 V Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
3 ottobre 2012
Lc 10, 25-37
Riferimenti : Dt 6, 1-9 - Sal 118 - Rm 13, 8-14a |
Beato chi cammina nella legge del Signore.
Beato chi è integro nella sua viam e cammina nella legge del
Signore. Beato chi custodisce i suoi insegnamenti e lo
cerca con tutto il cuore. |
Dt 6, 1-9 In quei giorni. Mosè
disse: «Questi sono i comandi, le leggi e le
norme che il Signore, vostro Dio, ha ordinato di
insegnarvi, perché li mettiate in pratica nella
terra in cui state per entrare per prenderne
possesso; perché tu tema il Signore, tuo Dio,
osservando per tutti i giorni della tua vita,
tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio,
tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io
ti do e così si prolunghino i tuoi giorni.
Ascolta, o Israele, e bada di metterli in
pratica, perché tu sia felice e diventiate molto
numerosi nella terra dove scorrono latte e
miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti
ha detto. Ascolta, Israele: il Signore è il
nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il
Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta
l’anima e con tutte le forze. Questi precetti
che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore. Li
ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti
troverai in casa tua, quando camminerai per via,
quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li
legherai alla mano come un segno, ti saranno
come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai
sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte».
Deuteronomio. 6, 1-9 Il Deuteronomio
("seconda legge") è chiamato così per l'obbligo
che il re aveva di tenere presso di sé una copia
della Legge ( "una seconda Legge") come guida
del suo governo e della sua condotta (Deut.
17,18). Il Deuteronomio è il libro per
eccellenza della Parola di Dio. Gli Ebrei lo
chiamano Debarim ("Le Parole"). I suoi 34
capitoli sono strutturati sul verbo "Ascoltare"
che significa: "obbedire, praticare quanto esce
dalla bocca di Dio" (Deut. 8,3). E' impostato su
tre discorsi di Mosé (cc. 1-4,5/ 5-28/ 29-30).
Per Israele delinea le scelte di Dio e le scelte
che il popolo deve fare perché in questa
Alleanza ci siano pace, serenità, abbondanza di
prodotti della terra e ricchezza di vita. "Io ti
do la terra su cui abitare, ti do i comandi, le
leggi e le norme, ti do la vita nei figli, -
dice il Signore -tu devi mettere in pratica ciò
che ti comando ed educare i tuoi figli perché
con te accolgano la Legge". Ma la ricchezza
dell'Alleanza dipende da due sentimenti
fondamentali: "temere il Signore" (v 2) e "amare
il Signore" (v 5). Non si parla di gesti di
culto né di offerte a Dio. Questo fu considerato
un atto di omaggio e di offerta per il Signore e
fu il modo universale di onorare la divinità
nell'antichità ( ebrei e pagani), per
propiziarla, e ingraziarla con i doni che,
umilmente, i mortali le offrivano. Anche Israele
entrò in questa prospettiva e si impegnò a
costruire il tempio, mantenerlo nello splendore,
di offrire doni. Anche il mondo cristiano
ritenne che fosse un grande segno di amore
offrire a Dio doni e materiale prezioso,
costruire grandi cattedrali e abbellire
sontuosamente riti e monumenti di cui siamo
ancora fieri, quando ne ammiriamo la
grandiosità, la bellezza ed il lavoro. Ma il
Signore Gesù non chiese questo e, in tutta la
sua vita, visse poveramente. Egli proclamava la
legge che non è un regalo a Dio, ma la
condizione e il segreto che Dio ci offriva per
maturare sapienza e libertà. Il Signore chiese
il rispetto della legge perché ci voleva e ci
vuole grandi. La legge era sapienza, era lo
sviluppare al meglio la nostra vita che dal
Signore stesso è stata modellata come il
capolavoro creato a sua somiglianza. La legge è
libertà perché ci scioglie da tutte le altre
dipendenze. Dio è uno solo, mentre, attorno, gli
esseri umani avrebbero trovato altri dei che
avrebbero tentato di convincerli dei loro
messaggi più interessanti, più coinvolgenti, più
promettenti di felicità. Tu "temi ed ama" perché
il mondo è difficile e pericoloso: stai attento
ai pericoli della sfiducia e della dipendenza.
Apri gli occhi sulle tante esperienze di
lacerazioni quando ci si compromette con il
potere, la vendetta, il danaro, le droghe.
"Temi" per camminare fiducioso e fidati solo di
Dio. "Ama"perché hai scoperto che il Signore è
l'unica speranza e nel cuore si consumano tutte
le ragioni di valore e tutti i sentimenti. "Ama
con tutta l'anima" e l'anima è la vita, è il
respiro dell'esistenza. "Ama con tutte le forze"
e il Signore ci ricorda che vanno messi in gioco
capacità, impegno intelligenza ed anche le
possibilità finanziarie. "Disposto a vivere con
intensità e ad offrire tutto."
|
Rm 13, 8-14a Fratelli, non siate
debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole;
perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge. Infatti: «Non
commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non
desidererai», e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in
questa parola: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». La
carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge
infatti è la carità. E questo voi farete, consapevoli del
momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la
nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La
notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le
opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.
Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a
orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e
gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo.
Romani 13,8-14a Paolo avvertiva, mentre scriveva
questa lettera, un certo disagio dei cristiani di fronte alle
leggi dello Stato, ma, ancor di più, di fronte al comportamento
delle autorità civili. Siamo attorno al 57/58 d.C., nel periodo
di Nerone che finora si era comportato in modo eccentrico, pur
non essendo ancora giunto alla persecuzione dei cristiani.
Tuttavia nel mondo ebraico (e forse in qualche cristiano)
serpeggiava un malcontento corrosivo e stava covando la rivolta
che esploderà negli anni 70 d.C. a Gerusalemme. Così il capitolo
13 è dedicato al rapporto tra cristiani e le autorità civili.
Nella prima parte (vv 1-7) Paolo si raccomandava di non
lasciarsi coinvolgere in avventure, sapendo rispettare le leggi
dello stato e pagando le tasse. "Perciò è necessario stare
sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche per
ragioni di coscienza. Per questo infatti voi pagate anche le
tasse: quelli che svolgono questo compito sono a servizio di
Dio. Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi si devono le
tasse, date le tasse; a chi l'imposta, l'imposta; a chi il
timore, il timore; a chi il rispetto, il rispetto" (vv 6-7).
E se si resta in dubbio sul come ubbidire od è difficile da
comprendere, la legge di Dio può essere sintetizzata sotto un
unico comando: "Amerai il tuo prossimo come te stesso" (v 9).
Questo garantisce di non sbagliare. Quando ti preoccupi di fare
il bene dell'altro e di volergli bene oltre il tuo bene e a
somiglianza di come vuoi bene a te stesso o come desideri che
gli altri si comportino con te, allora compi la legge, e offri
la pienezza a cui il Signore Gesù ci avvia. Ma l'amore al
"tuo prossimo" si allarga ad ogni membro della famiglia umana,
unificata in Cristo (Gal 3,28;Mt 25,40), e non solo ai
connazionali del medesimo popolo, come si intende nel Levitico. |
Lc 10, 25-37 In quel tempo. Un dottore della Legge
si alzò per mettere alla prova il Signore Gesù e chiese: «Maestro, che cosa
devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta
scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio
con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con
tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai
risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse
a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da
Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via
tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per
caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide,
passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre.
Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe
compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e
vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese
cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede
all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo
pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di
colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto
compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
Lc 10, 25-37 La straordinaria intelligenza
comunicativa di Gesù: svela il cuore profondo inventandosi una storia
semplice, che tutti possono capire, i professori come i bambini! Le parabole
sono racconti che provengono dalla viva voce di Gesù, è come ascoltare il
mormorio della sorgente, il momento iniziale, fresco, sorgivo del vangelo.
Rappresentano la punta più alta e geniale, la più rifinita del suo
linguaggio, non l'eccezione. Per lui parlare in parabole era la norma (Mc
4,33-34). Insegnava non per concetti, ma per immagini e racconti, che
liberano e non costringono. Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico. Una
delle storie più belle al mondo. Un uomo scendeva, e guai se ci fosse un
aggettivo: giudeo o samaritano, giusto o ingiusto, ricco o povero, può essere
perfino un disonesto, un brigante anche lui: è l'uomo, ogni uomo! Non
sappiamo il suo nome, ma sappiamo il suo dolore: ferito, colpito, terrore e
sangue, faccia a terra, da solo non ce la fa. È l'uomo, è un oceano di
uomini, di poveri derubati, umiliati, bombardati, naufraghi in mare, sacche
di umanità insanguinata per ogni continente. Il mondo intero scende da
Gerusalemme a Gerico, sempre. Il sacerdote e il levita, i primi che passano,
hanno davanti un dilemma: trasgredire la legge dell'ama il prossimo, oppure
quella del sii puro, evitando il contatto col sangue. Scelgono la cosa più
comoda e più facile: non toccare, non intervenire, aggirare l'uomo, e...
restare puri. Esternamente, almeno. Mentre dentro il cuore si ammala. Toccano
le cose di Dio nel tempio, e non toccano la creatura di Dio sulla strada. La
loro è solo religione di facciata e non fede che accende la vita e le mani.
Il messaggio è forte: gesti e oggetti religiosi, riti e regole “sacri”
possono oscurare la legge di Dio, fingere la fede che non c'è, e usarla a
piacimento. Può succedere anche a me, se baratto l'anima del vangelo, il suo
fuoco, con piccole norme o gesti furbi. Chi fa emergere l'anima profonda, è
un eretico, uno straniero, un samaritano in viaggio: lo vide, ne ebbe
compassione, gli si fece vicino. |