 Tutti i Santi
1 novembre 2021
Mt 5, 1-12a
Riferimenti : Ap
7, 2-4. 9-14 - Sal 88 - Rm 8,
28-39 |
Benedetto il Signore in eterno. Canterò in
eterno l’amore del Signore, di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà. I cieli cantano
le tue meraviglie, Signore, la tua fedeltà nell’assemblea dei
santi. |
Ap 7, 2-4. 9-14 Nel giorno del
Signore, io, Giovanni, vidi salire dall’oriente
un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente.
E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali
era stato concesso di devastare la terra e il
mare: «Non devastate la terra né il mare né le
piante, finché non avremo impresso il sigillo
sulla fronte dei servi del nostro Dio». E udii
il numero di coloro che furono segnati con il
sigillo: centoquarantaquattromila segnati,
provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine
immensa, che nessuno poteva contare, di ogni
nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano
in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello,
avvolti in vesti candide, e tenevano rami di
palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce:
«La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto
sul trono, e all’Agnello». E tutti gli angeli
stavano attorno al trono e agli anziani e ai
quattro esseri viventi, e si inchinarono con la
faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio
dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione
di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio
nei secoli dei secoli. Amen». Uno degli anziani
allora si rivolse a me e disse: «Questi, che
sono vestiti di bianco, chi sono e da dove
vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo
sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla
grande tribolazione e che hanno lavato le loro
vesti, rendendole candide nel sangue
dell’Agnello».
|
Rm 8, 28-39 Fratelli, noi
sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio,
per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno.
Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche
predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo,
perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi
che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha
chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato,
li ha anche glorificati. Che diremo dunque di queste cose? Se
Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha
risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti
noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà
accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che
giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto,
sta alla destra di Dio e intercede per noi! Chi ci separerà
dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la
persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Come
sta scritto: «Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno,
siamo considerati come pecore da macello». Ma in tutte queste
cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati.
Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né
principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né
profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci
dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.
|
Mt 5, 1-12a In
quel tempo. Vedendo le folle, il Signore Gesù salì sul monte: si pose a
sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e
insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno
dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati
i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e
sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché
troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati
gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i
perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi
quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di
male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è
la vostra ricompensa nei cieli». Mt 5, 1-12a Nella
solennità di 'Tutti i Santi', che precede la commemorazione dei Defunti, la
Chiesa ama presentarci quello che sarà il nostro vero domani. Sappiamo tutti
che questa vita è un breve pellegrinaggio che Dio, il Padre, creandoci, 'ha
pensato' per noi, per giungere alla felicità eterna con Lui. E tale è. Così
l'Apostolo Giovanni descrive 'il domani dell'eternità': "Dopo di ciò apparve
una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza,
popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti
all'Agnello, avvolti in vesti candide e portavano palme nelle mani e
gridavano a gran voce: La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul
trono, e all'Agnello... Uno dei vegliardi allora si rivolse a me e disse:
Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono?. Gli risposi:
Signore mio, tu lo sai. Ed egli: Essi sono coloro che sono passati attraverso
la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole bianche nel
sangue dell'Agnello" (Apocalisse 7, 9-14). Noi, ci saremo in quella
'moltitudine'? È la domanda che deve accompagnarci nella vita di tutti i
giorni, perché, non esserci, vuol dire che abbiamo sbagliato tutto nella
vita, andando nella direzione non giusta! Guardando come troppi vivono
'alla giornata', senza un pensiero e tanto meno senza darsi un programma di
santità, restiamo stupefatti e sembra impossibile tanta 'sventatezza'. È
così raro ammirare i tratti della santità o, almeno la 'tensione verso la
santità', nella gente che ci sta attorno, come se questa fosse il privilegio
di alcuni e non la vocazione di tutti. La parola SANTO, invece, dovrebbe
accompagnare la parola CRISTIANO. Ci chiediamo: 'Chi ci andrà mai, nella
moltitudine celeste'? È una domanda che sorge soprattutto confrontando la
grande fatica che facciamo per trapiantare 'il divino', che è poi la santità,
in noi. Vorremmo essere umili e ci accorgiamo che tanti nostri atteggiamenti
sono imbrattati di superbia. Vorremmo essere 'poveri in spirito' per
riempirci il cuore di amore e ci troviamo le mani sporche di 'cose' a cui
siamo attaccati, fino a diventare chiusi e gretti verso la più elementare
generosità, che ci insegni a liberarci di noi stessi per aprirci alla luce e
alla carità.
|