L'incontro con Dio ?un dono
XXXI DOMENICA TEMPO ORDINARIO
4 NOVEMBRE 2007

Lc 19,1-10
Riferiemnti: Sap 11,22-12,2Il ,Salmo 144; 2 2Ts 1,11-2,2

Sap 11,22-12,2
Il libro della Sapienza, che fu scritto nell?ambiente alessandrino, in greco, tra il II e il I? secolo a. C., si divide in tre parti: -1,1-5,23: la Sapienza porta alla giustizia, alla compiacenza del Creatore e quindi alla immortalit? - 6,1-9,1 ss: le prerogative della Sapienza: bellezza, ampiezza, intimit?col Signore. Ma qual ?la strada per ottenerla? -10,1-19,22 ss.: una lunga omelia che ripensa al senso della storia. II testo si inserisce nella terza parte ed ? altamente poetico e ricco di contenuto. Mentre si descrive il modo di agire di Dio verso gli egiziani infedeli che, come idolatri meriterebbero una severa punizione in contrapposizione dell'agire divino verso gli ebrei nell'esodo (11,1-14), l'autore mostra l'onnipotenza e la
moderazione di Dio che, pur potendo annientare "con un soffio", usa misericordia perfino con i malvagi.
Tutto l'universo ?piccolo di fronte a Dio, ?come polvere sulla bilancia? (le stesse immagini di Is. 40,15). ?Non tieni conto del male" per avere piet?di chi sbaglia. Il motivo della misericordia ?l'amore del Creatore per la vita e per tutti gli uomini. Dio ?br> "l'amante della vita" (v. 26). Dio, perci? far?di tutto perch? le creature non si perdano. ?Non voglio la morte del peccatore ma che si converta e viva " (Ez.
18,23). Si intravede in questo testo il Padre misericordioso verso "il figliol prodigo? (vedi Luca 15) che ritorna e che ritrova la gioia della festa.
2Ts 1,11-2,2
Nella seconda lettera ai Tessalonic?i Paolo inizia con il saluto e il ringraziamento a Dio per la fermezza di fede dei destinatari e assicura che l'aver perseverato nella fedelt? nonostante le fatiche, li porter?alla gioia eterna mentre chi avr?rifiutato il Regno sar?punito dalla giustizia di Dio. A questo punto pronuncia una
duplice preghiera: il Signore vi renda degni della sua chiamata e compia nei Tessalonic?i l'opera iniziata nella carit?e nella fede. - La volont?di amore e di fede sia sostenuta dalla potenza di Dio. I credenti hanno bisogno di perseverare per la salvezza e i doni si
ottengono con umile e insistente supplica (Fil. 2,12.13). - Al centro ci sia Ges? Egli sar?glorificato: "Lui in noi e noi in Lui": richiamo di intimit?mistica tra Ges?e i fedeli. - Paolo ci tiene all'equilibrio di questa comunit?verso cui si sente particolarmente attratto e ricorda che turbamento e agitazione non sono opera dello Spirito. - Incoraggia infine perch?ci siano lucidit?e chiarezza nella fede senza lasciarsi fuorviare da opinioni o insegnamenti falsi
.
 

Entrato in Gerico, attraversava la citt? 2 Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3 cercava di vedere quale fosse Ges? ma non gli riusciva a causa della folla, poich?era piccolo di statura. 4 Allora corse avanti e, per poterlo vedere, sal?su un sicomoro, poich?doveva passare di l? 5 Quando
giunse sul luogo, Ges?alz?lo sguardo e gli disse: ?Zaccheo, scendi subito, perch?oggi devo fermarmi a casa tua?. 6 In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. 7 Vedendo ci? tutti mormoravano: ??andato ad alloggiare da un peccatore!?. 8 Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: ?Ecco, Signore, io do la met?dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto?. 9 Ges?gli rispose: ?Oggi la salvezza ?entrata in questa casa, perch?anch'egli ?figlio di Abramo; 10 il Figlio dell'uomo infatti ?venuto a cercare e a salvare ci?che era perduto?.

