama
l'Alleanza. Il fatto di avere, però, unito insieme
"lavoro e festa" ci ha incoraggiati ad entrare nel vivo della realtà
famigliare: la bellezza di una autonomia e la garanzia del benessere quando
ci sono competenza e lavoro, ma anche la fatica, i pericoli di dilacerazione
per la povertà, soprattutto in questa società ricca, l'incapacità a
comunicare per le delusioni e le spaccature interne.
Il Convegno ci ha obbligato a ripensare in termini concreti ad una più
concreta lettura pastorale. E' necessario entrare nella conoscenza delle
cause delle fratture, nella ricerca di soluzioni, nel sostegno di situazioni
fragili, nell'accompagnamento di persone disarmate e senza risorse. E'
importante riprendere la sensibilità per un impegno politico, dovendo
affrontare problemi di giustizia sociale, di economia, di responsabilità sul
territorio, di impegno sulla crescita e sul lavoro.
Resta aperto tutto l'orizzonte dei valori civici della cittadinanza, i temi e
il rispetto della legalità, i rapporti tra persone nella propria nazione e
nel mondo intero. Per le nuove generazioni vanno
incoraggiati la ricerca e lo studio per tutti.
|