Luca racconta l'incontro di Ges?con Zacch?. L'ultimo periodo del suo ministero, prima della morte in croce (18,1-21,38), sta volgendo al termine. Nelle vicinanze della citt?santa, a G?ico, predica per la terza volta la sua passione (18,31), guarisce il cieco seduto lungo la strada (18,35-43) ed entrato in citt?parla con la gente e si fa invitare da Zacch?. G?ico ?una citt?di commercio, circola un discreto capitale, ?luogo di dogana per le merci che provengono dall'Oriente. Vi si trovano, perci? funzionati imperiali, commercianti, esattori di imposte. Il mestiere di esattore ?infamante, poich?l'ebreo che vi si dedica (pubblicano) tradisce due volte il popolo: o ruba esigendo tasse senza un criterio di giustizia o consegna agli idolatri (romani) il ricavato, mantenendo per s? ovviamente, una grossa parte di ricchezza. Zacch? ?un capo dei pubblicani, e perci??riconosciuto come un?autorit?potente e ricca. - Zacch? ha un desiderio vero, profondo, radicato di vedere Ges? Non si preoccupa del giudizio degli altri e, non sentendosi degno di accostarsi a Ges? lo anticipa sul cammino, arrampicandosi su un albero. - Ges?accetta in un gioco di sguardi e di pensieri. Quest?uomo, ritenuto da tutti, ormai, un perduto e un maledetto, sar? il segno della impensabile novit? ?come una scommessa. Dio sa fare l?impossibile e pu?convertire questo ricco maledetto. "Nulla ?impossibile a Dio" (18,27). - "Oggi devo restare a casa tua". L?"Oggi" ?il tempo della salvezza che ?giunto anche per Zaccheo. "Devo" indica una scelta del Padre a cui Ges?si adegua per svolgere l'opera affidatagli. "Restare" ?il verbo dell'amicizia che esprime comunione senza rimproveri. - "in fretta" ricorda il momento irripetibile dell'incontro cui
bisogna rispondere subito e con gioia, come nei Vangeli dell'infanzia (Le. 1,39; 2,16). - Ges? entrando in casa di Zaccheo, peccatore pubblico, non teme di contaminarsi, suscitando proteste e scandalo. Egli, tuttavia, spezza la fatalit? della maledizione. Zaccheo mostra un profondo cambiamento di cuore, impegnandosi nella restituzione e
nell'aiuto ai poveri (nel Levitico 5, 20-24 chi ruba ?obbligato alla restituzione dei beni rubati con l'aggiunta di un quinto, il 20%). Zaccheo vuole restituire il 400%. - Ges?ricorda che 'figlio di Abramo? non ?solo il discendente
naturale, ma chiunque ha fede e compie le opere del Padre suo. In questo caso si sviluppa responsabilmente e liberamente un?opera di solidariet? Nella Sollecitudo rei socialis (1987), Enciclica di Giovanni Paolo II ?La solidariet? ci aiuta a vedere l?altro - persona, popolo, nazione - non come uno strumento qualsiasi, per sfruttarne a basso
costo la capacit?di lavoro e la resistenza fisica, abbandonandolo poi quando non serve pi? ma come un nostro ?simile?, un ?aiuto? (Gn 2,18.20), da rendere partecipe, al pari di noi, del banchetto della vita, a cui tutti gli uomini sono ugualmente invitati da Dio? (SRS 39d).

Luca descrive il personaggio Zaccheo con cura: ?l'esattore capo della dogana di Ge rico, zona di confine della provincia romana. Ha al suo servizio dei dipendenti ed ?molto ricco. Gli esattori vengono considerati alla stregua dei pubblici peccatori e i giudei osservanti li evitavano ritenendoli impuri. Zaccheo ?un ?caso difficile? anche per il vangelo perch??molto ricco. Nell'episodio precedente del giovane ricco Ges?ha detto: ?E' pi?facile che un cammello passi attraverso la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli? (Lc 18,25). Tuttavia c'?una differenza tra Zaccheo e il giovane ricco. Zaccheo viene considerato da tutti come un peccatore, ed egli stesso ?pronto ad ammetterlo. Non pu?affermare, come invece il giovane ricco: ?Tutte queste cose le ho osservate fin da ragazzo? (18,21). Zaccheo ?consapevole di essere peccatore e sa di aver bisogno del perdono. Piccolo di statura, Zaccheo si arrampica su un albero per vedere Ges? Ges?lo scorge e gli dice: ?Zaccheo, scendi subito, perch?oggi devo fermarmi a casa tua?. Si noti la delicatezza d elle parole di Ges? non dice ?scendi subito perch?voglio convertirti?, bens? voglio essere tuo ospite. Ges?sembra farsi bisognoso per avere, poi, la possibilit?di perdonare. L'iniziativa ?di Ges?ed ?gratuita, tuttavia si inserisce in una disponibilit?dell'uomo. L'incontro con Dio ?sempre al tempo stesso un dono e compimento di una ricerca, esaudimento di un desiderio. Zaccheo desidera vedere Ges?e poi, interpellato, ?pronto ad accoglierlo (?in fretta scese e lo accolse in piena gioia?). L'incontro con Ges? cambia la vita di Zaccheo. Ges?veramente non dice nulla a Zaccheo ma questi comprende: ?Ecco, Signore, d?la met?dei miei beni ai poveri, e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto?. Il pubblicano Zaccheo diventa cos? la figura del discepolo cristiano che non lascia tutto, come invece altri chiamati, ma rimane nella propria casa, continuando il proprio lavoro, testimone per?di un nuovo modo di vivere: non pi?il guadagno al di sopra di tutto, ma la giustizia (?restituisco quattro volte tanto?) e la condivisione con i bisognosi (?d?la met?dei miei beni ai poveri?). C'?il discepolo che lascia tutto per farsi annunciatore itinerante del Regno, e c'?il discepolo che vive la medesima radicalit?restando nel mondo a cui appartiene.